Lecco: la Canottieri piange lo storico allenatore Giovanni Lozza, 68 anni
Tra le altre cose è stato anche il primo allenatore di quell'Antonio Rossi poi diventato campione olimpico e bandiera dello sport acquatico ben oltre i confini della nostra piccola Lecco. Giovanni Lozza, storico collaboratore della Canottieri, si è spento nelle scorse ore. Aveva solo 68 anni.
Tesserato per la prima volta dal club bluceleste nell'ottobre del 1971 come atleta juniores per la sezione canottaggio, tornerà in Canottieri poi nel 1983, dopo una parentesi in altra realtà, chiamato a gestire quello che poi diventerà il suo mondo, regalandogli grandi (sudate) soddisfazioni: la sezione canoa che già nel 1985, al secondo anno di attività, vincerà il suo primo titolo tricolore con il K2 di Antonio Rossi e Daniele Binda, cui seguiranno numerosi altri allori in tutte le distanze.
Dal 1992 – l'anno delle Olimpiadi di Barcellona - Lozza inizia ad allenare anche la sezione canottaggio. I primi risultati importanti arrivano dal 1998 con le prime medaglie ai campionati italiani cui seguiranno vari titoli nazionali, con due ori e un bronzo anche ai campionati mondiali e un oro e un argento ai campionati europei conquistati da "suoi" atleti.
Il CONI gli ha riconosciuto la “Palma di Bronzo al Merito Tecnico”, il più alto riconoscimento conferito ai propri tecnici. Nel corso di oltre trent'anni da allenatore, oltre ai 13 da agonista, “ha dimostrato, oltre a grande professionalità, un incredibile attaccamento ai colori blucelesti per i quali ha arricchito il medagliere di ben 1021 medaglie d’oro, 769 d’argento e 685 di bronzo” gli riconosceva la Canottieri in occasione dei 120 anni dal sodalizio. Ed oggi è proprio la Canottieri a annunciare la scomparsa dell'apprezzato collaboratore.
L'ultimo saluto gli verrà tributato martedì 20 alle ore 14.30 nella parrocchiale di Dolzago. Giovani Lozza lascia, oltre ai suoi tanti “allievi” che si sono susseguiti nel tempo, tra i quali giusto per citarne un altro paio Nicola Ripamonti e Kwadzo Klokpah, la moglie Manuela e i fratelli Maria Teresa e Enzo.
Tesserato per la prima volta dal club bluceleste nell'ottobre del 1971 come atleta juniores per la sezione canottaggio, tornerà in Canottieri poi nel 1983, dopo una parentesi in altra realtà, chiamato a gestire quello che poi diventerà il suo mondo, regalandogli grandi (sudate) soddisfazioni: la sezione canoa che già nel 1985, al secondo anno di attività, vincerà il suo primo titolo tricolore con il K2 di Antonio Rossi e Daniele Binda, cui seguiranno numerosi altri allori in tutte le distanze.
Dal 1992 – l'anno delle Olimpiadi di Barcellona - Lozza inizia ad allenare anche la sezione canottaggio. I primi risultati importanti arrivano dal 1998 con le prime medaglie ai campionati italiani cui seguiranno vari titoli nazionali, con due ori e un bronzo anche ai campionati mondiali e un oro e un argento ai campionati europei conquistati da "suoi" atleti.
Il CONI gli ha riconosciuto la “Palma di Bronzo al Merito Tecnico”, il più alto riconoscimento conferito ai propri tecnici. Nel corso di oltre trent'anni da allenatore, oltre ai 13 da agonista, “ha dimostrato, oltre a grande professionalità, un incredibile attaccamento ai colori blucelesti per i quali ha arricchito il medagliere di ben 1021 medaglie d’oro, 769 d’argento e 685 di bronzo” gli riconosceva la Canottieri in occasione dei 120 anni dal sodalizio. Ed oggi è proprio la Canottieri a annunciare la scomparsa dell'apprezzato collaboratore.
L'ultimo saluto gli verrà tributato martedì 20 alle ore 14.30 nella parrocchiale di Dolzago. Giovani Lozza lascia, oltre ai suoi tanti “allievi” che si sono susseguiti nel tempo, tra i quali giusto per citarne un altro paio Nicola Ripamonti e Kwadzo Klokpah, la moglie Manuela e i fratelli Maria Teresa e Enzo.