Pescate: giovane 'condanna' chi sporca con... una poesia

Riceviamo e pubblichiamo

Buongiorno, 
mi chiamo Vittoria Silvestrini, ho 27 anni e mezzo e vivo ad Abbadia Lariana. Da tre mesi sto svolgendo il mio anno di Servizio Civile presso il Comune di Pescate, nel quale sto vivendo un'esperienza che mi sta dando tanto sotto il profilo professionale e umano. Purtroppo, durante le mie passeggiate mattutine lungo il Lago di Garlate, tra fiori, alberi, cigni e anatre, mi capita di vedere qua e là rifiuti di vario genere, lasciati da persone incivili che non hanno alcuna cura dell'ambiente circostante.
Al riguardo ho scritto una poesia che mira a condannare tali comportamenti, di seguito ve la trascrivo:

A Pescate, dove l'Adda serpeggia, 
Tra verdi rive e un cielo che s'atteggia 
A specchio limpido, sereno e vasto, 
Un'ombra grigia copre ogni contrasto. 
Non è la nebbia che d'autunno vela 
I campi e i boschi, o la notturna tela
Di stelle spente. 
È un'onta più cocente, 
Un segno vile, un gesto indifferente. 
Bottiglie vuote, sacchi lacerati, 
E cartoni sgualciti e abbandonati. 
Tracce d'un passo senza alcun riguardo, 
Che sfregia il bello con sprezzante sguardo. 
Là dove il cigno scivola elegante, 
E la libellula, folgorante, 
In cerca è d'acqua e di quiete pura, 
Regna l'inciviltà, triste sciagura. 
Gli incivili passano, la mano lesta, 
Gettando via ciò che non gli resta 
Di utilità, e lasciano un macigno 
Sul cuore di chi ama ogni suo segno. 
Pescate sospira, ferita e offesa, 
La sua bellezza in parte già lesa. 
Un monito silente, un grido amaro, 
Per chi non sente il richiamo più chiaro: 
Rispetto e cura, per ogni sasso, fiore, 
Per l'aria pura e per l'antico odore 
Di terra viva. 
Che l'onda del rispetto 
Sommerga l'ombra e illumini ogni aspetto. 
Vittoria
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