Lecco perduta/280: quando c’era Manzoni sullo schermo

Mancano pochissimi giorni alla partenza della 2^ edizione “Lecco Film Fest”, promosso da Confindustria Lecco e Sondrio e dalla Fondazione Ente dello Spettacolo. Il titolo della rassegna è “Ciò che fa bello il mondo”, citazione del messaggio di Papa Francesco in occasione della giornata internazionale della donna 2020. La donna sarà al centro del festival, in particolare in occasione del Premio “Lucia”, riconoscimento letterario al femminile decretato da un’apposita giuria presieduta dalla giornalista Tiziana Ferrario, conduttrice televisiva del TG 1. Il premio verrà assegnato a Maria Rita Parsi, Rosa Teruzzi e Liliana Liotta.
Un nostro lettore chiede: “C’è un riferimento nel tempo trascorso ad iniziative cinematografiche a Lecco che possano ricordare il festival del cinema e della cultura che si svolge nei prossimi giorni in città, caratterizzato anche dalla riapertura del nuovo Aquilone, storica sala cinematografica presso l’oratorio “San Luigi”?”. E’, quest’ultima, un’interessante e preziosa “novità” che tanti lecchesi hanno già avvertito transitando in Via Parini, dove si nota la sagoma di “candido vascello” della sala cinematografica completamente rinnovata e trasformata.



Lucia 1941 (Dina Sassoli), con il regista Mario Comenicini

La risposta al lettore è positiva . Dal 1° al 6 Ottobre 1985 la città ha ospitato la settimana cinematografica “Manzoni sullo schermo”, organizzata dal Centro Studi di Milano. E’ stata realizzata in stretta collaborazione con il Comune di Lecco, tramite l’apposito comitato per il bicentenario manzoniano. E’ stato stampato anche apposito volumetto, ricco di documentazione fotografica. C’è da ricordare, per l’iniziativa del 1985, l’impegno, in particolare, del compianto assessore Luciano Giorgi e della Capo Settore Giovanna Esposito. Nel gruppo di lavoro per la pubblicazione del volumetto c’è da menzionare il lecchese Massimo Ferrari. Era Sindaco della città Giulio Boscagli.



Lucia 1967 (Paola Pitagora) con il regista Sandro Bolchi

La citata pubblicazione del 1985 ospita in apertura l’introduzione “Manzoni sullo schermo”, di Giulio Martini del Centro Studi di Milano, inviato del TG Regionale di Lombardia, che ben conosceva il Lecchese per le vacanze lariane in località Fiumelatte di Varenna. Martini affronta nell’introduzione la “divulgazione” cinematografica de “I Promessi Sposi”, attraverso la quale emerge evidente che TV e cinema stranieri non hanno ancora scoperto Manzoni. Sempre Martini sottolinea: “Il testo manzoniano non ha avuto versioni straniere. E questo ci ha stupito non poco, ma conferma la scarsa notorietà all’estero (a cominciare dalla vicina Svizzera) di un autore che, invece, è il più internazionale per formazione e mentalità di tutto il nostro Ottocento letterario.



Renzo e Lucia sul Lungolago di Lecco, nel 1985
   
Per i lecchesi ormai di una certa età restano nella memoria “I Promessi Sposi” in Rai TV, realizzati nel 1966 con la regia di Sandro Bolchi e la sceneggiatura di Riccardo Bacchelli. Il primo ciak è stato il 2 maggio 1966 negli studi di Corso Sempione, a Milano; l’ultimo 158 giorni dopo, il 7 Ottobre, a mezzanotte, a Lierna, presso il castello sul lago, per la pagina notissima dell’Addio Monti. Il Renzo manzoniano era il lecchese Nino Castelnuovo. Non fu possibile, purtroppo, realizzare filmati sulla riva dell’Adda, negli angoli più suggestivi, da Pescarenico al Ponte Visconteo. Spiccavano ovunque “strutture” della società più contemporanea. Andato in onda in otto puntate, nelle serate della prime domeniche dell’anno 1967, lo sceneggiato ebbe un’eccezionale audience d’ascolto. Qualcuno ha scritto: “Quel ramo di Corso Sempione, a Milano …”.
A.B.
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