Lecco perduta/19: i segni delle cannonate visibili a Pescarenico
Hanno ormai oltre 200 anni i “buchi” che si notano ancora sulla facciata dell’edificio di via Previati 25, in quartiere Pescarenico, presso il Circolo ACLI Campaniletto. Sono “segni” dei cannoni durante la battaglia di Lecco del 25 aprile 1799, fra francesi ed austro-russi.
L’edificio di via Previati è la storica casa Corti, elegante palazzina caratterizzata da vivaci cotti neorinascimentali sulle bardature di balconi e finestre. Nel 1799 era una villa isolata e circondata dal verde, alla periferia settentrionale del vecchio nucleo dei pescatori, sulla riva dell’Adda. L’attuale via Previati era la strada da Lecco a Bergamo. C’è una lapide che ricorda il 25 aprile 1799.
Il prevosto di Lecco don Benedetto Volpi fu coinvolto nell’infuriare della battaglia. Il sacerdote, a cavallo, si dirigeva da Lecco San Nicolò a Pescarenico per celebrare il 25 aprile, San Marco, il rito devozionale delle Rogazioni, processioni propiziatorie per l’inizio della stagione agricola nei campi. Venne bloccato senza tanti complimenti da una pattuglia russa, che si impossessò del cavallo. Le case dei pescatori di Pescarenico diventarono trinceramento di opposti reparti e subirono saccheggi di soldati in cerca di cibo, bevande ed oggetti di valore.
Le ferite delle palle di cannone in via Previati mostrano ancora oggi l’impianto graffiante dei colpi di artiglieria del tempo.
L’edificio di via Previati è la storica casa Corti, elegante palazzina caratterizzata da vivaci cotti neorinascimentali sulle bardature di balconi e finestre. Nel 1799 era una villa isolata e circondata dal verde, alla periferia settentrionale del vecchio nucleo dei pescatori, sulla riva dell’Adda. L’attuale via Previati era la strada da Lecco a Bergamo. C’è una lapide che ricorda il 25 aprile 1799.
I segni delle cannonate visibili a occhio nudo
Tutto il corso dell’Adda venne investito da scontri aspri e sanguinosi, da Cassano a Lecco. Il punto chiave della battaglia lecchese era il trecentesco, importantissimo ponte Azzone Visconti, difeso dai francesi. L’artiglieria francese sparava dal pianoro di Piano Sciresa, sul monte Barro, mirando alle avanguardia austro-russe che si avvicinavano al ponte visconteo. Si combatté fra le case di Pescarenico, dove la fanteria austriaca avanzò a ranghi serrati contro i trinceroni dei granatieri transalpini. I cosacchi russi avevano già infranto la prima linea di resistenza francese, alla chiusa Visconti, oggi quartiere Chiuso di Lecco. La battaglia si concluse il 28 aprile con la vittoria austro-russa e con il ripiegamento francese oltre il ponte visconteo.Il prevosto di Lecco don Benedetto Volpi fu coinvolto nell’infuriare della battaglia. Il sacerdote, a cavallo, si dirigeva da Lecco San Nicolò a Pescarenico per celebrare il 25 aprile, San Marco, il rito devozionale delle Rogazioni, processioni propiziatorie per l’inizio della stagione agricola nei campi. Venne bloccato senza tanti complimenti da una pattuglia russa, che si impossessò del cavallo. Le case dei pescatori di Pescarenico diventarono trinceramento di opposti reparti e subirono saccheggi di soldati in cerca di cibo, bevande ed oggetti di valore.
Le ferite delle palle di cannone in via Previati mostrano ancora oggi l’impianto graffiante dei colpi di artiglieria del tempo.
A.B.