Lecco perduta/251: il corteo dei Magi solenne in città
I Re Magi, la sera di vigilia dell’Epifania, galoppavano sulle strade del centro cittadino con la “carovana” di guide con lanterne, armigeri, paggetti, artieri e vivandieri. Tre cortei muovevano da altrettanti punti della città: corso Martiri, dal cortile dei Riva, davanti al Commissariato di P.S.; in via Manara, presso l’antico mulino Crippa degradante sul corso del Gerenzone; da San Carlo al Porto di Malgrate, dove il re ed il suo seguito passavano sulle arcate del Ponte Vecchio, evocando, tra le ombre della sera, lontani transiti sul plurisecolare manufatto. I più osservati della carovana, dopo i Re Magi, erano i “negretti”: ragazzi con il viso colorato dal turacciolo bruciacchiato, passato e ripassato sull’epidermide facciale.
I Re Magi nella centralissima via Cavour
L’operazione di trucco avveniva nel sottopalco del Teatro del Sagrato, con la regia dei cooperatori Giacomo Galli e Gianfranco Sacchi. Si “colorava” nel sottopalco anche il Re Magio subito identificato tra i tre al passaggio della carovana: era il cooperatore Giambattista Rota, residente in via Bersaglio, esperto del mondo agricolo.
I Re Magi nel cortile dell'oratorio
La rievocazione del viaggio terrestre più famoso della storia si concludeva al presepe vivente, sotto il porticato dell’oratorio. Il suono di zampogne accompagnava l’omaggio dei Magi alla capanna della Natività, mentre piccoli e grandi premevano da ogni lato per identificare la ragazza nel personaggio della Madonna ed anche San Giuseppe, che ha avuto tra i protagonisti personaggi divenuti noti nella storia cittadina, come il sindaco Giulio Boscagli.
La Natività
Il coro degli angioletti presso la capanna
Così, la festa dell’Epifania si rivestiva di sapore antico, quasi vecchie cartoline, dipinti, decorazioni, santini vibrassero con delicatezza e nostalgia nella luce della stella cometa.
Personaggi dell'edizione 1961
Il centro cittadino lecchese era ben diverso dall’attuale; quello che salutava la cavalcata dei Magi, tra zoccoli dei quadrupedi e lanterne dei paggi. C’erano più residenti, meno uffici e banche, diversi cortili popolari con lunghi terrazzi a ringhiera; meno palazzi senza luci alle finestre al termine della giornata lavorativa. Così passavano i Magi, con il corteo pittoresco del seguito, quello spontaneo dei ragazzi, quello incuriosito che si affacciava tra balconi e finestre, portoni di cortili e vetrate degli esercizi pubblici.
Natività, Re Magi e comparse del 1964
Le foto pubblicate sono state messe a disposizione dall’archivio dell’oratorio San Luigi di Lecco, basilica di San Nicolò.
A.B.