Lecco: corso di tinteggiatura in carcere, 8 diplomi
Nella giornata del 22 ottobre, presso la Casa Circondariale di Lecco, si è tenuta la consegna dei diplomi con la certificazione delle competenze ottenute dagli otto ragazzi che hanno frequentato il corso base di tinteggiatura organizzato da Enaip Lecco nel mese di agosto, alla presenza del Direttore della casa Circondariale Dottoressa Luisa Mattina, del personale educativo, ministeriale e di Polizia, del Direttore Enaip e della responsabile della formazione adulti Andrea Donegà e Francesca Giunchi e dei docenti Maurizio Figiani e Dritan Driza, imbianchino e cartongessista professionista.
Il corso ha centrato l’obiettivo che si era prefissato, ovvero di portare i corsisti alla conoscenza delle tecniche e procedure di tinteggiatura e lavorazioni di finitura anche attraverso i diversi strumenti utilizzabili. Una formazione sul campo che, dopo 12 ore di informativa tenuta dal prof. Figiani, sui rischi specifici dei prodotti di tinteggiatura e la normativa in materia di sicurezza nei cantieri, ha consentito ai partecipanti di imbiancare diverse aree del carcere, all’insegna del motto di Enaip “imparare facendo”, guidati con maestria da Driza che ha trasmesso loro competenze relative alle procedure di manutenzione ordinaria delle apparecchiature, alle tecniche di messa a punto colore con sistema tintometrico, di posa in opera di materiali da rivestimento, di rivestimento pareti, di preparazione delle superfici da trattare, di tinteggiatura pareti edifici, di utilizzo degli strumenti per tinteggiatura (rullo, pennello) e alle tecniche specifiche per la lavorazione e l’effetto richiesti.
Il progetto, finanziato da Decreto Interministeriale su modalità di accesso al Fondo previsto dall’art.1 commi 856 e 857 della Legge di Bilancio n. 197/22 – capitolo di bilancio 1771 p.g. 1 del Programma Amministrazione Penitenziaria, e avente come titolo “Formarsi per Ri-uscire” «è stato una grande esperienza dal punto di vista umano e professionale e – dichiara Donegà – ha riscosso un grande entusiasmo da parte dei partecipanti. Da tempo Fondazione Enaip è impegnata in queste attività che richiamano il suo impegno sociale e valoriale. Il carcere deve essere un luogo dove scontare la pena ma, soprattutto, il luogo dove ci sia il diritto di immaginare un futuro possibile. E immaginare il futuro alimenta la speranza che è ciò che tiene viva la persona, ovunque si trovi. Ecco, fare tutto ciò con dei corsi professionalizzanti che possano dare la possibilità alle persone di acquisire delle competenze da spendere nel mondo del lavoro, una volta fuori, diventa un modo per riconciliarsi con la società, preparandosi a rientrarvi a pieno titolo, e un aiuto a trovare un’occupazione. Perché il lavoro, oltre a dare dignità alla persona, abbatte il rischio di recidiva garantendo il diritto di riprendersi in mano la propria vita. La formazione assume quindi un grande valore pedagogico e sociale. Ringraziamo molto il Direttore della Casa Circondariale, Dottoressa Mattina, e tutto il personale educativo ministeriale e di Polizia, certi che ci saranno altre occasioni di collaborazione».
«È stato il primo percorso formativo all’interno della casa circondariale di Lecco. Si è dimostrata un’esperienza arricchente ed emozionante. Siamo stati accolti molto bene dal Direttore, da tutto il personale di Polizia, educativo e ministeriale presente e, con loro, abbiamo avuto una collaborazione costruttiva e costante, che ha agevolato il nostro compito. I corsisti si sono dimostrati favorevoli e disponibili all’apprendimento, entrando subito in relazione con noi e con i docenti coinvolti nel percorso di formazione. Hanno dimostrato un interesse crescente con il passare dei giorni, di sapere organizzare un lavoro in team rispettando i tempi dei compagni e hanno raggiunto una sufficiente autonomia. Il clima di lavoro era sereno e collaborativo. I corsisti si sono sentiti a proprio agio, permettendo, a loro e a noi, di creare una comunicazione costruttiva. Un’esperienza certamente gratificante sia da un punto di vista formativo che umano» conclude Francesca Giunchi.
Il corso ha centrato l’obiettivo che si era prefissato, ovvero di portare i corsisti alla conoscenza delle tecniche e procedure di tinteggiatura e lavorazioni di finitura anche attraverso i diversi strumenti utilizzabili. Una formazione sul campo che, dopo 12 ore di informativa tenuta dal prof. Figiani, sui rischi specifici dei prodotti di tinteggiatura e la normativa in materia di sicurezza nei cantieri, ha consentito ai partecipanti di imbiancare diverse aree del carcere, all’insegna del motto di Enaip “imparare facendo”, guidati con maestria da Driza che ha trasmesso loro competenze relative alle procedure di manutenzione ordinaria delle apparecchiature, alle tecniche di messa a punto colore con sistema tintometrico, di posa in opera di materiali da rivestimento, di rivestimento pareti, di preparazione delle superfici da trattare, di tinteggiatura pareti edifici, di utilizzo degli strumenti per tinteggiatura (rullo, pennello) e alle tecniche specifiche per la lavorazione e l’effetto richiesti.
Il progetto, finanziato da Decreto Interministeriale su modalità di accesso al Fondo previsto dall’art.1 commi 856 e 857 della Legge di Bilancio n. 197/22 – capitolo di bilancio 1771 p.g. 1 del Programma Amministrazione Penitenziaria, e avente come titolo “Formarsi per Ri-uscire” «è stato una grande esperienza dal punto di vista umano e professionale e – dichiara Donegà – ha riscosso un grande entusiasmo da parte dei partecipanti. Da tempo Fondazione Enaip è impegnata in queste attività che richiamano il suo impegno sociale e valoriale. Il carcere deve essere un luogo dove scontare la pena ma, soprattutto, il luogo dove ci sia il diritto di immaginare un futuro possibile. E immaginare il futuro alimenta la speranza che è ciò che tiene viva la persona, ovunque si trovi. Ecco, fare tutto ciò con dei corsi professionalizzanti che possano dare la possibilità alle persone di acquisire delle competenze da spendere nel mondo del lavoro, una volta fuori, diventa un modo per riconciliarsi con la società, preparandosi a rientrarvi a pieno titolo, e un aiuto a trovare un’occupazione. Perché il lavoro, oltre a dare dignità alla persona, abbatte il rischio di recidiva garantendo il diritto di riprendersi in mano la propria vita. La formazione assume quindi un grande valore pedagogico e sociale. Ringraziamo molto il Direttore della Casa Circondariale, Dottoressa Mattina, e tutto il personale educativo ministeriale e di Polizia, certi che ci saranno altre occasioni di collaborazione».
«È stato il primo percorso formativo all’interno della casa circondariale di Lecco. Si è dimostrata un’esperienza arricchente ed emozionante. Siamo stati accolti molto bene dal Direttore, da tutto il personale di Polizia, educativo e ministeriale presente e, con loro, abbiamo avuto una collaborazione costruttiva e costante, che ha agevolato il nostro compito. I corsisti si sono dimostrati favorevoli e disponibili all’apprendimento, entrando subito in relazione con noi e con i docenti coinvolti nel percorso di formazione. Hanno dimostrato un interesse crescente con il passare dei giorni, di sapere organizzare un lavoro in team rispettando i tempi dei compagni e hanno raggiunto una sufficiente autonomia. Il clima di lavoro era sereno e collaborativo. I corsisti si sono sentiti a proprio agio, permettendo, a loro e a noi, di creare una comunicazione costruttiva. Un’esperienza certamente gratificante sia da un punto di vista formativo che umano» conclude Francesca Giunchi.