Lecco: l'Orchestra sinfonica rende omaggio a Ghislanzoni
L’Aida, naturalmente, ma non solo. Serata musicale in onore di Antonio Ghislanzoni, scrittore e giornalista, ma anche librettista d’opera. Quello di ieri sera, all’auditorium del Palazzo dell’Economia di Lecco, è stato il momento conclusivo della serie di iniziative promosse dal Comune e dai musei nel corso dell’anno per celebrare anniversari che la città non poteva certo trascurare: il centenario della morte di Mario Cermenati e i bicentenari della nascita di Antonio Stoppani e appunto di Antonio Ghislanzoni.
Un ciclo che era cominciato in aprile con la presentazione della nuova edizione del “Bel Paese” di Stoppani nella prestigiosa collana dei “Millenni” della casa editrice Einaudi.
Il concerto di ieri sera ha visto l’esecuzione di una serie di brani tratti da opere per le quali Ghislanzoni aveva scritto il libretto: l’Aida per Giuseppe Verdi, appunto, che è il più celebre, ma anche “Il canto di Mignon” per Francesco Paolo Frontini, “Salve Regina” e “Storielle d’amore” per Giacomo Puccini, “Edmea” per Alfredo Catalani e “Salvator Rosa” per quell’Antonio Carlo Gomes che nella Maggianico animata dallo scapigliato Ghislanzoni all’Albergo del Davide volle costruire una villa, oggi sede della scuola civica di musica.
In scena l’Orchestra sinfonica di Lecco, in una formazione ridotta, quella da “salone”, appositamente nata con organico ridotto e pianoforte principale, rifacendosi alla Vienna a cavallo tra Ottocento e Novecento. A dirigere, Debora Mori. Solisti, la soprano Serena Daolio e il baritono Enrico Maria Marabelli.
A introdurre il concerto, il direttore del sistema museale Mauro Rossetto e il presidente dell’associazione che sostiene la Sinfonica lecchese, Silvio Romeo, il quale ha ricordato come è stato necessario da parte della direttrice Mori un lavoro di adattamento dei brani per adeguare gli spartiti appunto alla formazione ridotta.
Dell’orchestra facevano parte i violini Stefano Grossi, Ivan Zarrilli, Francesco Romeo, Dario Consensi, Chiara Ballabio, Carlo Patruno, Csokaj Blanka; il violoncello Gisella Romeo; il contrabbasso Giuseppe Nardone; il flauto Laura Biondo; il clarinetto Valter Pomarico; la tromba Federico Panizzolo; il trombone Luigi Bagnato e le percussioni di Walter Morelli.
Un ciclo che era cominciato in aprile con la presentazione della nuova edizione del “Bel Paese” di Stoppani nella prestigiosa collana dei “Millenni” della casa editrice Einaudi.
Il concerto di ieri sera ha visto l’esecuzione di una serie di brani tratti da opere per le quali Ghislanzoni aveva scritto il libretto: l’Aida per Giuseppe Verdi, appunto, che è il più celebre, ma anche “Il canto di Mignon” per Francesco Paolo Frontini, “Salve Regina” e “Storielle d’amore” per Giacomo Puccini, “Edmea” per Alfredo Catalani e “Salvator Rosa” per quell’Antonio Carlo Gomes che nella Maggianico animata dallo scapigliato Ghislanzoni all’Albergo del Davide volle costruire una villa, oggi sede della scuola civica di musica.
In scena l’Orchestra sinfonica di Lecco, in una formazione ridotta, quella da “salone”, appositamente nata con organico ridotto e pianoforte principale, rifacendosi alla Vienna a cavallo tra Ottocento e Novecento. A dirigere, Debora Mori. Solisti, la soprano Serena Daolio e il baritono Enrico Maria Marabelli.
Dell’orchestra facevano parte i violini Stefano Grossi, Ivan Zarrilli, Francesco Romeo, Dario Consensi, Chiara Ballabio, Carlo Patruno, Csokaj Blanka; il violoncello Gisella Romeo; il contrabbasso Giuseppe Nardone; il flauto Laura Biondo; il clarinetto Valter Pomarico; la tromba Federico Panizzolo; il trombone Luigi Bagnato e le percussioni di Walter Morelli.
D.C.