Lecco perduta/199: Via Arlenico, ''stradetta'' un tempo campestre
C'era tutta l'aria di periferia, lungo Via Arlenico di una volta, dove si incrociavano realtà industriale e mondo ancora campestre. Sulla strada polverosa si spingevano ragazzi curiosi per osservare da vicino i convogli sulle rotaie, quando i treni agitavano la fantasia dei fanciulli. E' arrivato, poi, l'asfalto ma la stradetta un tempo polverosa non ha cancellato angoli di cari ricordi e di antiche memorie, come i due campi di bocce che ancora si possono notare sagomati nel cortile retrostante la vecchia Trattoria dell'Arlenico, che ha chiuso i battenti nella primavera 1995. E' stato un addio al vecchio e popolare locale "gemello" del "Piscen", sulla strada di Pescarenico, ritrovo di lavoratori del Caleotto/Arlenico e di altre industrie, così come dei ferrovieri del vicino scalo. Un angolo di riposo e di ristoro dopo tanto lavoro fra binari e sirene, fabbriche e treni, turni notturni più che mai pesanti accanto agli altiforni. Si scrisse, in quell'occasione: "Addio, ritrovo delle sfide fra vecchi amici: le bocce estive erano sostituite nei giorni freddi dalle boccette sul verde tappeto di un biliardo rigato dalle ombre delle locomotive in movimento e delle carrozze in transito sui vicini binari della linea ferroviaria, che, all'altezza del sottopasso proprio di Via Arlenico, divide le due linee: la prima verso la metropoli di Milano, la seconda verso il Ponte sull'Adda, in direzione Como".
La Via Arlenico ha avuto, poi, richiami "romani": il vecchio bar trattoria è divenuto l'Hostaria di Ponzio Pilato ed il tracciato latino continua ora con il Ristorante Birreria "Ante Omnes". Sono, questi ultimi, locali dove si possono trovare tracce della Roma golosa ed imperiale, della "Caput Mundi", con qualche nostalgia per Trastevere e l'Isola Tiberina. Nonostante gli storici richiami, Via Arlenico rimane una stradetta di singolare periferia, da Via Ghislanzoni al Caleotto, stretta fra i binari della strada ferrata e quelli di una zona della città che è radicalmente cambiata all'inizio del Duemila, con l'università al posto dell'ospedale, con la Piccola Velocità divenuta area di parcheggio e di mercato ed ora destinata ad altri rilevanti cambiamenti. La Via Arlenico terminava presso l'ampio verde di Villa Manzoni che dal 1974 è stato occupato dalla nuova sede dell'Istituto "Giuseppe Parini". C'è da evidenziare anche un richiamo gastronomico per il vecchio Arlenico del bar trattoria. Negli ultimi anni, ogni giorno, c'era nel menù esposto alla vetrata d'ingresso del locale un risotto diverso; dalla milanese alla parmigiana, dalla trevisana alla montanara ed altri ancora. Insomma, c'era un "giro d'Italia" dei vecchi risotti all'Arlenico. Peccato che i lecchesi delle nuove generazioni non abbiano potuto conoscere questa singolare gastronomia alle porte di casa. Il vecchio Arlenico chiudeva, portandosi nei tanti ricordi anche quello di un risotto a tappe, da tanti apprezzato ed ora rimpianto.
Il primo tratto di Via Arlenico, verso il sottopasso ferroviario
La Via Arlenico ha avuto, poi, richiami "romani": il vecchio bar trattoria è divenuto l'Hostaria di Ponzio Pilato ed il tracciato latino continua ora con il Ristorante Birreria "Ante Omnes". Sono, questi ultimi, locali dove si possono trovare tracce della Roma golosa ed imperiale, della "Caput Mundi", con qualche nostalgia per Trastevere e l'Isola Tiberina. Nonostante gli storici richiami, Via Arlenico rimane una stradetta di singolare periferia, da Via Ghislanzoni al Caleotto, stretta fra i binari della strada ferrata e quelli di una zona della città che è radicalmente cambiata all'inizio del Duemila, con l'università al posto dell'ospedale, con la Piccola Velocità divenuta area di parcheggio e di mercato ed ora destinata ad altri rilevanti cambiamenti. La Via Arlenico terminava presso l'ampio verde di Villa Manzoni che dal 1974 è stato occupato dalla nuova sede dell'Istituto "Giuseppe Parini". C'è da evidenziare anche un richiamo gastronomico per il vecchio Arlenico del bar trattoria. Negli ultimi anni, ogni giorno, c'era nel menù esposto alla vetrata d'ingresso del locale un risotto diverso; dalla milanese alla parmigiana, dalla trevisana alla montanara ed altri ancora. Insomma, c'era un "giro d'Italia" dei vecchi risotti all'Arlenico. Peccato che i lecchesi delle nuove generazioni non abbiano potuto conoscere questa singolare gastronomia alle porte di casa. Il vecchio Arlenico chiudeva, portandosi nei tanti ricordi anche quello di un risotto a tappe, da tanti apprezzato ed ora rimpianto.
A.B.