Combattere la violenza sulle donne: numeri e attività del sistema lecchese
Il tema della violenza contro le donne continua ad essere al centro del dibattito anche nel territorio lecchese, per questo la commissione terza di Palazzo Bovara ha ospitato una presentazione della rete Star e della Commissione pari opportunità per continuare ad affrontare la questione dopo una forte sollecitazione arrivata - all’unanimità - dal consiglio comunale dello scorso novembre.
A spiegare nel dettaglio come funziona il Sistema territoriale antiviolenza in rete, da cui l’acronimo Star, è stata la coordinatrice Claudia Pina: “Star è una delle 27 reti territoriali previste dalle Regione Lombardia e si rivolge all’intero territorio della nostra provincia. Il capofila è il Comune di Lecco e la rete, come previsto da Regione, è costituita sulla base di un accordo di collaborazione nato nel 2008 e sottoscritto da 28 soggetti pubblici e del terzo settore, che si rinnova di protocollo in protocollo, l’attuale vale fino al 2025”.
Alla rete partecipano i “nodi essenziali” - ovvero i due Centri antiviolenza del territorio, gli enti locali, le forze dell’ordine, il tribunale e gli enti del sistema sanitario e socio-sanitario - e una “pluralità di altri soggetti considerati necessari”: organizzazioni legate al tema del lavoro, e della casa, enti che si occupano di formazione, sindacati, scuole, l’Ordine degli avvocati e altri ancora. La governance, definita dal protocollo, prevede un tavolo inter-istituzionale con tutti i soggetti della rete, dei tavoli tecnici specifici per oggetti di lavoro e due sottogruppi che lavorano sul monitoraggio dei dati, sulla messa a punto di procedure di azioni di emergenza e sull’innovazione progettuale che attenziona alcuni temi specifici. Gli obiettivi fondamentali di questo lavoro sono quello di consolidare i servizi dei Centri di antiviolenza e l’accoglienza a favore delle donne, rafforzare la capacità di collaborazione, favorire lo sviluppo di azioni migliorative anche in termine di prevenzione.Fulcro del sistema sono appunto i due centri antiviolenza, Telefono donna e l’Altra metà del cielo. Entrambi retti da associazioni di volontariato, sono i soggetti coinvolti prioritariamente nell’organizzazione dei servizi a favore delle donne. Il primo servizio offerto è quello degli sportelli presso le sedi dei centri e presso i consultori dell’Asst di Lecco, poi in base al bisogno specifico si attivano con tre tipologie di supporto: attività di sostegno (ascolto, supporto legale, supporto psicologico, mediazione linguistico-culturale, supporto socio-educativo); prima accoglienza (accoglienza abitativa per donne e figli minori in pericolo) con tre case rifugio con sei posti per le donne e otto per i minori; seconda accoglienza con tre case per otto donne e novi per i minori dove portare avanti dei percorsi di ri-acquisizione dell’autonomia.
Al 31 ottobre 2023 gli sportelli avevano accolto 263 donne (235 nel 2022), 73 donne avevano usufruito del supporto psicologico (120 nel 2022), 127 del supporto legale (106 nel 2022), 25 del sostegno educativo (13 nel 2022), sette della mediazione (sei nel 2022). Il sistema di accoglienza di primo livello ha ospitato per mediamente 60 giorni a nucleo 17 donne con 14 minori in tutto il 2023 (nel 2022 erano state 17 donne con 18 minori), mentre l’accoglienza di secondo livello, che normalmente prevede percorsi di quattro mesi, ha visto dieci donne con cinque minori (undici donne con 14 minori nel 2022).
Le risorse necessarie per svolgere queste attività, poco più di 300mila euro in due anni, sono state finanziate dalla quinta fase del progetto regionale Star, che viene rinnovato ogni due anni.
L’altro importante progetto riguarda il recupero dell’autonomia delle donne vittime di violenza che consiste in percorsi di ricerca attiva del lavoro, tirocini, formazione, ricerca di una casa. Al 31 ottobre 2023 sono state coinvolte in queste progettualità 35 donne grazie ad uno stanziamento di 70mila euro dalla Regione e 20mila dal Fondo Zanetti.
Anche la commissione Pari opportunità ha portato avanti in questi tre anni la sua attività, riassunta dall’assessore Zuffi: nel 2021 ha preso avvio il percorso di conoscenza reciproca tra le 22 associazioni del territorio che la compongono, nel 2022 è partito il progetto “L’alfabeto delle pari opportunità”, che è stato finalizzato lo scorso anno quando, si è svolto anche un incontro aperto sulla certificazione della parità di genere.
“Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti - ha commentato Corrado Valsecchi, portavoce di Appello per Lecco che da anni è impegnata nel combattere la violenza di genere - Ogni anno muoiono tra le 100 e le 150 donne, siamo al 17 gennaio e ne sono state già ammazzate sei o sette. Io mi chiedo, non possiamo cominciare a invertire i discorsi? A parlare dei carnefici al posto che delle vittime? Non è più accettabile mantenere lo status quo, ci vuole che le istituzioni deputate alla sicurezza alla sanità intervengano in maniera più strutturata”.
“È stato manifestato il desiderio di approfondire e di trovare delle strade comuni - ha ricordato l’assessore Renata Zuffi - Vent’anni dell’esistenza sul territorio di questa rete ci hanno spiegato che non basta, è necessario pensare al prima e al dopo, alla prima e alla seconda accoglienza. Ma soprattutto dobbiamo iniziare a parlare di prevenzione, di che cosa possiamo fare non solo nei confronti della violenza in sé ma nella prospettiva di un cambiamento culturale che oggi prevede l’emarginazione della donna. L’altro compito è quello di immaginare che cosa deve succedere dopo l’attivazione dei servizi: casa e lavoro sono temi chiave che aprono mondi. Infine c’è anche la questione del sostegno di chi deve affrontare il tema dei maltrattanti, sia in ottica di giustizia sociale sia in ottica di cambiamento culturale, il tema è aperto e caldissimo e stiamo cercando di affrontarlo”.
A spiegare nel dettaglio come funziona il Sistema territoriale antiviolenza in rete, da cui l’acronimo Star, è stata la coordinatrice Claudia Pina: “Star è una delle 27 reti territoriali previste dalle Regione Lombardia e si rivolge all’intero territorio della nostra provincia. Il capofila è il Comune di Lecco e la rete, come previsto da Regione, è costituita sulla base di un accordo di collaborazione nato nel 2008 e sottoscritto da 28 soggetti pubblici e del terzo settore, che si rinnova di protocollo in protocollo, l’attuale vale fino al 2025”.
Alla rete partecipano i “nodi essenziali” - ovvero i due Centri antiviolenza del territorio, gli enti locali, le forze dell’ordine, il tribunale e gli enti del sistema sanitario e socio-sanitario - e una “pluralità di altri soggetti considerati necessari”: organizzazioni legate al tema del lavoro, e della casa, enti che si occupano di formazione, sindacati, scuole, l’Ordine degli avvocati e altri ancora. La governance, definita dal protocollo, prevede un tavolo inter-istituzionale con tutti i soggetti della rete, dei tavoli tecnici specifici per oggetti di lavoro e due sottogruppi che lavorano sul monitoraggio dei dati, sulla messa a punto di procedure di azioni di emergenza e sull’innovazione progettuale che attenziona alcuni temi specifici. Gli obiettivi fondamentali di questo lavoro sono quello di consolidare i servizi dei Centri di antiviolenza e l’accoglienza a favore delle donne, rafforzare la capacità di collaborazione, favorire lo sviluppo di azioni migliorative anche in termine di prevenzione.Fulcro del sistema sono appunto i due centri antiviolenza, Telefono donna e l’Altra metà del cielo. Entrambi retti da associazioni di volontariato, sono i soggetti coinvolti prioritariamente nell’organizzazione dei servizi a favore delle donne. Il primo servizio offerto è quello degli sportelli presso le sedi dei centri e presso i consultori dell’Asst di Lecco, poi in base al bisogno specifico si attivano con tre tipologie di supporto: attività di sostegno (ascolto, supporto legale, supporto psicologico, mediazione linguistico-culturale, supporto socio-educativo); prima accoglienza (accoglienza abitativa per donne e figli minori in pericolo) con tre case rifugio con sei posti per le donne e otto per i minori; seconda accoglienza con tre case per otto donne e novi per i minori dove portare avanti dei percorsi di ri-acquisizione dell’autonomia.
Al 31 ottobre 2023 gli sportelli avevano accolto 263 donne (235 nel 2022), 73 donne avevano usufruito del supporto psicologico (120 nel 2022), 127 del supporto legale (106 nel 2022), 25 del sostegno educativo (13 nel 2022), sette della mediazione (sei nel 2022). Il sistema di accoglienza di primo livello ha ospitato per mediamente 60 giorni a nucleo 17 donne con 14 minori in tutto il 2023 (nel 2022 erano state 17 donne con 18 minori), mentre l’accoglienza di secondo livello, che normalmente prevede percorsi di quattro mesi, ha visto dieci donne con cinque minori (undici donne con 14 minori nel 2022).
Le risorse necessarie per svolgere queste attività, poco più di 300mila euro in due anni, sono state finanziate dalla quinta fase del progetto regionale Star, che viene rinnovato ogni due anni.
L’altro importante progetto riguarda il recupero dell’autonomia delle donne vittime di violenza che consiste in percorsi di ricerca attiva del lavoro, tirocini, formazione, ricerca di una casa. Al 31 ottobre 2023 sono state coinvolte in queste progettualità 35 donne grazie ad uno stanziamento di 70mila euro dalla Regione e 20mila dal Fondo Zanetti.
Anche la commissione Pari opportunità ha portato avanti in questi tre anni la sua attività, riassunta dall’assessore Zuffi: nel 2021 ha preso avvio il percorso di conoscenza reciproca tra le 22 associazioni del territorio che la compongono, nel 2022 è partito il progetto “L’alfabeto delle pari opportunità”, che è stato finalizzato lo scorso anno quando, si è svolto anche un incontro aperto sulla certificazione della parità di genere.
“Il fenomeno è sotto gli occhi di tutti - ha commentato Corrado Valsecchi, portavoce di Appello per Lecco che da anni è impegnata nel combattere la violenza di genere - Ogni anno muoiono tra le 100 e le 150 donne, siamo al 17 gennaio e ne sono state già ammazzate sei o sette. Io mi chiedo, non possiamo cominciare a invertire i discorsi? A parlare dei carnefici al posto che delle vittime? Non è più accettabile mantenere lo status quo, ci vuole che le istituzioni deputate alla sicurezza alla sanità intervengano in maniera più strutturata”.
M.V.