Lecco: l'avvocato Fumagalli lascia la toga dopo 70 anni
Quest'oggi, 12 agosto, compie la bellezza di 97 anni. Ma per l'avvocato Edoardo Fumagalli il 2025 resterà legato ad altro memorabile traguardo: nelle scorse settimane, ha, infatti, “appeso la toga al chiodo” dopo 7 decenni ininterrotti di carriera forense. Lucido, riflessivo, desideroso ancora di approfondire “la vita”, per comprovati limiti di età, ha deciso di fermarsi e di andare così ufficialmente in pensione.
Giurisprudenza è stata per lui una scelta quasi “obbligata”. La passione per la scrittura lo avrebbe voluto giornalista, ma i tentativi in quel campo erano falliti e tutte le strade imboccate successivamente lo avevano convinto che nel suo futuro ci sarebbe stata...la legge.
Laureatosi nel 1955, ha iniziato subito a lavorare “a testa bassa”. Prima con la pratica nello studio dell'avvocato Muttoni, allora in via Cavour, e poi in autonomia.
Dopo i primi anni di civile, “una palestra seria e necessaria per ogni avvocato per approfondire e formarsi”, si è dedicato totalmente al penale e su quello ha costruito la sua carriera fatta di centinaia di casi. Alcuni anche di spessore nazionale, altri con tragedie disumane da trattare, come avevamo raccontato in una lunga intervista nel 2014 (CLICCA QUI).
Qualunque fosse però l'entità e la gravità del caso, l'avvocato Fumagalli vi si dedicava anima e corpo, trascorrendo interi giorni nell'approfondimento di leggi, cavilli, procedure. “Il processo lo studiavo sempre per la soluzione migliore che non sempre era una assoluzione” ha tenuto a precisare.
Inevitabile il cambiamento della professione e degli ambienti in settant'anni. “Sono intervenute linee di diritto diverse e non sempre in positivo. È cambiato il modo di giudicare, sono cambiate le parti in causa, sono cambiati i giudici. E il modo di esercitare la professione di avvocato”.
“Oggi non è più il merito a fare l'avvocato, quanto la capacità di sgomitare per emergere” ci aveva detto nel 2014, riconfermandolo con sicurezza nel 2025. “Oggi servono degli specialisti del diritto, non avvocati in generale. Il medico condotto non c'è più e così non c'è più nemmeno l'avvocato condotto. Chi fa l'avvocato, almeno a inizio carriera dovrebbe poterlo fare non per la necessità di sopravvivere ma per la passione per il diritto che lo porta ad approfondire e a studiare, a dedicare tempo a una causa”.
La fine della carriera forense, però, non lo ha messo in panchina con la vita. Oggi l'avvocato Fumagalli si dedica ancora con passione, dedizione e curiosità allo studio. “Amo fare ricerche sull'evoluzione del pensiero e provo a cercare dei punti solidi di sostegno attorno a cui far ruotare le argomentazioni” ha concluso. “Sono tante le materie che si intrecciano: storia, filosofia, fisica. Ho sempre concepito la vita come un divenire, un essere sempre in azione per ripensare, cercare e trovare la strada da imboccare, confidando anche nel proprio credo. Oggi c'è la tendenza a semplificare tutto, che per certi versi ha la sua utilità ma sotto il profilo di scienza e conoscenza manca l'approfondimento”.
Buon compleanno avvocato Fumagalli!

Laureatosi nel 1955, ha iniziato subito a lavorare “a testa bassa”. Prima con la pratica nello studio dell'avvocato Muttoni, allora in via Cavour, e poi in autonomia.
Dopo i primi anni di civile, “una palestra seria e necessaria per ogni avvocato per approfondire e formarsi”, si è dedicato totalmente al penale e su quello ha costruito la sua carriera fatta di centinaia di casi. Alcuni anche di spessore nazionale, altri con tragedie disumane da trattare, come avevamo raccontato in una lunga intervista nel 2014 (CLICCA QUI).
Qualunque fosse però l'entità e la gravità del caso, l'avvocato Fumagalli vi si dedicava anima e corpo, trascorrendo interi giorni nell'approfondimento di leggi, cavilli, procedure. “Il processo lo studiavo sempre per la soluzione migliore che non sempre era una assoluzione” ha tenuto a precisare.
Inevitabile il cambiamento della professione e degli ambienti in settant'anni. “Sono intervenute linee di diritto diverse e non sempre in positivo. È cambiato il modo di giudicare, sono cambiate le parti in causa, sono cambiati i giudici. E il modo di esercitare la professione di avvocato”.
“Oggi non è più il merito a fare l'avvocato, quanto la capacità di sgomitare per emergere” ci aveva detto nel 2014, riconfermandolo con sicurezza nel 2025. “Oggi servono degli specialisti del diritto, non avvocati in generale. Il medico condotto non c'è più e così non c'è più nemmeno l'avvocato condotto. Chi fa l'avvocato, almeno a inizio carriera dovrebbe poterlo fare non per la necessità di sopravvivere ma per la passione per il diritto che lo porta ad approfondire e a studiare, a dedicare tempo a una causa”.
La fine della carriera forense, però, non lo ha messo in panchina con la vita. Oggi l'avvocato Fumagalli si dedica ancora con passione, dedizione e curiosità allo studio. “Amo fare ricerche sull'evoluzione del pensiero e provo a cercare dei punti solidi di sostegno attorno a cui far ruotare le argomentazioni” ha concluso. “Sono tante le materie che si intrecciano: storia, filosofia, fisica. Ho sempre concepito la vita come un divenire, un essere sempre in azione per ripensare, cercare e trovare la strada da imboccare, confidando anche nel proprio credo. Oggi c'è la tendenza a semplificare tutto, che per certi versi ha la sua utilità ma sotto il profilo di scienza e conoscenza manca l'approfondimento”.
Buon compleanno avvocato Fumagalli!
S.V.