Lecco perduta/88: la battaglia del Ponte Vecchio e il plastico rievocativo
“War Games, sì, vuol dire giochi di guerra, ma noi preferiamo parlare di giochi di ricostruzione storica in miniatura”, dichiarava in un’intervista di anni or sono Paolo Ferraris, agente immobiliare, presidente del Club Wargames Lecco. Il club era stato fondato da dodici pionieri nel 1987 e fra le sue realizzazione maggiori, dieci anni dopo, vi è stata la battaglia dell’aprile 1799 fra Francesi ed Austro-Russi, presso il Ponte Azzone Visconti, in Lecco. Il Ponte Vecchio è in questi giorni al centro della cronaca, in quanto il nuovo impianto di illuminazione, voluto dal Comune di Lecco, richiede, per l’installazione dello stesso, la chiusura totale dell’antichissimo manufatto in diverse ore del giorno. E’ allora tempo di ricordare il plastico rievocativo del Club Wargames Lecco sulla battaglia del 1799. Il plastico ottenne il primo premio dell’apposito concorso per la ricostruzione di schieramenti e paesaggi delle più famose battaglie, durante la rassegna “Militalia”, presso la Fiera di Novegro. E’ stato un importantissimo raduno di appassionati di oggettistica e modellismo storico-militare.
I lecchesi di Wargames Club hanno preceduto nell’apposita classifica gli “Ussari Alati” di Milano, le “Aquile Imperiali” sempre di Milano, i gruppi di Faenza, Vicenza, Ravenna e di altre città, tutti in campo con gli scenari dei più noti scontri d’arme dal ‘700 al ‘900. I lecchesi, ricostruendo il paesaggio intorno all’Adda, nel tratto da Pescarenico (casa Corti, in Via Previati, dove sulla facciata sono rimasti i segni delle cannonate) sino al Ponte Vecchio, hanno schierato quattrocento soldatini in divisa d’epoca, appartenenti agli opposti schieramenti francese ed austro-russo. Collaborarono alla ricostruzione, con la regia di Paolo Ferraris, Giuseppe Abbiati, di Erba, e gli appartenenti al Club di Lecco Fabrizio La Marca, Fabio e Matteo Possenti, Stefano Anghileri ed altri. Il plastico venne, poi, esposto alla mostra patrocinata dal Comune e dai Civici Musei, presso la Torre Viscontea di Piazza XX Settembre. La cerimonia inaugurale vide schierate come picchetto d’onore comparse di militari francesi in divise d’epoca appartenenti al Gruppo Storico Rievocativo di Milano sulla Napoleonica Armata Italiana fra fine ‘700 ed inizio ‘900. Come noto, i genieri francesi, per ritardare l’avanzata nemica che ormai era a due passi dal ponte e per proteggere il ripiegamento dell’esercito transalpino, minò le prime due arcate del ponte. L’esplosione rallentò l’avvicinamento ed il successivo passaggio della Fanteria nemica sullo storico manufatto, che in questi giorni riceve “nuova immagine” dall’impianto di illuminazione appositamente realizzato.
I soci del War Games Lecco impegnati a ricostruire il plastico della battaglia intorno a villa Corti di Pescarenico, nel 1799
I lecchesi di Wargames Club hanno preceduto nell’apposita classifica gli “Ussari Alati” di Milano, le “Aquile Imperiali” sempre di Milano, i gruppi di Faenza, Vicenza, Ravenna e di altre città, tutti in campo con gli scenari dei più noti scontri d’arme dal ‘700 al ‘900. I lecchesi, ricostruendo il paesaggio intorno all’Adda, nel tratto da Pescarenico (casa Corti, in Via Previati, dove sulla facciata sono rimasti i segni delle cannonate) sino al Ponte Vecchio, hanno schierato quattrocento soldatini in divisa d’epoca, appartenenti agli opposti schieramenti francese ed austro-russo. Collaborarono alla ricostruzione, con la regia di Paolo Ferraris, Giuseppe Abbiati, di Erba, e gli appartenenti al Club di Lecco Fabrizio La Marca, Fabio e Matteo Possenti, Stefano Anghileri ed altri. Il plastico venne, poi, esposto alla mostra patrocinata dal Comune e dai Civici Musei, presso la Torre Viscontea di Piazza XX Settembre. La cerimonia inaugurale vide schierate come picchetto d’onore comparse di militari francesi in divise d’epoca appartenenti al Gruppo Storico Rievocativo di Milano sulla Napoleonica Armata Italiana fra fine ‘700 ed inizio ‘900. Come noto, i genieri francesi, per ritardare l’avanzata nemica che ormai era a due passi dal ponte e per proteggere il ripiegamento dell’esercito transalpino, minò le prime due arcate del ponte. L’esplosione rallentò l’avvicinamento ed il successivo passaggio della Fanteria nemica sullo storico manufatto, che in questi giorni riceve “nuova immagine” dall’impianto di illuminazione appositamente realizzato.
A.B.