Lecco perduta/123: la regina Maria Josè all'ospedale militare

La recente e lodevole iniziativa dell’Associazione Mutilati ed Invalidi di Guerra di collocare due lapidi-ricordo presso l’istituto scolastico di Via Ghislanzoni e presso l’Istituto Badoni, al Caleotto, dove hanno avuto sede, durante le due guerre del Novecento, ospedali militari, ha sollevato l’attenzione di un’affezionata lettrice di “Lecco perduta”. La richiesta fatta pervenire riguarda la conferma di una visita all’ospedale militare del Caleotto, nel 1943, dell’allora principessa Maria Josè, poi ultima regina d’Italia, con re Umberto II, per una brevissima corona di soli ventisei giorni nel Maggio/Giugno 1946. Poi, come tutti sanno, col referendum del 2 Giugno ’46 il popolo italiano votò a maggioranza per la nuova forma istituzionale della Repubblica. Per quanto riguarda la visita della futura regina all’ospedale militare di Lecco/Caleotto, possono essere di riferimento le testimonianze fornite nel Febbraio 2001, con un articolo sul quotidiano “La Provincia”, da lecchesi presenti all’evento.


Crocerossine all’inaugurazione della lapide a ricordo dell’ospedale militare

La notizia in oggetto era motivata dal fatto che qualche giorno prima si erano svolti nell’Alta Savoia i funerali della regina Maria Josè e, nel corso degli stessi, era stato evidenziato l’impegno di volontariato umanitario e sanitario svolto dalla stessa negli anni di guerra in ospedali e centri di cura. Le testimonianze confermavano che nell’autunno 1943 Maria Josè, principessa ancora giovane e bella nella divisa da crocerossina, aveva visitato l’ospedale militare del Caleotto, ospitato nel complesso scolastico della località allora decisamente periferica della città di Lecco. I testimoni ricordavano la visita della principessa fra i letti dei giovani militari degenti, feriti o mutilati. Era affiancata dall’allora prevosto di Lecco mons. Giovanni Borsieri, dal cappellano dell’ospedale, il padre cappuccino Fortunato, e da ufficiali medici. Maria Josè era giunta a Lecco in treno speciale da Milano ed era ripartita con analogo mezzo sul convoglio dotato di carrozza reale, che alcuni testimoni ricordavano con arredamenti da salotto, foderati di rosso, con tendaggi e tappeti. Un album privato, gelosamente conservato da una famiglia lecchese, contiene ancor oggi foto della visita, fra le corsie dell’ospedale, risalente a settantacinque anni or sono. I lecchesi ormai anziani potranno ricordare un particolare curioso dell’ospedale militare del Caleotto. Nell’estate 1953 venne organizzata la sesta ed ultima Quinquennale, esposizione dell’industria e del lavoro lecchesi, che prendeva tale denominazione dalla scadenza ogni cinque anni della manifestazione stessa. La Quinquennale 1953 fu, purtroppo, l’ultima di un’iniziativa che per diverse edizioni aveva già raccolto lusinghieri commenti e risultati. Nel 1953 il tetto con tegole del vasto complesso che aveva ospitato, dieci anni prima, l’ospedale militare era ancora contrassegnato da vistose croci rosse, segnale di salvaguardia dalle incursioni aeree, allora sempre più presenti nel territorio lecchese.
A.B.
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