Garlate e Pescate unite nell'addio all'Alpino Egidio Riva, 'esempio di generosa operosità'
Un uomo buono e generoso, sempre pronto a rimboccarsi le maniche e a darsi da fare per gli altri, senza perdersi in parole o discussioni inutili. Un Alpino vero, insomma, instancabilmente operoso ed entusiasta, con il volto sempre illuminato da un sorriso sincero che solo il Covid con la sua furia cieca ha saputo spegnere.
Egidio Riva premiato dal sindaco di Pescate e dal suo vice Miriam Lombardi per il suo impegno in paese
Era tutto questo e molto di più Egidio Riva, "anima" delle Penne Nere e dell'associazionismo di Pescate che nel pomeriggio di oggi, venerdì 7 gennaio, è stato salutato per l'ultima volta, sulle note del Silenzio risuonate nella Chiesa Parrocchiale di Garlate: è qui, infatti, che si sono riuniti i suoi cari e i tanti amici delle due comunità che hanno voluto tributargli nella preghiera un ultimo doveroso omaggio, ben racchiuso nelle parole colme di affetto del sindaco di Pescate Dante De Capitani.
"Egidio aveva scelto di vivere al confine tra i due paesi, in modo da far sentire la sua presenza in entrambi" ha ricordato, commosso, il primo cittadino al termine della cerimonia, condivisa da entrambe le comunità. "Per noi è stato un grande esempio, con la sua figura sempre sorridente. Egidio era la felicità nell'aiutare gli altri, era l'impegno disinteressato, quello che non si perde in sterili discussioni. Lui c'era sempre quando bisognava agire, che fosse per i suoi Alpini, per la Baita, per le Sagre o per l'AIDO: era il primo ad arrivare e l'ultimo ad andare via, metteva tutto sè stesso in ogni cosa; è questo l'insegnamento che ci ha lasciato, con la voglia di fare e di essere laboriosi tipica della gente di lago, che guarda all'impegno e alla passione. È stato una persona buona e generosa, che ha dato tutto per il volontariato e l'associazionismo. Noi lo ricorderemo sempre così".
Al microfono Dante De Capitani
Concetti, questi, già espressi durante l'omelia da don Matteo Gignoli, affiancato sull'altare da don Enrico Mauri. "Non posso non pensare al suo sorriso quando stava con i figli, i nipoti, gli Alpini, all'entusiasmo che metteva in ogni cosa, senza mai badare a spese in termini di tempo e di energie da dedicare agli altri" ha ricordato il parroco. "Egidio aveva un animo buono, era sempre disposto ad ascoltare i più fragili e chi aveva bisogno, senza mai tirarsi indietro. E questo è proprio ciò che intende Gesù, la capacità di avere un'operosità votata al bene. Oggi lo vogliamo affidare alla luce di Dio e stringerci in un abbraccio attorno a coloro che oggi sentono di più il dolore della separazione, che con lui hanno vissuto tanti anni di associazionismo, di vita insieme per il bene comune. La rete dei legami e della fede, insieme al nostro essere comunità, oggi ci sostiene e ci dà la forza di guardare avanti, con un ricordo riconoscente nei suoi confronti. La vita non è nostra, ma è un regalo di Dio che siamo chiamati a vivere con responsabilità e nel bene, con una vigilanza operosa: non dobbiamo buttare nessun istante, ma metterci al servizio gli uni degli altri, perchè i legami sono più importanti anche del nostro amor proprio". "Il pensiero di Egidio - ha concluso il sacerdote - rimarrà indelebile in noi, insieme al suo insegnamento più grande: quello che la vita è un dono prezioso, che dobbiamo saper regalare agli altri".
Egidio Riva, 74 anni, ha lasciato anche la moglie Maria, il primogenito Francesco con Alice e i nipoti Leone e Giorgio. Dopo le esequie, terminate con la lettura della preghiera dell'Alpino, il suo feretro è stato scortato all'esterno della Parrocchiale per l'ultimo omaggio da parte degli Alpini e degli amici delle altre associazioni, per poi essere accompagnato alla sepoltura.
B.P.