Lecco perduta/278: la pellicola del 1941 con i Promessi Sposi
C’è il conto alla rovescia verso la seconda edizione del Lecco Film Festival, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo con Confindustria Lecco e Sondrio: si svolgerà dal 29 luglio all'1 agosto prossimo. E’ il caso, quindi, di rievocare qualche “pietra miliare” nella storia del cinema nella città di Lecco e nel suo vicino territorio.
In una foto recente, la chiesetta di Mozzana
Passeranno oltre dieci anni quando fino a quando, nel 1909, nella località ancora sperduta ed isolata del Moregallo, lungo la riva da Valmadrera verso Onno di Oliveto Lario nell’area costiera della “Trattoria della Fame” presso le pareti strapiombanti che saranno “bucate” nel 1927/1928 dall’arteria Lecco-Bellagio, avrà luogo il primo ciak cinematografico. Il film era “L’inferno” dalla celebre Divina Commedia di Dante. Gli speroni rocciosi in riva al lago divennero “bolge e cerchi infernali”. La località era isolata e selvaggia, raggiungibile solo con imbarcazione.
La troupe cinematografica mentre raggiunge Mozzana su carri agricoli
Il titolo di un articolo che evidenziava "la campana senza suono"
La prima traballante pellicola con muto bianco-nero è stata proiettata nel 1897 presso il Teatro della Società di piazza Garibaldi. L’avvenimento è menzionato in memorie dell’avvocato Arnaldo Ruggiero che, essendo, però della classe 1890, nel 1897 aveva solo sette anni e non era ancora giunto a Lecco proveniente dalla Garfagnana, dove era ispettore scolastico il genitore.
In una foto recente, la chiesetta di Mozzana
Arnaldo Ruggiero ricordava di aver assistito alle riprese, dopo aver remato sino al Melgone-Moregallo, dalla darsena della Canottieri Lecco. Tre serate vennero programmate nell’aprile 1911 per la proiezione del film, avvenuta al Teatro della Società, divenuto per l’occasione sala della nuova musa.
La troupe cinematografica mentre raggiunge Mozzana su carri agricoli
E’ stato nel 1941 che il cinema fissa per la prima volta la sua “residenza” di ripresa e di immagini nel territorio lecchese. Si gira, infatti, il grande “Promessi Sposi” del regista Mario Camerini, produzione Lux. Sono impegnati nomi di primo piano del cinema nazionale: Gino Cervi, Dina Sassoli, Ruggiero Ruggeri, Armando Falcone, Carlo Ninchi, Lauro Gazzolo ed altri. Il set è in frazione Mozzana di Galbiate, località campestre che viene scelta in quanto domina sullo sfondo panoramico il borgo di Lecco, il suo lago, la conca dei monti con il caratteristico Resegone. Vengono girate immagini presso la chiesetta dei Santi Rocco e Biagio, tuttora esistente ai bordi inferiori dell’antico nucleo abitato. La troupe si stabilisce a Lecco, salendo a Mozzana e portando l’apparato cinematografico su carri trascinati da buoi: la strada carrozzabile, polverosa e malmessa, non va oltre il cimitero di Galbiate. C’è un “mondo” nuovo e diverso che trascina una rilevante novità del secolo ventesimo, nel verde dei pendii sopra Galbiate, fra costruzioni rurali, compresa la frazione Mozzana, che si presenta con “el palazzun”.
Il titolo di un articolo che evidenziava "la campana senza suono"
Giovani di Mozzana nel 1941 durante le riprese del film
Anziani di Mozzana, nel 1991, quando la RAI TV mandò in onda il filmato cinquant’anno dopo le riprese, ricordavano ancora la “sfumatura tecnica” delle campane. Suonare allora la campana voleva dire richiamare gente, provocare preoccupazione a coloro che lavoravano nei campi e nei boschi, segnalando la necessità del loro rientro a casa. Il batacchio venne rivestito da stracci durante le riprese del film; si vedeva girare la campana ma non suonava il din don che è stato aggiunto nel sonoro con il montaggio negli studi di Cinecittà, a Roma.
Sono passati 80 anni, non vi sono più testimoni di quello straordinario avvenimento per Mozzana. I ricordi di mezzo secolo prima (1941-1991) sono concordi nel sottolineare che la proiezione dei Promessi Sposi, programmata al Cinema Lariano, allora in via Caprera, a Lecco, provocò la discesa in massa dei residenti, in particolare di alcuni che avevano avuto il ruolo di comparse, come Arcangelo Aldeghi, classe 1923, che si nota mentre sale con i buoi verso il paese. Grida di stupore e di entusiasmo accompagnarono la proiezione: “ci sembrava di sognare, vedendo Mozzana sul grande schermo”, dichiarò nel 1991 una comparsa del film nel quale, alcuni residenti di oggi potranno riconoscere nonni e parenti.
A.B.