PAROLE CHE PARLANO/243
Caterva
È una parola che non ha un suono né elegante né poetico, tanto che non la usiamo frequentemente, dubitando addirittura che possa essere una forma popolare dialettale.
La sua origine invece è lontana nel tempo, deriva infatti dal latino caterva, che indicava una folla, una massa di gente o di animali, una truppa o una schiera di soldati non disciplinati, ma disposti in masse caotiche, in contrapposizione alle ordinatissime legioni romane.
Dice Cicerone contro Crisogono, potente liberto di Silla: Chrysogonum, iudices, cum magna caterva togatorum passim per forum volitare videtis = O giudici, vedete Crisogono passeggiare qua e là per il foro con una grande schiera di togati.
Sallustio, nel suo bellum Iugurthinum, afferma: catervatim, uti quosque fors conglobaverat, in nostros incurrunt = a mucchi, come il caso li aveva raggruppati, si lanciano all'assalto dei nostri.
In origine tuttavia non aveva una connotazione necessariamente negativa, ma il suo uso era spesso legato a un gruppo che agiva senza un'organizzazione formale.
Il termine italiano caterva, usato oggi quando si vuole indicare in modo iperbolico e ironico una gran quantità confusa o eccessiva di cose o persone (“ho una caterva di compiti!” “mi è arrivata una caterva di email” “è un governo costituito da una caterva di incapaci”), discende dunque direttamente dal termine latino come, tuttavia, una “caterva” di altri termini.