Colico: straniero a processo per una doppia aggressione

In due, avrebbero picchiato selvaggiamente un uomo sul lungolago a Colico. E ancora prima, un'altra persona, nei pressi di un bar poco distante. Fatti risalenti al dicembre 2021 che sono stati ripercorsi stamani in Tribunale a Lecco, al cospetto del giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta. A seguito delle indagini dei Carabinieri della locale stazione, coordinati dalla Procura della Repubblica, sono finiti a processo due cittadini stranieri, uno dei quali - nel frattempo - ha chiesto la messa alla prova. Ad affrontare il dibattimento ne è rimasto quindi uno soltanto.
Citato quest'oggi, quale teste del pubblico ministero, un tassista residente nella vicina provincia comasca che quella sera aveva assistito al pestaggio sul lungolago. ''Arrivavo dopo una corsa: ad un certo punto ho notato due persone che si stavano accanendo selvaggiamente su un'altra, prendendola a calci'' ha detto il teste, riferendosi al 42enne vittima della seconda aggressione avvenuta nelle ore che separavano sabato 4 da domenica 5 dicembre di quasi quattro anni fa. ''Mi sono fermato a trenta metri di distanza, lasciando il motore acceso. Ho intimato loro di smetterla, ma andavano avanti. Solo quando ho preso in mano il telefono per chiamare i Carabinieri, si sono dileguati, correndo a piedi verso il centro''.
A quel punto la vittima, soccorsa dapprima dal testimone in attesa dell'arrivo degli operatori del 118, è stata accompagnata in ospedale. ''Non era svenuto, ma lamentava forti dolori ed era pieno di sangue in volto. Per picchiarlo i due hanno utilizzato anche dei vasi di fiori, vuoti, che si trovavano nelle vicinanze. Mi pare di ricordare che parlassero con accento straniero, forse dell'est, ma non li ho visti bene perchè mi trovavo ad una trentina di metri di distanza''.
Al termine dell'audizione del tassista - la cui testimonianza era stata preceduta da quella di uno degli operanti - il giudice ha disposto il rinvio dell'udienza all'autunno, accogliendo l'istanza del vpo Caterina Scarselli, di sentire un altro Carabiniere che si era occupato di visionare i filmati del sistema di videosorveglianza installato dinnanzi al bar scenario di una delle aggressioni di quella notte. Una richiesta finalizzata probabilmente a chiarire le modalità che hanno consentito di giungere all'identificazione dei due presunti responsabili dei fatti oggetto del procedimento.
Il difensore dell'imputato invece, ha fatto sapere di voler rinunciare all'esame del proprio assistito.
G.C.
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