Lecco perduta/74: la stagione dei vigili urbani in divisa bianca
I lecchesi di una generazione non più giovane possono ricordare quando i vigili urbani, nel corso della stagione estiva, avevano la divisa bianca. E’ un salto di memorie a ritroso nel tempo, agli anni del boom economico, della motorizzazione crescente e di una città che cercava nel turismo nuovi momenti di crescita e di spinta economica.
Nella storia dei nostri vigili urbani, ora agenti di polizia locale, vi è solo una breve stagione degli anni ’60 del Novecento che ha visto la divisa bianca, in tutta una vicenda storica che ha avuto inizio nel 1885. E’ stato, infatti, in tale anno dell’Ottocento che la civica amministrazione decise di nominare un capo guardia nella persona dell’ex maresciallo dei Carabinieri Antonio Arluni, milanese di nascita. L’ex maresciallo Arluni fu un capo guardia praticamente senza vigili: ebbe come incarico di sorvegliare i cursori, divenuti poi messi notificatori, che avevano il compito, oltre che di notificare gli atti comunali, anche quello di un controllo sull’osservanza dei regolamenti civici, con particolare riferimento all’occupazione degli spazi assegnati nel mercato. Fu così che il Comune di Lecco, nel 1885, quando aveva la sua sede ancora nella piazza del Mercato, nelle vicinanze della Torre Viscontea, decise di affidarsi ad un uomo di esperienza e di conoscenza della legge, il maresciallo Arluni. Per cinque anni l’ex sottufficiale della Benemerita svolse lodevolmente tale incarico e nel 1890 subentrò un altro ex maresciallo, sempre della Benemerita, il lecchese Luigi Castelletti. Erano gli anni dei primi guai della circolazione stradale con … i “terribili velocipedi”.
Vigili e velocipedi furono al centro di “aspre contese” sui divieti di circolazione, sulla velocità dei mezzi con pedali, a due ruote, in particolare lungo il Corso da largo Manzoni a Pescarenico. Tutti problemi poi cancellati dal dilagare della circolazione automobilistica.
I lecchesi possono ricordare i pattugliamenti diurni e serali dei vigili in bicicletta. Davano il buon esempio il comandante Bonacina ed il vice comandante Petrella nei loro giri di controllo dei servizi predisposti. La divisa bianca venne adottata quando il Corpo era solo al maschile. Vennero tanti anni dopo le prime vigilesse con Luigia Brivio ed Ornella Rusconi. C’era ancora la Befana del vigile, con i regali per l’Epifania sotto i portici di piazza Garibaldi con via Roma, dove c’era un presidio fisso, come sul retro del Teatro della Società ed al frequentatissimo incrocio via Amendola-via Ghislanzoni per il movimento dello scalo merci ferroviario e del vicino ospedale.
E’ stata una breve stagione, quella divisa bianca, ma con un tocco di colore e di novità turistica. Qualcuno ha recentemente commentato “Sarà stato per la divisa bianca, ma mi sembrava di vedere i vigili allora più presenti in città”.
Nella storia dei nostri vigili urbani, ora agenti di polizia locale, vi è solo una breve stagione degli anni ’60 del Novecento che ha visto la divisa bianca, in tutta una vicenda storica che ha avuto inizio nel 1885. E’ stato, infatti, in tale anno dell’Ottocento che la civica amministrazione decise di nominare un capo guardia nella persona dell’ex maresciallo dei Carabinieri Antonio Arluni, milanese di nascita. L’ex maresciallo Arluni fu un capo guardia praticamente senza vigili: ebbe come incarico di sorvegliare i cursori, divenuti poi messi notificatori, che avevano il compito, oltre che di notificare gli atti comunali, anche quello di un controllo sull’osservanza dei regolamenti civici, con particolare riferimento all’occupazione degli spazi assegnati nel mercato. Fu così che il Comune di Lecco, nel 1885, quando aveva la sua sede ancora nella piazza del Mercato, nelle vicinanze della Torre Viscontea, decise di affidarsi ad un uomo di esperienza e di conoscenza della legge, il maresciallo Arluni. Per cinque anni l’ex sottufficiale della Benemerita svolse lodevolmente tale incarico e nel 1890 subentrò un altro ex maresciallo, sempre della Benemerita, il lecchese Luigi Castelletti. Erano gli anni dei primi guai della circolazione stradale con … i “terribili velocipedi”.
Vigili e velocipedi furono al centro di “aspre contese” sui divieti di circolazione, sulla velocità dei mezzi con pedali, a due ruote, in particolare lungo il Corso da largo Manzoni a Pescarenico. Tutti problemi poi cancellati dal dilagare della circolazione automobilistica.
I lecchesi possono ricordare i pattugliamenti diurni e serali dei vigili in bicicletta. Davano il buon esempio il comandante Bonacina ed il vice comandante Petrella nei loro giri di controllo dei servizi predisposti. La divisa bianca venne adottata quando il Corpo era solo al maschile. Vennero tanti anni dopo le prime vigilesse con Luigia Brivio ed Ornella Rusconi. C’era ancora la Befana del vigile, con i regali per l’Epifania sotto i portici di piazza Garibaldi con via Roma, dove c’era un presidio fisso, come sul retro del Teatro della Società ed al frequentatissimo incrocio via Amendola-via Ghislanzoni per il movimento dello scalo merci ferroviario e del vicino ospedale.
E’ stata una breve stagione, quella divisa bianca, ma con un tocco di colore e di novità turistica. Qualcuno ha recentemente commentato “Sarà stato per la divisa bianca, ma mi sembrava di vedere i vigili allora più presenti in città”.
A.B.