Lecco perduta/198: la neve al vecchio Imbarcadero
La foto pubblicata risale ad un lontano Capodanno, quando la neve scendeva ancora copiosa in città ed imbiancava anche il Lungolago. La presenza della vecchia stazione del servizio di navigazione lacuale consente di datare tale immagine non oltre il 1960/61.
Il Lungolago torna di grande attualità perché si profila di estremo interesse anche il voto dei cittadini chiamati a scegliere fra i diciannove progetti presentati per il concorso di riqualificazione. Anche la rimozione del vecchio Imbarcadero e la collocazione del nuovo rientrava in un programma più vasto di riqualificazione: lo stesso Lungolago, proprio dal nuovo pontile sino alla zona Brick (distributore di benzina attualmente Tamoil), veniva infatti dotato della nuova illuminazione con quarantuno alti pali sporgenti.
La somma del bilancio turistico estivo 1963 era positiva, registrando, però, una flessione di arrivi, ma un accentuato movimento di presenze; ciò voleva dire che coloro che giungevano a Lecco allungavano il periodo di soggiorno. Fra i turisti stranieri, secondo i dati dell’Azienda Turismo di Via Sauro, la cifra più alta di presenze era quella dei francesi, seguiti da tedeschi, elvetici ed olandesi. Per un miglior biglietto da visita della città ai villeggianti gli stessi segnalavano la necessità di una maggiore ricettività alberghiera, sempre numericamente ridotta. Si chiedeva anche il miglioramento complessivo della rete viabilistica territoriale. A tale proposito, però, Lecco era un cantiere in quell’estate 1963, in quanto si lavorava alle Caviate per il primo ampliamento di raddoppio della Statale 36 sino alla Torraccia di Abbadia, si allargava al Gaggio di Malgrate il nastro stradale verso Como, primo segmento della nuova superstrada per Milano (verrà inaugurata nell’agosto 1967) e si lavorava pure in città per completare la circonvallazione di Via Eremo, in quartiere Germanedo, dove è poi sorto il nuovo Ospedale “Manzoni”.
C’è da ricordare che la nuova stazione del servizio di navigazione lacuale, collocata sull’area della precedente, completamente cancellata, era stata realizzata dal Genio Civile. Venne poi passata alla gestione governativa della navigazione sul Lario.
I lecchesi che tornavano in città dopo le vacanze dell’Agosto 1963, sempre più di massa dopo anni di boom economico e di diffuso benessere, trovarono, infatti, terminata la costruzione della nuova stazione del servizio di navigazione lariana. I lavori avevano richiesto diciotto mesi, sollevando anche polemiche. Quanto scritto consente di datare la foto con la neve sul vecchio Imbarcadero al limite degli anni Sessanta del Novecento.
La somma del bilancio turistico estivo 1963 era positiva, registrando, però, una flessione di arrivi, ma un accentuato movimento di presenze; ciò voleva dire che coloro che giungevano a Lecco allungavano il periodo di soggiorno. Fra i turisti stranieri, secondo i dati dell’Azienda Turismo di Via Sauro, la cifra più alta di presenze era quella dei francesi, seguiti da tedeschi, elvetici ed olandesi. Per un miglior biglietto da visita della città ai villeggianti gli stessi segnalavano la necessità di una maggiore ricettività alberghiera, sempre numericamente ridotta. Si chiedeva anche il miglioramento complessivo della rete viabilistica territoriale. A tale proposito, però, Lecco era un cantiere in quell’estate 1963, in quanto si lavorava alle Caviate per il primo ampliamento di raddoppio della Statale 36 sino alla Torraccia di Abbadia, si allargava al Gaggio di Malgrate il nastro stradale verso Como, primo segmento della nuova superstrada per Milano (verrà inaugurata nell’agosto 1967) e si lavorava pure in città per completare la circonvallazione di Via Eremo, in quartiere Germanedo, dove è poi sorto il nuovo Ospedale “Manzoni”.
C’è da ricordare che la nuova stazione del servizio di navigazione lacuale, collocata sull’area della precedente, completamente cancellata, era stata realizzata dal Genio Civile. Venne poi passata alla gestione governativa della navigazione sul Lario.
A.B.