Lecco: con Zapelli in mostra scatti di detenuti, dal 4 settembre
La sala auditorium di Officina Badoni, a Lecco, dal 4 al 27 settembre ospiterà la mostra fotografica di Gian Maria Zapelli "Gli anni smarriti".
L’esposizione propone sedici grandi pannelli di sedici detenuti che l'autore ha incontrato, conosciuto e poi fotografato nella Casa Circondariale di Lecco.
Diversamente da un a lunga tradizione di fotografia di carcere, nella mostra non viene raccontato il dolore e la fatica emotiva della detenzione. Del suo lavoro Zapelli dice: “Questo progetto è ispirato da una convinzione: che una persona non sia definita solo dal suo reato, per il quale deve giustamente scontare una pena. Vi è una polifonia umana in ognuno più articolata e ricca delle singole azioni che si compiono. Da questa prospettiva l’intento è di infrangere il muro che separa un carcerato dalle altre persone, allontanato, per il suo reato e la detenzione, in una distanza sociale e psicologica che lo rende totalmente estraneo come essere umano, non solo colpevole. Il progetto si propone di testimoniare persone più grandi del reato che hanno commesso”.
Gli scatti non cercano il dramma, ma colgono i detenuti negli stessi gesti, sguardi e sorrisi che potremmo trovare in molte foto di amici. E allo stesso tempo ci spostano in un altrove, perché attorno a queste persone, alla gentilezza dei loro occhi, vi è il carcere, con le sue piccole celle, con le sbarre e il poco di una vita rinchiusa.
Luisa Mattina, direttore della Casa Circondariale di Lecco ha accolto e sostenuto con entusiasmo questo progetto vedendo nella detenzione anche un tempo della conciliazione, prima di tutto con sé stessi. In sintonia con il progetto di Zapelli che ha consentito ai detenuti di poter raccontare di sé e offrirsi a uno scatto fotografico come esperienza per soffermarsi sulla propria identità.
Gian Maria Zapelli
È nato e vive a Lecco (1960). Laureato in filosofia e una successiva formazione in psicologia. Da sempre la fotografia accompagna la sua vita, integrandosi con l’impegno professionale come fondatore di una delle più affermate società italiane di counseling e formazione manageriale. Keynote speaker e coach per più di 30 anni per le principali aziende italiane. Da tre anni si sta dedicando esclusivamente alla fotografia e alla scrittura. È autore di numerosi saggi di psicologia. Scrive anche poesia. I suoi versi sono raccolti in otto volumi
Nella fotografia racconta l’esperienza umana nelle sue espressioni più precarie o marginali. Dalle comunità etniche esposte alla loro scomparsa alle periferie cittadine del mondo dove la vita si raccoglie in sopravvivenza. Ma anche narrazioni di invisibili gesti di impegno sociale e civile.
Ha visitato più di 100 paesi, avvicinando soprattutto remote culture etniche e precarie periferie urbane.
Ha proposto i suoi scatti in numerose esposizioni. Tra le ultime:
• Rovereto, Biblioteca Tartarotti. “Il lavoro dove passi” – luglio ‘25
• Milano, Spazio Tadini: “Sotto i piedi” – dicembre ‘24
• Lodi, Festival della Fotografia Etica, Circuito off: “Per strada: il lavoro dove passi” – ottobre ‘24
• Lecco, Torre Viscontea: “Per strada: il lavoro dove passi” - aprile ‘24
• Lodi, Festival della Fotografia Etica, Circuito off: “Abitare” – ottobre ‘23
• Milano, Spazio Tadini: “Frammenti di strada” – maggio ‘23
• Varese, Ubik: “Dwelling” – settembre ‘22
L’esposizione propone sedici grandi pannelli di sedici detenuti che l'autore ha incontrato, conosciuto e poi fotografato nella Casa Circondariale di Lecco.
Diversamente da un a lunga tradizione di fotografia di carcere, nella mostra non viene raccontato il dolore e la fatica emotiva della detenzione. Del suo lavoro Zapelli dice: “Questo progetto è ispirato da una convinzione: che una persona non sia definita solo dal suo reato, per il quale deve giustamente scontare una pena. Vi è una polifonia umana in ognuno più articolata e ricca delle singole azioni che si compiono. Da questa prospettiva l’intento è di infrangere il muro che separa un carcerato dalle altre persone, allontanato, per il suo reato e la detenzione, in una distanza sociale e psicologica che lo rende totalmente estraneo come essere umano, non solo colpevole. Il progetto si propone di testimoniare persone più grandi del reato che hanno commesso”.
Gli scatti non cercano il dramma, ma colgono i detenuti negli stessi gesti, sguardi e sorrisi che potremmo trovare in molte foto di amici. E allo stesso tempo ci spostano in un altrove, perché attorno a queste persone, alla gentilezza dei loro occhi, vi è il carcere, con le sue piccole celle, con le sbarre e il poco di una vita rinchiusa.
Luisa Mattina, direttore della Casa Circondariale di Lecco ha accolto e sostenuto con entusiasmo questo progetto vedendo nella detenzione anche un tempo della conciliazione, prima di tutto con sé stessi. In sintonia con il progetto di Zapelli che ha consentito ai detenuti di poter raccontare di sé e offrirsi a uno scatto fotografico come esperienza per soffermarsi sulla propria identità.
Gian Maria Zapelli
È nato e vive a Lecco (1960). Laureato in filosofia e una successiva formazione in psicologia. Da sempre la fotografia accompagna la sua vita, integrandosi con l’impegno professionale come fondatore di una delle più affermate società italiane di counseling e formazione manageriale. Keynote speaker e coach per più di 30 anni per le principali aziende italiane. Da tre anni si sta dedicando esclusivamente alla fotografia e alla scrittura. È autore di numerosi saggi di psicologia. Scrive anche poesia. I suoi versi sono raccolti in otto volumi
Nella fotografia racconta l’esperienza umana nelle sue espressioni più precarie o marginali. Dalle comunità etniche esposte alla loro scomparsa alle periferie cittadine del mondo dove la vita si raccoglie in sopravvivenza. Ma anche narrazioni di invisibili gesti di impegno sociale e civile.
Ha visitato più di 100 paesi, avvicinando soprattutto remote culture etniche e precarie periferie urbane.
Ha proposto i suoi scatti in numerose esposizioni. Tra le ultime:
• Rovereto, Biblioteca Tartarotti. “Il lavoro dove passi” – luglio ‘25
• Milano, Spazio Tadini: “Sotto i piedi” – dicembre ‘24
• Lodi, Festival della Fotografia Etica, Circuito off: “Per strada: il lavoro dove passi” – ottobre ‘24
• Lecco, Torre Viscontea: “Per strada: il lavoro dove passi” - aprile ‘24
• Lodi, Festival della Fotografia Etica, Circuito off: “Abitare” – ottobre ‘23
• Milano, Spazio Tadini: “Frammenti di strada” – maggio ‘23
• Varese, Ubik: “Dwelling” – settembre ‘22

Date evento
giovedì, 04 settembre 2025