Lecco perduta/188: la medaglia d'oro del turismo all'Orestino

I lecchesi di una certa età potranno ricordare i “fasti” delle finali del Cuoco d’Oro, che richiamavano in città i migliori chef nazionali, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta; venivano presentati in apposite serate da Adriana Serra della Rai TV. La regia generale era di Armando Bergamasco, ideatore del Cuoco d’Oro. La conferma che tutto lo “Stivale” ed oltre fosse rappresentato veniva dall’edizione 1967, quando vinse Lodovico Parisio di Messina con il piatto “braciole di pesce spada”.
La “buona tavola” era ritenuta condizione indispensabile per potenziare il turismo locale, dal lago alla montagna, passando, ovviamente, per la città. Ma tale motivazione spingeva organizzatori vari, ad iniziare dall’Unione Commercianti, a promuovere concorsi minori rispetto al Cuoco d’Oro, ma di sicura valenza professionale e turistica. Vi è stato quello della buona tavola, dei cuochi migliori, delle donne in cucina, dei giovani e ancora dei piatti tradizionali, dal pesce alla selvaggina, non dimenticando la polenta taragna, il menù della tradizione manzoniana, i piatti menzionati nelle pagine dei Promessi Sposi ed altro ancora.


Lo staff del Pontile-Orestino con la seconda generazione di Romeo Curti

Era l’Azienda Turismo, con il presidente Giacomo De Santis, a sostenere l’importanza di una “padella d’oro”, con vini genuini per affiancare un turismo di qualità, ma anche di movimento popolare. Nel programma di tale valorizzazione dell’arte culinaria si inserì, nell’estate 1967, il riconoscimento di una medaglia d’oro dell’Ente Turistico Lecchese, sempre con De Santis presidente, ad Oreste Curti, del Ristorante “Pontile” di fronte all’Imbarcadero, meglio conosciuto come “Orestino”. Nella motivazione di tale prestigioso riconoscimento l’Azienda Turismo evidenziava che il premiato era un autentico artista della cucina, specializzato in un’eccezionale varietà di bolliti, ma partendo da piatti tradizionali della tavola lariana, sino alle specialità valtellinesi, territorio di origine di Orestino.
La cerimonia di consegna della medaglia d’oro avvenne in serata con un ristretto gruppo di alti esperti della tavola, compresa una rappresentanza del Canton Ticino. Il gruppo lecchese era guidato dal presidente Giacomo De Santis, con Marino Sottocornola, Paolo Dell’Oro ed altri amici. La stampa locale riferiva che al levar delle mense diversi oratori, in un clima di vibrante entusiasmo, hanno sottolineato le doti di Orestino, apparso commosso per il riconoscimento conferitogli. Sempre la cronaca riferiva che con Orestino vennero festeggiati calorosamente la consorte Carolina e il figlio Romeo, oggi esponente della seconda generazione al “Pontile” stesso.
Rimane da chiederci, dopo tante benevole citazioni di una cucina da premiare: cosa è rimasto oggi dei concorsi di un tempo, dove c’era l’impegno della Commercianti, con il compianto, ma non certo dimenticato, commendator Giuseppe Crippa? Non sarebbe il caso di rilanciare qualche concorso territoriale che impegni a valorizzare il menù manzoniano o qualcosa di simile in ambito locale?
A.B.
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