Valmadrera: la festa di Sant’Antonio è... per i campanili
La città di Valmadrera s’appresta a celebrare l’annuale festa patronale di Sant’Antonio con le necessarie misure sanitarie di protezione dovute alla pandemia di covid-19. Quest’anno la patronale può essere chiamata dei “campanili”: infatti, giovedì 13, alle 20.45, vi sarà la serata di presentazione dei lavori di restauro intorno all’antico campaniletto del Seicento e domenica 16, dopo la Messa solenne delle 10.30 in parrocchiale, si procederà all’inaugurazione del campaniletto restaurato.
Campaniletto vecchio, visto da quello nuovo
La salita al campanile di Valmadrera riporta d’attualità un curioso e singolare “derby” con l’antistante città di Lecco, oltre il tratto terminale del Lario. Sono note lasciate dal sempre presente Achille Dell’Oro, recentemente onorato dalla sua città con la pubblicazione del volume “facc e bescacc - Fatti e misfatti”, vera enciclopedia del dialetto valmadrerese.
Ecco, allora, le vicende della contesa a distanza sull’altezza dei due campanili. Già nel 1890 il parroco don Giuseppe Valera aveva preso a cuore l’idea di un nuovo, maestoso campanile, ritenendo troppo piccolo quello esistente, iniziato nel 1583 e terminato nei primi anni del 1600. Il progetto 1890 si arenò. E’ stato il parroco don Achille Motta, giunto a Valmadrera nel 1904, a rilanciare l’idea del nuovo campanile.
Campanile nuovo, iniziato con i lavori nel 1926. Il campanile della basilica di San Nicolò in Lecco
Ed è a questo punto che il progetto di Valmadrera di andare oltre i 90 meri per superare il campanile di San Nicolò si dovette fermare.
Le campane furono attese per un anno, dopo la conclusione dei lavori, nell’estate 1931. Vennero portate a Valmadrera nel 1932 dalla ditta Barigozzi di Milano. L’entusiasmo dei valmadreresi fu tale che a Pescate i carri dei trasporti da Milano vennero affiancati dal Corpo musicale Santa Cecilia di Valmadrera. Gli ultimi chilometri del percorso furono un trionfo di popolo, una festa tra marce e marcette della banda ed applausi calorosi della gente ai lati della sede stradale.
Sembrano, e sono, tempi lontani, quando la gente si infiammava per le campane e sosteneva l’orgoglio civico con l’altezza del campanile.
E’, comunque, una storia ricca di popolo con nobili ideali di gente semplice e buona. Se Valmadrera può vantare oggi 9 bronzi squillanti, con un campanile alto quasi 90 metri, il merito si deve alla volontà ed al sacrificio degli antenati di cento anni or sono. I visitatori della prossima tre giorni sul campanile potranno ripensare a tale evento e trarre le dovute riflessioni per un rinnovato impegno municipale.
C’è da aggiungere che nella classifica delle torri e dei campanili più alti d’Italia (sempre suscettibile di variazioni) Lecco è al 6° posto e Valmadrera è, comunque, ad una brillante 15^ posizione, con un’altezza indicata a metri 87.50. Un risultato raggiunto quando Valmadrera era ben lontana dal pensare di divenire città, ma che sicuramente ha rappresentato qualche punto in più per divenire tale.
A.B.