Lecco perduta/292: quando 'Nino' era il manzoniano Renzo
La rassegna autunnale “Lecco città dei Promessi Sposi” è dedicata al ricordo dell’attore Nino Castelnuovo, che interpretò il Renzo manzoniano nello sceneggiato televisivo del regista Sandro Bolchi, realizzato dalla RAI nel 1966 e messo in onda nei primi mesi del 1967, facendo registrare un altissimo ed insperato record di ascolto.
Sono state necessarie tre sere di lavoro sul lago, a Lierna, per le non favorevoli condizioni atmosferiche. Sono state le ultime scene dei Promessi Sposi di Bolchi prima dell’avvio del montaggio negli studi RAI di corso Sempione a Milano.
Insomma, oltre Castelnuovo, Lecco manzoniana, e non solo, visse momenti di tripudio con le puntate dei Promessi Sposi trasmesse la domenica sera con uno share cittadino che superava il record precedente di “Lascia o raddoppia” con il famoso Mike Bongiorno, dove aveva brillato la partecipazione dell’ornitologo di Varenna, il maestro Luigi Scanagatta.
Nato a Lecco nel 1936, nella contrada della “Piccola”, in via Amendola, Castelnuovo è ricordato ancor oggi da compagni delle elementari nella scuola allora “Berta”, oggi “Edmondo De Amicis”, e dai ginnasti della Ghislanzoni che frequentavano la palestra dell’edificio omonimo, dove la società era stata costituita nel 1895 con la divisa bianco-nera.
Il barcaiolo dell'Addio Monti, Stefano Ghislanozoni, di Pescarenico
Il ruolo di Renzo Tramaglino affidato a Nino Castelnuovo ebbe il risultato di una sferzata di orgoglio civico per tutti i lecchesi, ma oltre la popolarità dell’attore è stato tutto l’ambiente locale a ricevere e ad interpretare la “carezza” di fama e di orgoglio “paesano”. Lecco si animò di entusiasmo intorno ai Promessi Sposi della RAI TV, grazie anche all’impegno di collaborazione dell’Azienda Turismo presieduta da Giacomo De Santis. Fece eco la scelta del barcaiolo per il brano famoso dell’Addio Monti nella persona di Stefano Ghislanzoni, pescatore del rione affacciato sull'Adda: aveva fatto parte della spedizione di soccorso della città di Lecco nel novembre 1951 al Polesine alluvionato da una spaventosa esondazione del Po, guidata dal sindaco Ugo Bartesaghi.
Immagini dell'Addio Monti girato sul lago, presso il castello di Lierna
Agnese Sesana Ghislanzoni, consorte del barcaiolo Stefano, ricordava quel mattino della primavera 1966 quando, in piazza Era, giunsero il regista Sandro Bolchi e tecnici della RAI cercando un pescatore per la scena della fuga di Lucia. “La scelta cadde su mio marito – dichiarò la donna –. Fu molto contento dell’incarico e si preparò al ruolo con entusiasmo. L’Addio Monti venne girato nei primi giorni di ottobre 1966 sul lago, presso il castello di Lierna”. Bolchi optò per questa location dopo ripetuti sopralluoghi lungo l’Adda da Pescarenico a Chiuso che confermavano l’impossibilità di riprese dove l’urbanizzazione era ovunque presente.
Le interviste della RAI TV presso l'allora Bar Brio di piazza Manzoni
La televisione nazionale “imperversò” in città e nel territorio accompagnando le riprese dello sceneggiato. Nel saloncino dell’allora Bar Brio di piazza Manzoni vennero radunati interpreti dei personaggi dei Promessi Sposi nel grande corteo del 1965 con l’ELMA di Renato Corbetta: furono interpellati sul loro parere intorno al lavoro di Bolchi. Una ventata di popolarità nazionale investì il territorio lecchese, con l’aumento turistico considerevole di comitive di circoli e gruppi, nonché di scolaresche. Un treno speciale arrivò da Montecatini, organizzato dalla locale Unione Albergatori e Commercianti, con ben 300 partecipanti.
Titolo della stampa locale sui 300 giunti da Montecatini per i "manzoniani"
A.B.