Lecco perduta/194: il Bar Brio in Piazza Manzoni, ''oasi dei turisti''
Negli anni Sessanta del Novecento c'era il Bar Brio in Piazza Manzoni, nella parte confinante con lo sbocco più alto nella piazza stessa di Via Roma. Era un locale ritenuto un “tocco di metropoli” nella città che aspirava a diventare provincia, con la novità di una tavola calda sempre pronta. Il Brio si presentava come “l’oasi lecchese dei turisti”, spalancata sulla piazza con il monumento al grande Alessandro Manzoni e ai suoi Promessi Sposi, ambientati proprio fra Lario e Resegone. Era il ritrovo preferito da una gioventù sportiva e dinamica, da una generazione cresciuta nel boom economico, che aveva anche dato vita a formazioni calcistiche per i tornei notturni estivi, allora onnipresenti sui campetti del territorio. Nell’albo d’oro del palio calcistico notturno “Città di Lecco”, organizzato sul “rettangolo” del “San Luigi” dal GSG, spicca, nel 1961, il primo posto del Bar Brio. Già l’anno precedente era arrivato alla finalissima, perdendo, però, per 2 a 1 e fermandosi in seconda posizione. Vi erano nella formazioni il portiere Galli II e l’attaccante Giancarlo Mazza, che avevano militato entrambi nel Lecco in Serie C, e anche il promettente Alvisi.
Cartolina ricordo del Bar Brio, l’oasi lecchese dei turisti
L’anima del Brio era lo sportivissimo Corrado, popolare barman, nonché ritenuto grandissimo intenditore di football. Era un super tifoso juventino, ma in un’intervista rilasciata ad un settimanale locale, nel dicembre 1962, dichiarò che il miglior giocatore del Lecco in quella stagione era l’ex interista Lindskop. E aggiungeva: “Va capito ed incoraggiato. Il piede, che non gli è guarito completamente, gli impedisce tiri in porta. Va, però, detto che sa fare dei passaggi limpidi e chiari, che gli altri mancano di sfruttare”. E proseguiva pure dichiarando: “Il Lecco va confortato e appoggiato, e allora si riprenderà. Bisogna passare la palla, si indugia troppo nei dribbling; il gioco dev’essere sbrigativo”.
Il Bar Brio anticipò il rinnovamento poi avvenuto in diversi locali lecchesi, ad iniziare dal Lungolago. La tavola calda anche a tarda notte era richiamo suggestivo per un incontro gastronomico, mentre sulla piazza antistante la notte era calata e si distinguevano nelle ombre incombenti i lampioni intorno al monumento a Manzoni. C’era in lontananza un mormorio di acque, che era quello del torrente Caldone, ancora scoperto.Il popolare Corrado continuò, dopo il Brio, la sua esperienza professionale nel Bar Nuovo, vicino all'omonimo Cinema sull’odierno Viale della Costituzione. C’era allora, accanto a quest'ultimo, il Dancing “Don Rodrigo”, che diventerà nel 1967 il Cinema Mignon. Oggi, purtroppo, il fronte sempre vivace di tale schieramento lungo Viale della Costituzione appare completamente deserto. Cinema e bar hanno chiuso da tempo i battenti. Possono ricordare anni lontani di movimento e affluenza di pubblico, che giungeva a Lecco d’estate numeroso anche dalla Valsassina, ma per tutto l’anno da una vasta zona che si allungava anche sino a Seregno, quando nell’agosto 1967 venne inaugurata la nuova superstrada Milano/Lecco, passando nell’ancor verde Brianza. Insomma, quel bar di Piazza Manzoni è stato un “brio” nuovo per altri traguardi nella fine del Novecento, sotto il profilo dell’animazione turistica e del tempo libero. C’è, quindi, un “brio” di nostalgia per tanti ricordi.
A.B.