Il francobollo, lo stadio, il comune e i due panettieri

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Il francobollo che una Signora di Fratelli d’Italia mi ha portato dal giorno dell’emissione per la ricorrenza dell’uccisione di Sergio Ramelli … lo tengo come ricordo e magari un giorno spiegherò a mio nipotino che il mondo non è diviso tra i buoni e i cattivi, ma ci sono periodi della storia di cui tutti ci dobbiamo vergognare e sui cui tutti dobbiamo riflettere affinché nulla si ripeta da una parte o dall’altra .

Lo stadio.
Fui uno dei primi da giovane esponente ancora missino ad andare a deporre un omaggio floreale al Rigamonti Ceppi insieme ai ragazzi del fronte della gioventù immediatamente e subito dopo ( qualcuno mi smentisca ) andavo a deporre lo stesso omaggio floreale agli operai che furono deportati nei campi di concentramento . Devo dire che da allora il clima di odio di rivalsa da entrambe le parti si è acutizzato anziché cicatrizzarsi e consegnarsi alla storia e alle menti lucide che sanno leggerla .
Forse è proprio per questo ( e’ un mio limite ) che per me i morti non hanno colore e il commemorare a mio avviso non è un segno di non voler dimenticare o addirittura non perdonare ma un gesto di carità cristiana.
Sinceramente allo stadio davanti a quella targa non ci vado da tempo e me men che meno quest’anno dopo aver visto il volantino che lo annunciava . Sono stato missino ho girato mille cantoni ma io non mi ritengo un camerata , così come credo non si ritenga la stragrande maggioranza degli elettori di fratelli d’Italia partito dove oggi milito (dopo il mio giro delle 7 chiese) . Sono di destra e mi identifico in una riflessione di Pinuccio Tatarella il quale a ragion veduta sosteneva che la destra non nasceva dal ventennio ma lo attraversava sempre ammesso che il fascismo fosse di destra .
Credo però che ognuno abbia il diritto di manifestare in modo non violento ciò che vuole grazie ai valori del 25 del Aprile , che non è quello di chi avendo legami con i collaborazionisti dei nazisti caccia ogni anno la brigata ebraica dai cortei o di coloro che a porzus per sostituire una dittatura con un altra trucidavano i partigiani della brigata Osoppo .

Detto questo veniamo al famigerato assalto al Palazzo Comunale: credo che non vi sia giustificazione alcuna di quanto accaduto e va la mia piena solidarietà alle forze dell’ordine.
La guerra civile ha diviso addirittura le famiglie e in pochi hanno fatto tesoro di quel dramma .
Forse ricominciare a parlare di pacificazione riconoscendo le responsabilità e’ un modo per crescere , crescere insieme e dare un futuro con dei valori condivisi alle nuove generazioni .
Perché è bello sentir dire che Ingrao disse a Pisano’ “ ora che ho vinto io tu sei senatore e se avessi vinto tu, io ero in carcere “ ma viste le scene davanti al comune di ieri verrebbe da aggiungere “ fino a prova contraria “ .
Quindi togliamo le maschere che orgoglio e avversari ci vogliono affibbiare .

Raccontiamo magari che in provincia di Lecco c’erano due panettieri uno fascista e l’altro partigiano , il primo nascondeva i partigiani per non farli catturare il secondo i fascisti .
Quando un anziano signore me lo raccontò tra me e me di primo acchito pensai che erano entrambi traditori invece ad entrambi farei un monumento.
Perché sperando che quella storia sia vera sarebbe veramente magnifico raccontarla ai nostri figli

Quanto scrivo non piacerà a nessuno … a volte è meglio piacere a se stessi .
Beppe Mambretti
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