Lecco: è mancato Guido Puccio, sindaco DC nella ‘svolta’ degli anni ‘70
E’ mancato Guido Puccio, aveva 86 anni. Tra il 1970 e il 1975 è stato sindaco dei Lecco. Le elezioni comunali del 7 giugno 1970 hanno segnato in casa democristiana un ricambio generazionale.
Lasciava Alessandro Rusconi, eletto nel 1962 dopo essere stato in precedenza vice sindaco ed assessore. Non erano entrati nella lista dello Scudo Crociato nemmeno il vice Antonietta Nava, gli assessori Renato Corbetta, Antonio Maggi, Luigi Andreotti, il capo corrente centrista di Martinelli nel lecchese Giovanni Bodega ed altri.
La nuova formazione democristiana aveva come candidato sindaco Guido Puccio, 32 anni, commercialista, impegnato nel partito con il delegato giovanile Giovanni Fiamminghi, fedelissimo del sempre più emergente Cesare Golfari che, con il voto del 7 giugno 1970 (prima elezione), entrerà in Regione Lombardia, divenendo subito capo gruppo e sarà poi secondo presidente dopo Giuseppe Guzzetti nel 1974.
A Lecco la nuova amministrazione di centro sinistra secco D.C.-P.S.I., con fuori i socialdemocratici di Icaro Taroni, assumeva gli incarichi municipali in un momento di contestazione sociale e politica notevole sul vento dell’autunno caldo 1968. Sulla città gravava poi il dramma della frana spaventosa del monte San Martino, che aveva provocato sette morti e l’evacuazione di una zona residenziale nelle vicinanze, nel febbraio 1969. L’amministrazione comunale di Puccio fu subito impegnata a far realizzare, con la legge speciale votata dal Parlamento, i giganteschi lavori di protezione dell’abitato di Lecco, da Laorca a Caviate-Pradello, sotto il monte San Martino.
L’aria del ’68 non mancò di soffiare forte anche sul Comune di Lecco che nella primavera 1971 venne occupato da studenti, lavoratori, gruppi culturali che si opponevano alla cancellazione del polmone verde di villa Manzoni al Caleotto per la realizzazione della nuova sede del Parini, che doveva lasciare l’insufficiente vecchio complesso di via Ghislanzoni. Si aprì una stagione di continue “scosse” dal referendum per il divorzio al tragici eventi come la bomba di Brescia, l’attentato al treno Italicus ed anche la guerra nel Vietnam con i sempre più pesanti bombardamenti statunitensi. Erano gli anni dei cortei, delle manifestazioni antimperialiste, antifasciste che diventano in alcuni casi anche anti D.C. perché lo Scudo Crociato era indicato come alleato degli Stati Uniti.
L’amministrazione comunale di Guido Puccio, pur nel quadro veramente agitato del perimetro politico, si impegnò a fondo nella stesura del nuovo Piano Regolatore con un dibattito aperto tra associazioni di categoria e cittadini nei quartieri. E’ assessore all’urbanistica il democristiano Giuseppe Resinelli.
Nel periodo di sindaco di Guido Puccio si deve registrare (1972) il primo gemellaggio ufficiale della città di Lecco con la francese Macon. L’anno successivo, 1973, la città di Lecco è impegnata nell’anno centenario della scomparsa di Alessandro Manzoni ed è chiamata a far parte del comitato costituito dal Comune di Milano con la guida del sindaco Aldo Aniasi. Vi sono intense manifestazioni manzoniane, dal Congresso di Studi con l’intervento di Riccardo Bacchelli e di Claudio Cesare Secchi, a manifestazioni popolari come la prima edizione della camminata manzoniana.
Guido Puccio termina il suo mandato come sindaco nel 1975, quando non torna in lista per le comunali, tentando, invece, la candidatura verso la Regione Lombardia dove la D.C. punta alla riconferma di Cesare Golfari come presidente. Ma il 1975 è il “tetto” dell’onda rossa, con un P.C.I. che avanza ovunque e registra il maggiore successo elettorale della sua storia nel cammino della Repubblica. Puccio non verrà eletto.
Tornerà in Consiglio Comunale come capo gruppo D.C., con il sindaco Giulio Boscagli, scomparso anch’egli nei mesi scorsi. Sarà candidato - senza venire eletto - a primo presidente della Provincia di Lecco, nel ballottaggio del 1995, con il sindaco di Valmadrera Mario Anghileri.
L’impegno politico di Guido Puccio era iniziato nelle file della nascente Gioventù Studentesca, anni ‘57/’58, con don Spirito Colombo e la presenza di alcuni giovanissimi come Roberto Formigoni, Giulio Boscagli, Angelo Scola, Costantino Mangioni, Plinio Agostoni, Sebastiano Magon, Fabio Baroncini ed altri nella sede presso il sagrato di San Nicolò.
Vedovo da dieci anni, Puccio lascia due figli.
Il Sindaco Mauro Gattinoni, la Giunta e il Consiglio comunale esprimono vicinanza alla famiglia e a tutti i cari di Guido Puccio e ricordano con profonda gratitudine il suo impegno politico e amministrativo, con particolare riferimento ai cinque anni in cui guidò la Città di Lecco.
Le esequie, alle quali saranno presenti il primo cittadino, il Gonfalone del Comune di Lecco e la Scorta d’Onore della Polizia Locale in alta uniforme, si terranno lunedì 3 giugno alle 15.30 nella Basilica di San Nicolò in Lecco.
Lasciava Alessandro Rusconi, eletto nel 1962 dopo essere stato in precedenza vice sindaco ed assessore. Non erano entrati nella lista dello Scudo Crociato nemmeno il vice Antonietta Nava, gli assessori Renato Corbetta, Antonio Maggi, Luigi Andreotti, il capo corrente centrista di Martinelli nel lecchese Giovanni Bodega ed altri.
La nuova formazione democristiana aveva come candidato sindaco Guido Puccio, 32 anni, commercialista, impegnato nel partito con il delegato giovanile Giovanni Fiamminghi, fedelissimo del sempre più emergente Cesare Golfari che, con il voto del 7 giugno 1970 (prima elezione), entrerà in Regione Lombardia, divenendo subito capo gruppo e sarà poi secondo presidente dopo Giuseppe Guzzetti nel 1974.
A Lecco la nuova amministrazione di centro sinistra secco D.C.-P.S.I., con fuori i socialdemocratici di Icaro Taroni, assumeva gli incarichi municipali in un momento di contestazione sociale e politica notevole sul vento dell’autunno caldo 1968. Sulla città gravava poi il dramma della frana spaventosa del monte San Martino, che aveva provocato sette morti e l’evacuazione di una zona residenziale nelle vicinanze, nel febbraio 1969. L’amministrazione comunale di Puccio fu subito impegnata a far realizzare, con la legge speciale votata dal Parlamento, i giganteschi lavori di protezione dell’abitato di Lecco, da Laorca a Caviate-Pradello, sotto il monte San Martino.
L’aria del ’68 non mancò di soffiare forte anche sul Comune di Lecco che nella primavera 1971 venne occupato da studenti, lavoratori, gruppi culturali che si opponevano alla cancellazione del polmone verde di villa Manzoni al Caleotto per la realizzazione della nuova sede del Parini, che doveva lasciare l’insufficiente vecchio complesso di via Ghislanzoni. Si aprì una stagione di continue “scosse” dal referendum per il divorzio al tragici eventi come la bomba di Brescia, l’attentato al treno Italicus ed anche la guerra nel Vietnam con i sempre più pesanti bombardamenti statunitensi. Erano gli anni dei cortei, delle manifestazioni antimperialiste, antifasciste che diventano in alcuni casi anche anti D.C. perché lo Scudo Crociato era indicato come alleato degli Stati Uniti.
L’amministrazione comunale di Guido Puccio, pur nel quadro veramente agitato del perimetro politico, si impegnò a fondo nella stesura del nuovo Piano Regolatore con un dibattito aperto tra associazioni di categoria e cittadini nei quartieri. E’ assessore all’urbanistica il democristiano Giuseppe Resinelli.
Nel periodo di sindaco di Guido Puccio si deve registrare (1972) il primo gemellaggio ufficiale della città di Lecco con la francese Macon. L’anno successivo, 1973, la città di Lecco è impegnata nell’anno centenario della scomparsa di Alessandro Manzoni ed è chiamata a far parte del comitato costituito dal Comune di Milano con la guida del sindaco Aldo Aniasi. Vi sono intense manifestazioni manzoniane, dal Congresso di Studi con l’intervento di Riccardo Bacchelli e di Claudio Cesare Secchi, a manifestazioni popolari come la prima edizione della camminata manzoniana.
Guido Puccio termina il suo mandato come sindaco nel 1975, quando non torna in lista per le comunali, tentando, invece, la candidatura verso la Regione Lombardia dove la D.C. punta alla riconferma di Cesare Golfari come presidente. Ma il 1975 è il “tetto” dell’onda rossa, con un P.C.I. che avanza ovunque e registra il maggiore successo elettorale della sua storia nel cammino della Repubblica. Puccio non verrà eletto.
Tornerà in Consiglio Comunale come capo gruppo D.C., con il sindaco Giulio Boscagli, scomparso anch’egli nei mesi scorsi. Sarà candidato - senza venire eletto - a primo presidente della Provincia di Lecco, nel ballottaggio del 1995, con il sindaco di Valmadrera Mario Anghileri.
L’impegno politico di Guido Puccio era iniziato nelle file della nascente Gioventù Studentesca, anni ‘57/’58, con don Spirito Colombo e la presenza di alcuni giovanissimi come Roberto Formigoni, Giulio Boscagli, Angelo Scola, Costantino Mangioni, Plinio Agostoni, Sebastiano Magon, Fabio Baroncini ed altri nella sede presso il sagrato di San Nicolò.
Vedovo da dieci anni, Puccio lascia due figli.
Il Sindaco Mauro Gattinoni, la Giunta e il Consiglio comunale esprimono vicinanza alla famiglia e a tutti i cari di Guido Puccio e ricordano con profonda gratitudine il suo impegno politico e amministrativo, con particolare riferimento ai cinque anni in cui guidò la Città di Lecco.
Le esequie, alle quali saranno presenti il primo cittadino, il Gonfalone del Comune di Lecco e la Scorta d’Onore della Polizia Locale in alta uniforme, si terranno lunedì 3 giugno alle 15.30 nella Basilica di San Nicolò in Lecco.
Aloisio Bonfanti