Lecco perduta/200: il Monumento ai Caduti sul piazzale dei Mille
I lecchesi delle generazioni del Duemila non possono sapere che il monumento ai Caduti sul Lungolago, opera del famoso scultore Giannino Castiglioni, milanese innamorato del lago di Lierna, doveva essere collocato sul piazzale dei Mille, l’attuale zona cittadina dove si trovano tre monumenti: Antonio Stoppani (1927); statua a lago di San Nicolò (1955); ai fratelli Caduti del mare (1986). Si verificò, invece, che, dopo attente e ripetute verifiche sul terreno, la commissione esecutiva del Comitato per il Monumento, dopo essersi detto, in un primo tempo, favorevole per quella località, rese noti i risultati di una più approfondita ricognizione, esprimendo parere contrario.
La denominazione “piazzale dei Mille” è altrettanto poco conosciuta ai lecchesi del Duemila. Si riferisce all’attuale piazzale sul Lungolago con la statua di Antonio Stoppani e gli altri monumenti. Perché la denominazione “Mille”? E’ un omaggio ai garibaldini della storica spedizione partita nel Maggio 1860 da Genova/Quarto per la Sicilia. La denominazione veniva data in quanto nelle vicinanze del piazzale c’era, e c’è tuttora, la casa dei cinque fratelli Torri Tarelli, tutti volontari con Giuseppe Garibaldi.
Venne allora deciso di posizionarlo nel largo detto “agli alberi” o “tra gli alberi”, presso la foce del torrente Caldone, sulla sponda opposta rispetto alla sede della Canottieri Lecco. L’ampia distesa fra le piante era stata campo di esercitazioni dei militari della vicina Caserma Sirtori e deposito di legname della 1^ Armata. Il monumento ai Caduti venne inaugurato, con solenne cerimonia, il 28 Ottobre 1926, con l’intervento del Duca d’Aosta, comandante dell’invitta 3^ Armata.
La notizia ai lecchesi venne data dal settimanale “Il Prealpino” nel numero di Sabato 1° Dicembre 1923. “Il Prealpino” scriveva: “La commissione tecnica, quando sei mesi fa espresse il suo parere favorevole a quella località, non si era accorta che la piazza non avrebbe potuto supportare il peso del monumento. Allora stese una relazione per dimostrare che il piazzale dei Mille era adatto, ora ne stende un’altra per dimostrare il contrario”.
Titolo della notizia sul settimanale “Il Prealpino” del 1° Dicembre 1923
Nella lunga relazione, resa nota dalla commissione, venne sottolineato che i rilievi altimetrici della sponda ne rilevarono una ripidità eccezionale. Gli scandagli palesarono la “debole consistenza del terreno, costituito da materie terrose di riporto, di data assai recente e non affatto costipate, soprattutto assai molli e compressibili sino al piano della acque del lago. Questa circostanza renderebbe assai difficile il problema di assicurare una base solida al grandioso monumento… La commissione registra la ripidità della sponda, a cui si dovevano appoggiare nuovi ingentissimi riporti per costituire un piazzale all’ingiro del monumento di almeno dieci o dodici metri di larghezza”. Visti questi negativi rilievi tecnici, la commissione esprimeva parere contrario a collocare il monumento “sulla punta estrema del piazzale dei Mille, appena a mezzodì dello sbocco a lago del torrente Gerenzone e di allacciarlo alla città mediante viale rettilineo alberato”.
Il piazzale dei Mille negli anni Venti del Novecento
A.B.