Lecco perduta/71: quando ci si sfidava al tiro alla fune

Il tiro alla fune porta la memoria alle sagre di una volta, dove il clou di richiamo passava anche dal palo della cuccagna. Allora le squadre di contrada o di paese fiorivano d’incanto. Avveniva alla sera, all’osteria, tra amici agricoltori, boscaioli, valligiani. C’era i sapore dell’orgoglio di campanile, del cuore di contrada. Oggi il reclutamento dei giganti della fune è ben più difficile, anche dove volano le aquile.
E’ stato popolare per tanti anni l’albero della cuccagna che si svolgeva a Concenedo, sopra Barzio, in occasione della grande festa della Madonna Assunta, di Ferragosto, che vede allora la processione detta degli “scapoli”, perché la statua della Vergine era portata da uomini e giovani non maritati. L’albero della cuccagna è stato presente anche nella festa di Laorca di metà luglio nei primi anni del Novecento. Nel 1902 si stabilì il record con l’albero più alto: era un abete proveniente dall’alta Val Brembana e portato a spalle, con una fatica durata tre giorni, da giovani di Laorca, per sentieri montani. Era alto quasi 29 metri, con 1,20 di circonferenza e 12 quintali di peso. All’oratorio san Giuseppe di Laorca è visibile la foto con i partecipanti alla storica imprese dell’abete per la cuccagna, detto anche il “peghèe”.
