Lecco perduta/207: si cantava “O mia bela Madunina”
Un anziano lettore chiedeva, al diffondersi delle prime notizie sulla coronavirus, se non fosse il caso di rispolverare la popolarissima canzone “O mia bela Madunina”, che affida la metropoli ambrosiana e la regione Lombardia alla protezione mariana, con la statua d’oro collocata sul punto più alto del Duomo di Milano.
Giovanni D’Anzi, al centro, ospite d’onore della serata a Lecco, tra Walter Orsatti e Peppino Mazzoleni;
con loro le due sorelline Patrizia e Tiziana Polvara, vincitrici di Canzonissima ‘67
La statua della “Madunina” sul Duomo di Milano
Giovanni D’Anzi è deceduto a Santa Margherita Ligure nel 1974. La Madunina è stata una composizione musicale carissima ed infinite volte eseguita da Nanni Svampa, compianto componente del popolarissimo quartetto de “I Gufi”, più volte impegnato nel lecchese, durante la presidenza di Giacomo De Santis all’Azienda Turismo. Giovanni D’Anzi è stato inserito dal Comune di Milano tra i cittadini benemeriti presso il cimitero monumentale. Una lapide commemorativa è stata collocata in sua memoria nel 1990 dal Comune di Milano e nel testo si evidenzia “Giovanni D’Anzi scrisse magiche note e la più dolce serenata la cantò per Milano O mia bela Madunina”. E’ una canzone che tanti riascolterebbero volentieri.
Nelle serate popolari di ballo anni ‘60 in alcuni locali del lecchese, quando al termine delle danze i già numerosi napoletani venuti al nord, nel boom occupazionale ed edilizio, chiedevano “O sole mio”, non mancavano tra il pubblico presente altre voci che proponevano “O mia bela Madunina”. C’era un applauso fragoroso per entrambe le composizioni.
E’ stato un noto quotidiano milanese a ricordare, con apposito amarcord, che la popolarissima composizione musicale dovuta al maestro Giovanni D’Anzi è al traguardo degli 85 anni. Lo stesso quotidiano ha scritto “Era una notte del 1935 quando Giovanni D’Anzi, colpito dal successo che le canzoni napoletane riscuotevano in chiusura degli spettacoli anche nei locali milanesi, con autentiche ovation per “O sole mio”, decise di rispondere alle melodie partenopee componendo una canzone che diventò un inno in milanese per i milanesi”. E’ nata così Madunina, diventata poi “O mia bela Madunina”, un tango moderato, simbolo musicale di Milano.
Giovanni D’Anzi, al centro, ospite d’onore della serata a Lecco, tra Walter Orsatti e Peppino Mazzoleni;
con loro le due sorelline Patrizia e Tiziana Polvara, vincitrici di Canzonissima ‘67
Giovanni D’Anzi è stato più volte nel lecchese, in particolare da ricordare la manifestazione organizzata nel dicembre 1967 dalla delegazione ENAL, guidata da Nello Riva, che vide il compositore come ospite d’onore. Era la serata finale del “Grillo d’oro” e di “Canzonissima ’67. Vinse la canzone composta dai lecchesi Peppino Mazzoleni e Walter Orsatti, con il titolo “Campane a Natale”. Era interpretata del duo formato dalle sorelline Patrizia e Tiziana Polvara, indicata dalla giuria come “la coppia con una marcia in più”. Era atteso come ospite a quella serata anche il lecchese Nino Castelnuovo, balzato alla ribalta nazionale come il Renzo dei Promessi Sposi della RAI TV, mandato in onda la domenica sera in otto puntate, con la regia di Sandro Bolchi, dopo essere stato girato anche nel lecchese, da Pescarenico a Lierna. I numerosi impegni di quel periodo impedirono a Castelnuovo di raggiungere Lecco e di ricordare che proprio una sera di dicembre del 1954 aveva debuttato come giovanissimo attore in una serata organizzata dall’ENAL.
La statua della “Madunina” sul Duomo di Milano
Nelle serate popolari di ballo anni ‘60 in alcuni locali del lecchese, quando al termine delle danze i già numerosi napoletani venuti al nord, nel boom occupazionale ed edilizio, chiedevano “O sole mio”, non mancavano tra il pubblico presente altre voci che proponevano “O mia bela Madunina”. C’era un applauso fragoroso per entrambe le composizioni.
A.B.