Lecco perduta/86: quando c'era il 'Borsino' con l'insalata Gentiloni
Sono trascorsi quasi cento anni da quando, camminando da piazza XX Settembre verso piazza Garibaldi, sul lato destro di via Roma, c’era il rinomato ristorante “Cetra d’oro”, da tutti chiamato Borsino. Borsino era il soprannome del titolare del locale, il garibaldino Odile Moioli, ammiratore sfegatato dell’Eroe dei Due Monti e delle camice rosse, dalla spedizione dei Mille alle altre campagne risorgimentali. Il locale ospitò commemorazioni oratorie, che divenivano anche gastronomiche, esultando, in particolare, nella rievocazione della breccia di Porta Pia, Roma 1870, in quanto aveva consentito di abbattere il potere teocratico dei Pontefici e di dare all’Italia la sua capitale.
Il ristorante era il ritrovo dei cermenatiani, i fedelissimi di Mario Cermenati, politico e geologo, in particolare durante le campagne elettorali di primo Novecento. Il locale, signorile, borghese, compassato, in taluni convivi non mancava, però, di “scivolare” in aspetti gaudenti. Il balcone di via Roma, che appare oggi silenzioso ed anche leggermente trasformato rispetto a quello del vecchio Borsino, vide anche interventi oratori dell’onorevole Mario Cermenati festeggiando successi elettorali.
Il Borsino era, però, divenuto di Albino Casartelli, quando si tenne una cena con un menu che può essere oggi ricordato per l’insalata di stagione alla...Gentiloni. Il menu, come poteva ricordare l’avvocato Arnaldo Ruggiero, presente al convivio, non mancava di allusioni politiche. L’insalata si riferiva al patto Gentiloni per il quale i cattolici cominciarono a votare nelle elezioni politiche del 1913, superando il vecchio detto “Non possiamo ma, soprattutto, non vogliamo”. Vincenzo Ottorino Gentiloni era il bisnonno dell’attuale Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Arnaldo Ruggiero ha scritto della singolare cena nel suo terzo volume “Piccolo Mondo Antico Lecchese”, edito nel 1978 dalle Arti Grafiche Lecchesi. Il menu di quella cena non mancava di altri richiami politici. C’era il riso con ritagli di pollo alla Cermenati ed i calamaretti alla Monti, il sindaco di Lecco di quel periodo. Nessuno avrebbe pensato allora che, nel trascorrere inesorabile della storia, cento anni dopo, il Borsino sarebbe stato ricordato per un’insalata di stagione alla Gentiloni.
Il ristorante era il ritrovo dei cermenatiani, i fedelissimi di Mario Cermenati, politico e geologo, in particolare durante le campagne elettorali di primo Novecento. Il locale, signorile, borghese, compassato, in taluni convivi non mancava, però, di “scivolare” in aspetti gaudenti. Il balcone di via Roma, che appare oggi silenzioso ed anche leggermente trasformato rispetto a quello del vecchio Borsino, vide anche interventi oratori dell’onorevole Mario Cermenati festeggiando successi elettorali.
Il Borsino era, però, divenuto di Albino Casartelli, quando si tenne una cena con un menu che può essere oggi ricordato per l’insalata di stagione alla...Gentiloni. Il menu, come poteva ricordare l’avvocato Arnaldo Ruggiero, presente al convivio, non mancava di allusioni politiche. L’insalata si riferiva al patto Gentiloni per il quale i cattolici cominciarono a votare nelle elezioni politiche del 1913, superando il vecchio detto “Non possiamo ma, soprattutto, non vogliamo”. Vincenzo Ottorino Gentiloni era il bisnonno dell’attuale Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Arnaldo Ruggiero ha scritto della singolare cena nel suo terzo volume “Piccolo Mondo Antico Lecchese”, edito nel 1978 dalle Arti Grafiche Lecchesi. Il menu di quella cena non mancava di altri richiami politici. C’era il riso con ritagli di pollo alla Cermenati ed i calamaretti alla Monti, il sindaco di Lecco di quel periodo. Nessuno avrebbe pensato allora che, nel trascorrere inesorabile della storia, cento anni dopo, il Borsino sarebbe stato ricordato per un’insalata di stagione alla Gentiloni.
A.B.