Calolzio, il nuovo dirigente scolastico si presenta: 'determinato a lavorare per garantire continuità alla crescita dell'IC'
Da un paio di settimane, finalmente, anche l'IC di Calolzio, quell'immensa realtà che riunisce i plessi del capoluogo e materne, primarie e secondarie di primo grado statali di Vercurago, Erve, Carenno e Monte Marenzo, ha un suo dirigente titolare. Non succedeva ormai da anni, con le reggenze che si sono susseguite quasi senza soluzione di continuità, senza la presenza stabile, dunque, di un preside "ufficiale", dedicato "solo" ai 1.481 bambini e ragazzi delle 74 classi riunite sotto il grande cappello del "Comprensivo". "È un onore entrare a far parte di questa comunità e sono pronto ad affrontare questa nuova esperienza professionale con dedizione. Mi impegnerò a creare un ambiente sereno e inclusivo, dove tutti possano sentirsi valorizzati" ha scritto il dottor Giuseppe Andrea Fidone nella missiva inviata al suo arrivo a Calolzio a studenti, insegnanti, personale scolastico e genitori. "A tutti gli alunni, cuore dell’istituto, dedico un pensiero speciale con l’augurio di potervi accompagnare in maniera significativa in un cammino formativo che vi prepari al futuro. A voi docenti, personale e famiglie offro il mio pieno supporto e la massima disponibilità. La vostra collaborazione sarà fondamentale per costruire insieme un percorso educativo di qualità. Ringrazio tutti per l’accoglienza e sono entusiasta di iniziare questo percorso insieme a voi".
Classe 1981, originario di Acate, un piccolo comune della provincia di Ragusa, due lauree (in Economia Aziendale alla Luiss Guido Carli di Roma nel 2004 e in Relazioni Internazionali ed Europee all'Università di Parma nel 2017) il dottor Fidone, dopo i primi vorticosi giorni di insediamento, ha accettato di rispondere a qualche domanda, per presentarsi e iniziare a delineare quello che sarà il suo lavoro a Calolzio.
Come inizia la sua avventura nel mondo della scuola?
Il mio percorso nel mondo scolastico inizia nel 2008, quando ho ricevuto il mio primo incarico come supplente annuale presso l’IIS Magnaghi di Salsomaggiore Terme, insegnando discipline giuridiche, economiche, sostegno e ricoprendo varie funzioni (rsu, componente del CdI, Giunta esecutiva, funzione strumentale, ecc…). Dopo dieci anni di esperienza, ho superato il concorso a cattedra, diventando docente stabile nel 2014. Ho continuato a svolgere la funzione docente in diverse scuole in Emilia Romagna, Sicilia e Lazio, con alcuni periodi di distacco sindacale, fino a intraprendere un’esperienza presso l'Ufficio V della DGDP del Ministero degli Affari Esteri.
Poi la partecipazione al concorso per diventare dirigente scolastico, bloccato del ricorso al TAR. Come ha vissuto il periodo in cui la sua sorte è rimasta appesa ad un filo?
La situazione del ricorso al TAR è stata davvero particolare, creando incertezze che si sono prolungate per mesi e hanno avuto un impatto sulle scuole, in particolare su quelle in reggenza. Personalmente penso che, quando una questione rimane in sospeso per tanto tempo, non è facile rimanere impassibili. Tuttavia, ho cercato di mantenere alta la motivazione, focalizzandomi sul mio lavoro e rimanendo ottimista riguardo alla risoluzione positiva del contenzioso.
Cosa ha pensato quando le è stato assegnato, in prima nomina, l'Istituto Comprensivo di Calolzio, uno tra i più grandi della regione, se non il più grande?
L’assegnazione dell'Istituto Comprensivo di Calolzio mi ha colto inizialmente un po' di sorpresa, soprattutto considerando le dimensioni dell’istituto e la responsabilità che ne deriva. Calolzio è una realtà scolastica complessa, con molteplici sedi e una popolazione eterogenea. Ciò nonostante, l’entusiasmo di lavorare in un contesto così ricco di possibilità mi ha fatto subito capire che sarebbe stata una grande occasione per mettermi alla prova. La figura del dirigente scolastico è impegnativa, ma anche estremamente gratificante, specialmente quando si vedono i frutti del proprio impegno.
Come è stato l'inserimento ad anno scolastico già iniziato?
Subentrare in corso d’anno ha richiesto un adattamento rapido e una grande flessibilità. Non solo ho dovuto occuparmi delle consuete questioni organizzative, ma ho anche dovuto integrarmi in un contesto scolastico già avviato, il che ha reso indispensabile ascoltare le opinioni dei vari attori della comunità scolastica. Il mio obiettivo principale è stato garantire che il cambiamento non interferisse con il percorso didattico, cercando di minimizzare l'impatto sugli studenti. Un supporto fondamentale in questa fase mi è stato fornito dalla dirigente Sabrina Scola, la reggente uscente, che mi ha accompagnato durante il mei primi passi e si è resa disponibile ad affiancarmi in qualità di tutor in questo mio primo anno di servizio.
Come giudica la situazione che ha trovato e qual è invece l'impronta che vorrebbe dare all'IC?
Quando sono arrivato, ho trovato una scuola ben strutturata, con un corpo docente e un personale amministrativo altamente motivati e dediti al lavoro. A differenza di alcuni colleghi neo-immessi ho avuto la fortuna di incontrare una Dsga titolare, la dott.ssa Angela Caliri, con una solida esperienza e con la quale si è subito instaurato un rapporto di stima reciproca e di collaborazione molto proficuo. Ho percepito, tuttavia, anche la necessità di rinnovare l'offerta formativa e di stimolare una maggiore coesione all'interno della comunità scolastica. La mia visione per l'Istituto si concentra sul valorizzare al meglio le risorse interne, promuovendo al contempo una sinergia più forte tra la scuola, le famiglie e il territorio circostante. Fondamentale sarà implementare le pratiche didattiche innovative che fanno già parte del bagaglio professionale presente nell’Istituto, per rispondere alle esigenze di tutti gli studenti, con particolare attenzione a quelli provenienti da contesti sociali più vulnerabili. Il mio obiettivo è fare dell’Istituto Comprensivo di Calolzio un vero punto di riferimento per la comunità locale, dove l'educazione sia inclusiva, di alta qualità e prepari gli studenti ad affrontare le sfide del futuro.
In questi anni si è provato a diversificare l'offerta formativa per salvare l'attrattività di alcuni plessi, in particolari quelli più piccoli in collina. C'è ancora margine, a suo avviso, per lavorare in questo senso introducendo ulteriori "specificità"?
Ritengo che ci sia ampio margine per sviluppare ulteriormente le specificità dei plessi, in particolare quelli più piccoli e situati in collina. Diversificare l’offerta formativa non solo rende la scuola più interessante, ma risponde anche meglio alle necessità del territorio. In queste aree, dove le comunità sono più strette e radicate nella tradizione, si potrebbero, ad esempio, sviluppare progetti legati alla sostenibilità, all’educazione ambientale e alla valorizzazione del territorio. Inoltre, credo sia importante focalizzarsi su percorsi formativi personalizzati, che possano rispondere alle necessità individuali degli studenti, supportandoli nella loro crescita sia scolastica che personale.
A Calolzio, in particolare, il tema del disagio giovanile è da tempo centrale, specie in riferimento ai ragazzi di origini straniere, ormai fuori dal contesto scolastico. Con i più piccini, quali leve la scuola può azionare per favorire l'integrazione e prevenire, non solo con gli stranieri, situazioni di devianza?
Il disagio giovanile è una questione cruciale, non solo a Calolzio, ma in molte realtà scolastiche. La scuola ha un ruolo centrale nella prevenzione e nell'integrazione dei bambini provenienti da diverse culture. È essenziale lavorare fin da piccoli sui temi dell'inclusione, del rispetto delle diversità e della cittadinanza attiva. Le scuole possono intervenire su vari fronti: promuovendo attività che favoriscano l’integrazione culturale, proponendo progetti di mediazione linguistica, ma anche sviluppando competenze emotive e sociali nei bambini. Ogni alunno deve sentirsi parte di una comunità scolastica, e il coinvolgimento delle famiglie è altrettanto fondamentale, poiché il disagio spesso nasce da difficoltà nelle relazioni tra scuola e famiglia. Lavorare insieme può fare la differenza.
L'IC ha (quasi) sempre avuto reggenti, non presidi titolari. È arrivato per restare?
La continuità nella leadership è essenziale per il miglioramento a medio/lungo termine. L’Istituto ha bisogno di stabilità per implementare un piano di crescita duraturo. Confido che il mio incarico possa rappresentare una base solida per costruire un futuro stabile e prospero per la scuola. Nonostante le difficoltà iniziali e il periodo di incertezze, sono determinato a lavorare con impegno per garantire continuità alla crescita dell’Istituto. La scuola ha bisogno di una leadership chiara e forte, e sono pronto ad assumermi questa responsabilità per restare e far crescere la comunità scolastica.
Classe 1981, originario di Acate, un piccolo comune della provincia di Ragusa, due lauree (in Economia Aziendale alla Luiss Guido Carli di Roma nel 2004 e in Relazioni Internazionali ed Europee all'Università di Parma nel 2017) il dottor Fidone, dopo i primi vorticosi giorni di insediamento, ha accettato di rispondere a qualche domanda, per presentarsi e iniziare a delineare quello che sarà il suo lavoro a Calolzio.
Come inizia la sua avventura nel mondo della scuola?
Il mio percorso nel mondo scolastico inizia nel 2008, quando ho ricevuto il mio primo incarico come supplente annuale presso l’IIS Magnaghi di Salsomaggiore Terme, insegnando discipline giuridiche, economiche, sostegno e ricoprendo varie funzioni (rsu, componente del CdI, Giunta esecutiva, funzione strumentale, ecc…). Dopo dieci anni di esperienza, ho superato il concorso a cattedra, diventando docente stabile nel 2014. Ho continuato a svolgere la funzione docente in diverse scuole in Emilia Romagna, Sicilia e Lazio, con alcuni periodi di distacco sindacale, fino a intraprendere un’esperienza presso l'Ufficio V della DGDP del Ministero degli Affari Esteri.
Poi la partecipazione al concorso per diventare dirigente scolastico, bloccato del ricorso al TAR. Come ha vissuto il periodo in cui la sua sorte è rimasta appesa ad un filo?
La situazione del ricorso al TAR è stata davvero particolare, creando incertezze che si sono prolungate per mesi e hanno avuto un impatto sulle scuole, in particolare su quelle in reggenza. Personalmente penso che, quando una questione rimane in sospeso per tanto tempo, non è facile rimanere impassibili. Tuttavia, ho cercato di mantenere alta la motivazione, focalizzandomi sul mio lavoro e rimanendo ottimista riguardo alla risoluzione positiva del contenzioso.
Cosa ha pensato quando le è stato assegnato, in prima nomina, l'Istituto Comprensivo di Calolzio, uno tra i più grandi della regione, se non il più grande?
L’assegnazione dell'Istituto Comprensivo di Calolzio mi ha colto inizialmente un po' di sorpresa, soprattutto considerando le dimensioni dell’istituto e la responsabilità che ne deriva. Calolzio è una realtà scolastica complessa, con molteplici sedi e una popolazione eterogenea. Ciò nonostante, l’entusiasmo di lavorare in un contesto così ricco di possibilità mi ha fatto subito capire che sarebbe stata una grande occasione per mettermi alla prova. La figura del dirigente scolastico è impegnativa, ma anche estremamente gratificante, specialmente quando si vedono i frutti del proprio impegno.
Come è stato l'inserimento ad anno scolastico già iniziato?
Subentrare in corso d’anno ha richiesto un adattamento rapido e una grande flessibilità. Non solo ho dovuto occuparmi delle consuete questioni organizzative, ma ho anche dovuto integrarmi in un contesto scolastico già avviato, il che ha reso indispensabile ascoltare le opinioni dei vari attori della comunità scolastica. Il mio obiettivo principale è stato garantire che il cambiamento non interferisse con il percorso didattico, cercando di minimizzare l'impatto sugli studenti. Un supporto fondamentale in questa fase mi è stato fornito dalla dirigente Sabrina Scola, la reggente uscente, che mi ha accompagnato durante il mei primi passi e si è resa disponibile ad affiancarmi in qualità di tutor in questo mio primo anno di servizio.
Come giudica la situazione che ha trovato e qual è invece l'impronta che vorrebbe dare all'IC?
Quando sono arrivato, ho trovato una scuola ben strutturata, con un corpo docente e un personale amministrativo altamente motivati e dediti al lavoro. A differenza di alcuni colleghi neo-immessi ho avuto la fortuna di incontrare una Dsga titolare, la dott.ssa Angela Caliri, con una solida esperienza e con la quale si è subito instaurato un rapporto di stima reciproca e di collaborazione molto proficuo. Ho percepito, tuttavia, anche la necessità di rinnovare l'offerta formativa e di stimolare una maggiore coesione all'interno della comunità scolastica. La mia visione per l'Istituto si concentra sul valorizzare al meglio le risorse interne, promuovendo al contempo una sinergia più forte tra la scuola, le famiglie e il territorio circostante. Fondamentale sarà implementare le pratiche didattiche innovative che fanno già parte del bagaglio professionale presente nell’Istituto, per rispondere alle esigenze di tutti gli studenti, con particolare attenzione a quelli provenienti da contesti sociali più vulnerabili. Il mio obiettivo è fare dell’Istituto Comprensivo di Calolzio un vero punto di riferimento per la comunità locale, dove l'educazione sia inclusiva, di alta qualità e prepari gli studenti ad affrontare le sfide del futuro.
In questi anni si è provato a diversificare l'offerta formativa per salvare l'attrattività di alcuni plessi, in particolari quelli più piccoli in collina. C'è ancora margine, a suo avviso, per lavorare in questo senso introducendo ulteriori "specificità"?
Ritengo che ci sia ampio margine per sviluppare ulteriormente le specificità dei plessi, in particolare quelli più piccoli e situati in collina. Diversificare l’offerta formativa non solo rende la scuola più interessante, ma risponde anche meglio alle necessità del territorio. In queste aree, dove le comunità sono più strette e radicate nella tradizione, si potrebbero, ad esempio, sviluppare progetti legati alla sostenibilità, all’educazione ambientale e alla valorizzazione del territorio. Inoltre, credo sia importante focalizzarsi su percorsi formativi personalizzati, che possano rispondere alle necessità individuali degli studenti, supportandoli nella loro crescita sia scolastica che personale.
A Calolzio, in particolare, il tema del disagio giovanile è da tempo centrale, specie in riferimento ai ragazzi di origini straniere, ormai fuori dal contesto scolastico. Con i più piccini, quali leve la scuola può azionare per favorire l'integrazione e prevenire, non solo con gli stranieri, situazioni di devianza?
Il disagio giovanile è una questione cruciale, non solo a Calolzio, ma in molte realtà scolastiche. La scuola ha un ruolo centrale nella prevenzione e nell'integrazione dei bambini provenienti da diverse culture. È essenziale lavorare fin da piccoli sui temi dell'inclusione, del rispetto delle diversità e della cittadinanza attiva. Le scuole possono intervenire su vari fronti: promuovendo attività che favoriscano l’integrazione culturale, proponendo progetti di mediazione linguistica, ma anche sviluppando competenze emotive e sociali nei bambini. Ogni alunno deve sentirsi parte di una comunità scolastica, e il coinvolgimento delle famiglie è altrettanto fondamentale, poiché il disagio spesso nasce da difficoltà nelle relazioni tra scuola e famiglia. Lavorare insieme può fare la differenza.
L'IC ha (quasi) sempre avuto reggenti, non presidi titolari. È arrivato per restare?
La continuità nella leadership è essenziale per il miglioramento a medio/lungo termine. L’Istituto ha bisogno di stabilità per implementare un piano di crescita duraturo. Confido che il mio incarico possa rappresentare una base solida per costruire un futuro stabile e prospero per la scuola. Nonostante le difficoltà iniziali e il periodo di incertezze, sono determinato a lavorare con impegno per garantire continuità alla crescita dell’Istituto. La scuola ha bisogno di una leadership chiara e forte, e sono pronto ad assumermi questa responsabilità per restare e far crescere la comunità scolastica.
A.M.