Incendio sul lungolago, Carlo Piazza: Lecco non può più tollerare questo degrado
Ancora un episodio vandalico nella zona del McDonald’s in via Lungolago Isonzo, davanti all’Hotel Alberi. Stavolta è toccato ai cassonetti, dati alle fiamme in pieno centro. È l’ennesimo segnale di un degrado che avanza, sotto gli occhi di tutti.
Quella che dovrebbe essere una delle zone più belle e vissute della città sta diventando terreno fertile per risse, atti vandalici e comportamenti fuori controllo. La sera, soprattutto nei fine settimana, il lungolago si trasforma: da luogo di passeggio a zona dove la gente ha paura a fermarsi. I cittadini sono stanchi, esasperati. Chi vive e lavora lì non si sente più al sicuro.
A tutto questo si aggiunge il problema cronico di piazza Affari, dove da anni si segnalano frequentazioni pericolose, in particolare nella zona tra i portici e l’angolo del tribunale. I residenti, giustamente preoccupati, avevano proposto di installare cancelli per limitare l’accesso nelle ore notturne, ma la richiesta è stata respinta dall’amministrazione Gattinoni,. Un’occasione persa: quei cancelli erano necessari, e oggi è evidente quanto serva una vera bonifica di certe presenze che rendono invivibile la zona.
Con l’insediamento del McDonald’s, la situazione è ulteriormente peggiorata. I portici si sono trasformati in un campo base di gruppi di Maranza che bivaccano, disturbano e alimentano un senso costante di insicurezza. Non è più tollerabile.
È evidente che quanto si sta facendo oggi non basta più. Occorrono interventi concreti, immediati. Serve un presidio costante, una presenza reale e continua delle forze dell’ordine nelle ore più critiche. Ma da sola non è sufficiente. Anche altre città lombarde hanno introdotto il supporto della vigilanza privata a fianco della Polizia Locale, con risultati concreti nel contrasto alla malamovida. Perché non farlo anche a Lecco?
La sicurezza non può essere trattata come un tema di secondo piano. È un diritto. Non ci si può girare dall’altra parte mentre intere zone della nostra città vengono lasciate al degrado. Servono soluzioni serie, non promesse.
Stridono, in questo contesto, i 200mila euro spesi per la piattaforma galleggiante a lago, pensata per qualche migliaio di spettatori, con l’immagine di una città che non è più a misura del cittadino lecchese, una città che appare ormai fuori controllo. Dietro le tante risorse spese per attrarre turisti da fuori – ma finanziate con i soldi dei lecchesi – si staglia sempre più nitido il contorno di una città che oggi non è più accogliente né per chi ci vive, né per chi la visita.
Chi amministra ha il dovere di dare risposte. E oggi il primo segnale da dare è il ripristino del controllo del territorio, in particolare nelle aree più delicate. Il lungolago, piazza Affari, i portici: non possono più essere abbandonati.

A tutto questo si aggiunge il problema cronico di piazza Affari, dove da anni si segnalano frequentazioni pericolose, in particolare nella zona tra i portici e l’angolo del tribunale. I residenti, giustamente preoccupati, avevano proposto di installare cancelli per limitare l’accesso nelle ore notturne, ma la richiesta è stata respinta dall’amministrazione Gattinoni,. Un’occasione persa: quei cancelli erano necessari, e oggi è evidente quanto serva una vera bonifica di certe presenze che rendono invivibile la zona.
Con l’insediamento del McDonald’s, la situazione è ulteriormente peggiorata. I portici si sono trasformati in un campo base di gruppi di Maranza che bivaccano, disturbano e alimentano un senso costante di insicurezza. Non è più tollerabile.
È evidente che quanto si sta facendo oggi non basta più. Occorrono interventi concreti, immediati. Serve un presidio costante, una presenza reale e continua delle forze dell’ordine nelle ore più critiche. Ma da sola non è sufficiente. Anche altre città lombarde hanno introdotto il supporto della vigilanza privata a fianco della Polizia Locale, con risultati concreti nel contrasto alla malamovida. Perché non farlo anche a Lecco?
La sicurezza non può essere trattata come un tema di secondo piano. È un diritto. Non ci si può girare dall’altra parte mentre intere zone della nostra città vengono lasciate al degrado. Servono soluzioni serie, non promesse.
Stridono, in questo contesto, i 200mila euro spesi per la piattaforma galleggiante a lago, pensata per qualche migliaio di spettatori, con l’immagine di una città che non è più a misura del cittadino lecchese, una città che appare ormai fuori controllo. Dietro le tante risorse spese per attrarre turisti da fuori – ma finanziate con i soldi dei lecchesi – si staglia sempre più nitido il contorno di una città che oggi non è più accogliente né per chi ci vive, né per chi la visita.
Chi amministra ha il dovere di dare risposte. E oggi il primo segnale da dare è il ripristino del controllo del territorio, in particolare nelle aree più delicate. Il lungolago, piazza Affari, i portici: non possono più essere abbandonati.
Carlo Piazza, Candidato Sindaco della Lega per la Città di Lecco