Lecco perduta/3: Via Pizzi, un tempo era oasi di tranquillità
Via Pizzi, fra Via Amendola e Via Appiani è divenuta un fitto parcheggio, con autovetture su entrambi i lati della strada. Ha così perso il silenzio invidiabile che l’accompagnava decenni or sono, lungo il muro perimetrale del giardino di Villa Amigoni, un verde reso pubblico e diviso da una cancellata verso l’asfalto. Via Pizzi si animava nelle ore di ingresso e di uscita degli scolari dalle elementari della vicina “Edmondo De Amicis” di Via Amendola, costruita negli anni Trenta come Scuola “Giovanni Berta”. Era anche la strada un lungo “corridoio di giochi” per i ragazzi delle case vicine; dal cortile delle botti e dei sassi di Via Ghislanzoni alla Curt d’Africa di Via Pizzi. Si giocava anche nel cortiletto retrostante Villa Arrigoni di Via Pizzi.
La foto che viene pubblicata è del Giugno 1962, quando Via Pizzi cominciava a conoscere le prime auto in sosta.
Via Pizzi nel 1962
Il grattacielo di Via Appiani non c’era e sull’area si trovava la vecchia fabbrica del ghiaccio di Geremia. L’attività venne chiusa nel 1957 e nel ’58 iniziò la demolizione del complesso per far posto alla nuova costruzione. La Via Carlo Pizzi ricorda il pittore lecchese nato nel 1842 e morto nel 1908. Pizzi è autore di dipinti fra i migliori del paesaggio lecchese. La città ha dedicato a Carlo Pizzi una mostra in occasione della Quinquennale del 1927. Nel 1972 l’Azienda di Turismo, con la presidenza di Nino Lupica, raccolse le migliori opere di Pizzi. Vennero esposte in una mostra antologica nel salone delle scuderie presso Villa Manzoni, al Caleotto. Il catalogo venne presentato da Giorgio Mascherpa, che indicò in Pizzi uno dei migliori pittori dell’Ottocento lombardo.La foto che viene pubblicata è del Giugno 1962, quando Via Pizzi cominciava a conoscere le prime auto in sosta.
A.B.