Calolzio: 30 anni dopo, l'Avis re-inaugura la stele al cimitero
Era stato inaugurato nel 1985 , dall'allora presidente Cav. Giovanni Mapelli il “Monumento dell’avisino” all’interno del cimitero maggiore di Calolziocorte, in via Padri Serviti.
Da allora sono passati 30 anni e i segni del tempo iniziavano a farsi vedere sulla scultura: per questo l’Avis ha deciso di restaurarlo a dovere e di re-inaugurarlo con una cerimonia proprio nel giorno del 50° anniversario dalla nascita dell’Avis calolziese. Il 12 settembre 1965 l’associazione, appena creata, organizzò infatti la sua prima festa.
L’aiuola – che spesso veniva calpestata - è stata completamente rinnovata, la stele ripulita ed è stata posizionata anche una piccola targa in memoria del 50°.
Da allora sono passati 30 anni e i segni del tempo iniziavano a farsi vedere sulla scultura: per questo l’Avis ha deciso di restaurarlo a dovere e di re-inaugurarlo con una cerimonia proprio nel giorno del 50° anniversario dalla nascita dell’Avis calolziese. Il 12 settembre 1965 l’associazione, appena creata, organizzò infatti la sua prima festa.
Gli avisini calolziesi e le autorità intervenute
Ed è per ringraziare i moltissimi donatori che hanno aiutato i malati in questo mezzo secolo di solidarietà e in particolare quelli che non ci sono più, il presidente Lionello Cattaneo e tutta la sua squadra hanno voluto risistemare il monumento all’ingresso del camposanto, di fianco al “gemello” dell’Aido.L’aiuola – che spesso veniva calpestata - è stata completamente rinnovata, la stele ripulita ed è stata posizionata anche una piccola targa in memoria del 50°.
Il sindaco Cesare Valsecchi, il presidente Avis Lionello Cattaneo, la vice Roberta Galli e Don Angelo Belotti
Guglielmo Magni e Lionello Cattaneo
“E’ stato davvero un bel gesto: chi muore vive per sempre nel cuore di chi non dimentica, e con oggi vogliamo ricordare chi ha reso così grande la nostra associazione” ha commentato il vicepresidente provinciale Guglielmo Magni.
“Il sangue nella vita è il simbolo della vita: donarlo significa dunque dare la vita ai nostri fratelli” sono state le parole di don Angelo Belotti, che ha benedetto la stele.
P.V.