PAROLE CHE PARLANO/228

Papa e cardinale

Non è un caso che la parola “papa” ricordi “papà”; spesso anche il correttore ortografico scambia i due termini e li suggerisce l'uno al posto dell'altro. Infatti il termine papa deriva dal greco antico páppas, una forma affettuosa per dire “padre”, simile al nostro “babbo” o “papà”, usata dai bambini per rivolgersi al proprio padre.

In epoca cristiana, già dal III secolo, páppas divenne un titolo di rispetto per i vescovi, trasformata poi in “papa” per i vescovi più autorevoli. A partire dal V secolo, l’uso si restrinse progressivamente fino a indicare solo il vescovo di Roma, cioè il pontefice della Chiesa cattolica.

Nel nostro vocabolario la parola cardinale indica apparentemente cose diverse. Frasi come “il rispetto è un valore cardinale in ogni relazione umana” o “l’onestà è un principio cardinale per ogni uomo” o “la libertà di espressione è un diritto cardinale in una società democratica” o ancora “i punti cardinali sono fondamentali dell’orientamento geografico” ci comunicano che può essere definito cardinale qualcosa di centrale, essenziale, da cui dipende il resto.

Il termine deriva infatti dal latino cardinalis, aggettivo che significa “principale, fondamentale” e a sua volta proviene da cardo, che in latino indicava il cardine di una porta (cioè l’asse su cui ruota) e quindi, figurativamente, un punto centrale, un asse portante.

Ecco quindi perché così sono stati definiti quei prelati che facevano da “cardine” alla guida dei papi, ed erano i loro consiglieri e collaboratori più stretti. Da lì, il titolo di cardinale si è usato per indicare i membri del collegio cardinalizio, che hanno tra i loro compiti principali l’elezione del Papa. E così hanno fatto per papa Leone XIV.

Rubrica a cura di Dino Ticli
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