Giovanni Piras
Ha vivacizzato con le sue “avventure” i bagni estivi di Pradello, località allora senza l’Orsa Maggiore, di tanti ragazzi lecchesi che frequentavano l’oratorio feriale del “San Luigi” della Basilica di San Nicolò: è il poliziotto Gastone, onnipresente ricercatore di piste e tracce, tanto da avere anticipato la popolarità del tenente Colombo, al centro di numerosi telefilm “gialli” della TV contemporanea. E’ Giovanni Piras, consulente tributario, lecchese del Centro, ora residente in quartiere Acquate, per otto anni vice-sindaco di Pescate, a riaccendere i ricordi collegati ad una stagione lontana anni ’50/’60 del Novecento, con l’oratorio estivo del “San Luigi” guidato dall’assistente don Giuseppe Tagliabue. Tanti ragazzi, ora ampiamente adulti, hanno seguito “a bocca spalancata” i racconti, quasi rapiti, sotto il sole di un meriggio estivo, sul limite dell'onda, carezza al bagnasciuga. E’ su un lago che hanno inizio le avventure di Gastone; lo specchio d’acqua non è il Lario con il ramo manzoniano di Lecco, ma l’”immenso” Garda, “segnato sulla linea dei monti dalla parte veronese, le cime vicine, avvolte da leggeri vapori, si perdevano lontano, in lieve sfumatura verso l’azzurro”. Il pezzo riportato è tratto dal libro “Il principe fantasma” di Remo Fusilli, romanzo poliziesco edito nel 1945 dalla San Paolo. Secondo Giovanni Piras, è proprio da questo che don Giuseppe ha tratto suggerimenti per i racconti di Gastone. “Ho avuto in mano per caso il romanzo – dichiara Piras – grazie ad un amico. E’ stato finito di stampare, come si può leggere sul libro stesso, dalla San Paolo, ad Alba, il 2 Luglio 1945. La tragedia della guerra era appena finita”. Don Giuseppe nel 1945 era ancora un chierico nel seminario diocesano milanese di Venegono, prima dell’ordinazione avvenuta nel Maggio 1948. I libri della San Paolo circolavano come testi di educative letture del tempo libero. Gastone il poliziotto, dai mille travestimenti ed appostamenti, si prestava a variazioni ed aggiunte, secondo i racconti di don Giuseppe: era ancora alla ribalta nell’autunno 1959, quando si svolse, all’Oratorio “San Luigi”, il primo palio delle contrade, con un successo superiore ad ogni previsione. Ebbe, in quell’occasione, una popolarità anche Gastone, tanto che un comunicato degli organizzatori rendeva nota la sua presenza sul terrazzo terminale del campanile di San Nicolò nella serata di vigilia di conclusione della manifestazione. Il poliziotto avrebbe lanciato segnali luminosi utili ad identificare il misterioso personaggio Y che i partecipanti al palio erano chiamati a riconoscere, con punti utili per la classifica finale, oltre che per le varie gare sportive. I giovani dell’organizzazione, che erano sul campanile la sera dei razzi, cosa ricordano di quelle ore singolari vissute sotto un cielo da favola? E’ vero che Gastone il poliziotto ha poi fatto perdere le tracce? E’ rimasto lì, come il gobbo di Notre Dame, affascinato dal panorama fra lago e monti? Hanno trovato “tracce” gli instancabili volontari del Matitone nel salire per quattrocento gradini? A proposito, dov’era, quella sera, Giovanni Piras? C’è una storia più recente, oltre a quelle raccontate a Pradello da don Giuseppe?
A.B.