Officina Gerenzone: volontari ancora in azione alla diga del Paradone
Ancora una volta i volontari di Officina Gerenzone hanno dimostrato il loro fattivo e concreto legame con il territorio, gettandosi letteralmente “a capofitto” tra i rovi e le sterpaglie che negli ultimi quarant’anni hanno colonizzato e nascosto ciò che resta del patrimonio di archeologia industriale della Valle del Gerenzone.
Dopo la riscoperta della vecchia ruota in ferro dell’ex filatoio Spreafico in via Ramello, stavolta è stato il turno di un luogo altamente simbolico per le vicende storiche e industriali della Vallata ovvero la diga del Paradone.
Qui, dove dipartivano le due derivazioni principali del torrente Gerenzone, sopravvivono chiuse, vasconi, griglie ma soprattutto l’impianto che mediante invaso a sbarramento regolava l’afflusso dell’acqua nelle fiumicelle laterali. La diga attuale risale alla fine dell’Ottocento; di quella precedente, costituita da contrafforti e paratie in legno, rimane memoria in un vecchio disegno datato 1833 compilato in occasione dell’intervento idraulico voluto dai fratelli Giovanni Battista e Giovanni Antonio Gerosa della Piana, allora titolari di limitrofo stabilimento serico oltreché di commerci metallurgici.

Il sistema di regolazione avveniva mediante paratie e volani a timone, ancor oggi protetti in un vecchio casello di muratura e legno risalene al 1904 e sul quale Officina Gerenzone attuerà presto un importante intervento di restauro conservativo, d’intesa con il Comune di Lecco.
I volontari, capitanati dal presidente Paolo Colombo e da Carlo Polvara dell’Ordine dei Cavalieri di Parte Guelfa, hanno ripulito a forza di braccia e sfalci le chiuse, le griglie e i vasconi, liberandoli da pattume, sterpaglie e terra. La fatica è stata alla fine ripagata con la messa in funzione dimostrativa della diga. Dal vecchio casello, mediante i timoni in ferro sbloccati da oli lubrificanti, sono state abbassate le paratie principali; la diga si è così colmata – cosa che non avveniva dal 1989, quando è stata sciaguratamente chiusa la fiumicella principale che dipartiva verso Castello e Lecco – regalando uno spettacolo unico ed emozionante.
L’acqua dell’invaso si è palesata in tutta la sua limpidezza, chiamando una visione di paesaggio di sapore quasi caraibico. La frescura portata dalla corrente, salutare toccasana alla selvaggia canicola di questi giorni, ha reso magico questo momento che non è finito con la riapertura delle paratie bensì prosegue con le prossime spedizioni di pulizia di Officina Gerenzone, a cui tutta la città veramente dovrebbe essere grata.



Il sistema di regolazione avveniva mediante paratie e volani a timone, ancor oggi protetti in un vecchio casello di muratura e legno risalene al 1904 e sul quale Officina Gerenzone attuerà presto un importante intervento di restauro conservativo, d’intesa con il Comune di Lecco.


