Lecco perduta/29: sul Lago si poteva 'navigare' coi barcaioli
C'erano i barcaioli per le gite sul lago di Lecco. Molta gente, infatti, veniva sulle sponde lecchesi per noleggiare una barca o per affidarsi ai remi dei barcaioli, che li accompagnavano per una navigazione turistica del golfo, sino a Malgrate ed alla vicina Rocca di Parè o alle gradinate del campo di regata della Canottieri Lecco, nella zona Malpensata Brick.
La stagione dei barcaioli aveva inizio a Pasqua, con le gite di Pasquetta, e si concludeva ad ottobre, con la festa di Lecco, dedicata alla Madonna del Rosario, celebrata nella prima domenica del mese.
Le barche, tolte dalla sponda approdo, venivano messe nei depositi di via del Pozzo, dove venivano recuperate nella settimana prima di Pasqua.
Nel letargo invernale i barcaioli, che quasi tutti abitavano in contrada del Pozzo, nel cuore più antico del vecchio borgo, facevano altri mestieri, in particolare i pescatori ed i facchini nei giorni del mercato, con il carico e lo scarico delle gondole e dei barconi.
Ogni due anni le barche dovevano essere sottoposte a revisione nautica, con controlli dello scafo, dei sedili, dei remi, con i relativi scalmi e di tutto quanto doveva garantire una navigazione sicura.
Il più popolare barcaiolo del Novecento è stato Francesco Gilardi, classe 1900, detto Cecchin; un altro barcaiolo popolare è stato Attilio Longhi, classe 1895, che era pure un provetto pescatore.
Rita Gilardi, residente in contrada del Pozzo, in un'intervista all'inizio del Duemila, dichiarò: "Ricordo da ragazza, quando andavo a trovare papà sulla riva d'approdo davanti al Portello. Tanti milanesi arrivavano la domenica a Lecco, in treno, per fare un giro in barca. Ragazzi ed anche adulti scendevano dai bus di gite, sempre per andare in barca. Vi erano anche le richieste di intere famiglie con numerosi figli. Purtroppo c'era qualche furbo che usciva in barca e non rientrava, lasciando il natante sulla riva di Malgrate, per non pagare il conto. La sera i barcaioli dovevano così muoversi dalla riva per cercare il mezzo non rientrato. Era gente alla buona, che credeva sulla parola e, dopo tali episodi, i barcaioli furono costretti a chiedere la carta di identità e di trattenerla sino al rientro". Vi fu anche qualche approdo di emergenza alla riva più vicina, lontana dal golfo del Palazzo delle Paure, per malori o pr improvvisi cambiamenti di tempo.
La storia dei barcaioli lecchesi si è spenta tra il 1970 ed il 1980; era antica come il mercato della vicina piazza XX Settembre ed il movimento portuale, il mercoledì ed il sabato, nell'area attuale di piazza Cermenati. Quest'ultimo si concluse nel settembre 1958 quando, nelle prime brume di autunno, l'ultima gondola salpò per una navigazione senza ritorno. La Motorizzazione stradale aveva cancellato i trasporti sul lago.
La stagione dei barcaioli aveva inizio a Pasqua, con le gite di Pasquetta, e si concludeva ad ottobre, con la festa di Lecco, dedicata alla Madonna del Rosario, celebrata nella prima domenica del mese.
Le barche, tolte dalla sponda approdo, venivano messe nei depositi di via del Pozzo, dove venivano recuperate nella settimana prima di Pasqua.
Nel letargo invernale i barcaioli, che quasi tutti abitavano in contrada del Pozzo, nel cuore più antico del vecchio borgo, facevano altri mestieri, in particolare i pescatori ed i facchini nei giorni del mercato, con il carico e lo scarico delle gondole e dei barconi.
Adriano Galli, l'ultimo costruttore di barche sul cantiere del Lazzaretto
Il più popolare barcaiolo del Novecento è stato Francesco Gilardi, classe 1900, detto Cecchin; un altro barcaiolo popolare è stato Attilio Longhi, classe 1895, che era pure un provetto pescatore.
Rita Gilardi, residente in contrada del Pozzo, in un'intervista all'inizio del Duemila, dichiarò: "Ricordo da ragazza, quando andavo a trovare papà sulla riva d'approdo davanti al Portello. Tanti milanesi arrivavano la domenica a Lecco, in treno, per fare un giro in barca. Ragazzi ed anche adulti scendevano dai bus di gite, sempre per andare in barca. Vi erano anche le richieste di intere famiglie con numerosi figli. Purtroppo c'era qualche furbo che usciva in barca e non rientrava, lasciando il natante sulla riva di Malgrate, per non pagare il conto. La sera i barcaioli dovevano così muoversi dalla riva per cercare il mezzo non rientrato. Era gente alla buona, che credeva sulla parola e, dopo tali episodi, i barcaioli furono costretti a chiedere la carta di identità e di trattenerla sino al rientro". Vi fu anche qualche approdo di emergenza alla riva più vicina, lontana dal golfo del Palazzo delle Paure, per malori o pr improvvisi cambiamenti di tempo.
La storia dei barcaioli lecchesi si è spenta tra il 1970 ed il 1980; era antica come il mercato della vicina piazza XX Settembre ed il movimento portuale, il mercoledì ed il sabato, nell'area attuale di piazza Cermenati. Quest'ultimo si concluse nel settembre 1958 quando, nelle prime brume di autunno, l'ultima gondola salpò per una navigazione senza ritorno. La Motorizzazione stradale aveva cancellato i trasporti sul lago.
A.B.