Un appendiabiti del tubo

Cara Leccoonline

A Lecco un tubo del teleriscaldamento rischia di far saltare una corsia fondamentale del ponte Kennedy.
Sì, proprio quel ponte già sovraccarico di auto, tensioni e imprecazioni ogni giorno.

- E la cosa più bollente, qui, non è l’acqua che dovrebbe scorrere nel tubo, ma la gestione surreale della vicenda da parte del Comune.

- I tecnici lo sapevano da mesi (avrebbero dovuto saperlo da anni ..)
Gli ingegneri hanno fatto le loro perizie. (almeno da anni). I documenti circolavano sottobanco.
Ma l’informazione - di una certa rilevanza, visto che parliamo di bloccare una corsia su un ponte cruciale - è rimasta ben chiusa nei cassetti di Palazzo Bovara. Con la scusa del “non è ancora definitivo”, si è fatto in modo che nessuno sapesse nulla finché non fosse tempo di festa e di distrazione.
Non è partecipazione, è poker. E pure giocato male.

- Ecco il punto: il teleriscaldamento, già oggetto di scetticismo per sostenibilità ambientale ed economica, sta per diventare una zavorra grigia sospesa su un ponte. Buttato li alla leggera. Peccato che il ponte Kennedy non sia un appendiabiti.

- Ora, a distanza di anni di scavi, disagio, traffico impazzito, e cittadini trattati come cavie da laboratorio urbanistico, arriva la ciliegina sulla torta: “forse dovremo chiudere una corsia”.

Ops.
E come ciliegina sulla ciliegina, il tempismo: l’annuncio appunto arriva solo ora, probabilmente per evitare che qualcun altro facesse trapelare la notizia prima del sindaco.
Un modo elegante per “mettere le mani avanti” prima che la bomba esploda.
O peggio ancora, un modo per mettere sul piatto un problema più grosso, così magari si approva in fretta e furia la corsia d’uscita del Quarto Ponte. Che, per la cronaca, non è progettata, non è finanziata e forse è solo nei sogni pre-elettorali.

- Insomma, a Lecco i tubi sono pesanti, la trasparenza è leggera, e la politica si muove per auto convenienza e non per servizio.
Resta solo da capire quanti pesci abboccheranno.
A forza di non capire un tubo qualcuno in Comune rischia l'ennesima figuraccia. L'ennesima
Paolo Trezzi
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