Lecco perduta/305: il Villaggio, un grande progetto incompiuto
Il Villaggio di Germanedo ha 80 anni, quasi gemello del Palazzo di Giustizia di via Cornelio, “nicchie” di quelli che dovevano essere progetti di avanguardia della nuova “Grande Lecco” di metà Novecento. Era infatti il 1942 quando, nella fascia molto estesa di verde tra il fiumicello Valle del Pieno, i prati detti di Viganella e Giriola, vennero costruiti i primi palazzi del Villaggio.
Il Villaggio ha pure avuto un locale cinematografico: il Capitol. Sorto in un’area ampia di verde, il centro residenziale si è poi trovato su alcuni lati l’esplosione industriale della SAE, che nel 1960 toccò il tetto delle sue maestranze con 1.500 dipendenti e con una dimensione mondiale di tecnici inviati in vari continenti.
Per quanto riguarda la chiesa, si può dire che quella prevista inizialmente ha suggerito poi la costruzione di quella edificata negli anni 1945/1950 in via Baracca, in quartiere Caleotto: una struttura dovuta all’intraprendenza del non certo dimenticato don Martino Alfieri, primo parroco dopo essere stato coadiutore nella confinante Acquate.
Il piano regolatore della città del 1941 indicava tra i quartieri di Acquate e Germanedo, sul confine tra le due parrocchie, l’insediamento di una nuova, vasta realtà urbana ad alta intensità residenziale.
Il grande progetto iniziale del quartiere popolare
Il progetto del Villaggio era una “colonna” del piano di ampliamento di Lecco che nel 1928 aveva concluso con Maggianico l’aggregazione dei Comuni vicini al “capoluogo”. Erano quattro i quartieri previsti che avrebbero esteso il territorio e nel contempo unificato la realtà urbanistica ancora frazionata e sparsa tra vecchi nuclei municipali. Quello di Germanedo, indicato come rione di Levante, era il più popoloso, prevedendo oltre seimila residenti. Gli altri avrebbero avuto una popolazione decisamente inferiore: Maggianico, con 4.500; Via Milazzo, con 1.100; San Giovanni, con 950.
Angela Fortino Rossi, presidente del Consiglio di Zona 4, inaugura, con il sindaco Bodega, l'area verde di piazza V Alpini
Costruito dall’Istituto Case Popolari, il Villaggio è rimasto opera incompiuta per vicende belliche e post belliche. Il nuovo quartiere di Lecco, su progetto di Meschi e Ruggeri, avrebbe dovuto avere anche una chiesa; ebbe, invece, solo la scuola materna. Il confine tra le due parrocchie passava proprio sui sentieri fra i prati, dove sono sorte le abitazioni; venne deciso di aggregare il nuovo complesso a Germanedo, ritoccando antiche mappe. La parrocchia di Acquate sembrava lontana sul poggio, mentre, invece, la chiesa di Germanedo si collocava a breve distanza in pianura. Vide la luce, così, il Villaggio, che ebbe subito 400 famiglie residenti. Sono tante, ma poche rispetto a quella grande Lecco che progettava il nuovo spazioso quartiere con quasi 7.000 abitanti.
I lavoratori della SAE al Villaggio di Germanedo
Nel 1992 sono stati celebrati i 50 anni del Villaggio con apposite manifestazioni: un programma che ha avuto il “centro” delle iniziative in piazza V Alpini, con il relativo spazio verde; vi furono sfilate di bande e majorettes; aperitivi popolari e pranzi comunitari, un concorso di torte, pomeriggi di giochi con tombolata finale. Venero anche premiate le famiglie che vi erano presenti fin dagli albori.
Il Cinema Capitol anni 1960/1970
Per quanto riguarda la chiesa, si può dire che quella prevista inizialmente ha suggerito poi la costruzione di quella edificata negli anni 1945/1950 in via Baracca, in quartiere Caleotto: una struttura dovuta all’intraprendenza del non certo dimenticato don Martino Alfieri, primo parroco dopo essere stato coadiutore nella confinante Acquate.
A.B.