Tentato omicidio di Maggianico: in aula la ‘ricostruzione’ della vittima
E’ stato rinviato al prossimo 12 novembre il procedimento relativo al tentato omicidio di Maggianico che vede al banco degli imputati un giovanissimo magrebino, difeso dall’avvocato Marilena Guglielmana, accusato di avere accoltellato l’addetto a una pompa di rifornimento nel settembre 2024, rischiando, secondo il capo di imputazione, di ucciderlo.
Nonostante la presenza dell’interprete per escutere la vittima, il racconto, reso nei giorni scorsi davanti al collegio giudicante presieduto da Bianca Maria Bianchi, è stato a tratti difficoltoso e di non facile comprensione.
Il ragazzo, di origine pakistana, affiancato appunto da un interprete di lingua urdu, ha spiegato come avesse visto la prima volta l’aggressore nel mese di agosto quando si era recato presso l’autolavaggio per chiedere di poter lavorare.
“L’ho incontrato poche volte, io facevo il mio e lui il suo” ha detto. “Poi non si è più visto, non so perché, ma non ho avuto problemi con lui”. Quel giorno, ha proseguito, lo aveva notato seduto vicino alle casse del rifornimento, con un altro ragazzo. Intento a fare la chiusura, lo aveva visto entrare nel locale e poi brandire un coltello nella mano destra. “Ero dietro il bancone, è venuto verso di me e mi ha accoltellato” .
Quattro i tentativi di colpirlo con l’arma a serramanico, 8 centimetri di lama, di cui due andati a segno alla gamba, il primo in maniera superficiale e il secondo invece in profondità. Ad accanirsi sul giovane anche l’amico dell’imputato, che brandiva invece un bastone che si era rotto sotto i colpi inferti sul braccio.
Mentre veniva picchiato il pachistano era riuscito ad estrarre il cellulare dalla tasca e a filmare alcuni momenti dell’aggressione.
Incalzata dall’avvocato della difesa, la vittima ha negato di avere mai ricevuto e trattenuto dei soldi dallo zio, titolare della stazione di servizio, che avrebbero dovuto essere consegnati all’imputato quale corrispettivo del lavoro svolto. Questa infatti la motivazione, secondo la difesa, della presenza del giovane magrebino sul posto, finalizzata appunto ad avere quanto spettante e non certo ad aggredire.
Il procedimento è stato aggiornato al mese di novembre quando sarà chiusa la fase dibattimentale con gli ultimi testi e poi si darà spazio alla discussione
Nonostante la presenza dell’interprete per escutere la vittima, il racconto, reso nei giorni scorsi davanti al collegio giudicante presieduto da Bianca Maria Bianchi, è stato a tratti difficoltoso e di non facile comprensione.
Il ragazzo, di origine pakistana, affiancato appunto da un interprete di lingua urdu, ha spiegato come avesse visto la prima volta l’aggressore nel mese di agosto quando si era recato presso l’autolavaggio per chiedere di poter lavorare.
“L’ho incontrato poche volte, io facevo il mio e lui il suo” ha detto. “Poi non si è più visto, non so perché, ma non ho avuto problemi con lui”. Quel giorno, ha proseguito, lo aveva notato seduto vicino alle casse del rifornimento, con un altro ragazzo. Intento a fare la chiusura, lo aveva visto entrare nel locale e poi brandire un coltello nella mano destra. “Ero dietro il bancone, è venuto verso di me e mi ha accoltellato” .
Quattro i tentativi di colpirlo con l’arma a serramanico, 8 centimetri di lama, di cui due andati a segno alla gamba, il primo in maniera superficiale e il secondo invece in profondità. Ad accanirsi sul giovane anche l’amico dell’imputato, che brandiva invece un bastone che si era rotto sotto i colpi inferti sul braccio.
Mentre veniva picchiato il pachistano era riuscito ad estrarre il cellulare dalla tasca e a filmare alcuni momenti dell’aggressione.
Incalzata dall’avvocato della difesa, la vittima ha negato di avere mai ricevuto e trattenuto dei soldi dallo zio, titolare della stazione di servizio, che avrebbero dovuto essere consegnati all’imputato quale corrispettivo del lavoro svolto. Questa infatti la motivazione, secondo la difesa, della presenza del giovane magrebino sul posto, finalizzata appunto ad avere quanto spettante e non certo ad aggredire.
Il procedimento è stato aggiornato al mese di novembre quando sarà chiusa la fase dibattimentale con gli ultimi testi e poi si darà spazio alla discussione
S.V.