Lecco perduta/105: chi era il Luigino dell’ACEL?

Il vecchio serbatoio ACEL di via Fiandra (1968)
Era la primavera-estate 1968 quando il caso “Luigino” provocò anche uno sciopero all’Azienda municipalizzata del gas. Cosa era successo? Un funzionario amministrativo del gas, allora nella  nuovissima sede di via Fiandra al Caleotto, era partito per il periodo di ferie e durante tale assenza un componente del Consiglio di Amministrazione si era visto recapitare una singolare cartolina postale colorata con “I saluti di Luigino”. La cartolina raffigurava un cacciatore che sparava bum bum senza colpire un uccellino in volo.
I rapporti fra il componente del Consiglio di Amministrazione destinatario della cartolina ed il sospettato funzionario del gas erano da tutti ritenuti non tra i migliori. Vi erano state, infatti, anche delle animate discussioni. Il consigliere di amministrazione ritenne la cartolina “un tiro mancino” di mancato rispetto del funzionario e portò la missiva all’attenzione del Consiglio di Amministrazione.
La riunione top secret vagliò attentamente la situazione; a quanto risulta, ma non ufficialmente confermato, si parlò anche di una possibile perizia calligrafica. Il Consiglio di Amministrazione decise, comunque, di avviare un’inchiesta disciplinare su Luigino. La decisione suscitò la reazione dei sindacati e della commissione interna: una delegazione di lavoratori chiese un incontro e urgente con il sindaco di Lecco Alessandro Rusconi, affinchè anche la civica Amministrazione fosse informata di quello che succedeva sul “caso Luigino”. Il sindaco Rusconi dichiarò di non essere in possesso di elementi tali per capire chi fosse il Luigino della cartolina; i sindacati escludevano nella maniera più assoluta che la persona sospettata, funzionario integerrimo, fosse l’autore dello scritto.
Il persistere dell’Azienda Gas ad interventi disciplinari fece sì che il sindacato proclamasse una mezza giornata di sciopero, in segno di solidarietà con il collega ritenuto ingiustamente accusato. Lo sciopero fu a maggioranza dei dipendenti; alcuni lavoratori si dissociarono, ritenendo che il caso Luigino fosse troppo gonfiato. L’opinione pubblica, tra l’altro, cominciava a chiedersi se all’Azienda Gas, indicata come fiore all’occhiello di nuovi servizi municipalizzati con la Giunta di centro-sinistra, non vi fossero problemi più importanti che tenere riunioni ed assemblee sulla cartolina del Luigino. Il singolare caso assunse anche popolarità nazionale, portando a Lecco inviati di quotidiani, curiosi di sapere la storia di Luigino e di vedere la fin troppo nota cartolina che nel frattempo era stata gelosamente custodita nell’archivio delle pratiche riservate.
Arrivarono le ferie di agosto, la città divenne vuota, con la gente tra mare e monti, e si sgonfiò il “caso Luigino”. Tutto cadde nel tempo che passa, salvo che in qualche incontro conviviale di pensionati e di colleghi, quando si diceva “Bei tempi quelli passati. A proposito ti ricordi del caso Luigino? Ma alla fine chi era il Luigino? Non si è saputo mai!”
A.B.
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