Lecco: inaugurata Casa Vincenza, Centro Diurno Terapeutico per minori in carico alla Neuropsichiatria
Taglio del nastro nella mattinata di oggi, giovedì 30 novembre, per Casa Vincenza, il nuovo Centro Diurno Terapeutico per adolescenti operativo a Lecco già dall'agosto scorso e rivolto a ragazzi dai 14 ai 18 anni in carico ai servizi di Neuropsichiatria delle ASST.
Gestito dalla Cooperativa Sociale L'Arcobaleno - che nel 2016 ha aperto a Nibionno anche Comunità Kairos, la prima struttura residenziale terapeutica di NPIA del territorio - è collocato all'interno dello stabile all'angolo tra via Caldone e via Marsala di proprietà della Congregazione delle Suore di Carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa (da cui infatti prende il nome), che in passato avevano ospitato un asilo e, in seguito, altri servizi di accoglienza.
Casa Vincenza è aperta sei giorni alla settimana per un totale di 40 ore: dalla data di inizio dell'attività, avviata appunto ad agosto grazie al progetto "Dammi il 5" che ha permesso alla Fondazione Scola e alla Fondazione Comunitaria del Lecchese di raccogliere i fondi necessari, ha già ricevuto 27 richieste di inserimento; attualmente sono dodici i ragazzi provenienti dal nostro territorio che frequentano regolarmente il Centro, mentre due sono stati dimessi per un trasferimento, tre sono in attesa di valutazione e sette in fase di conoscenza.
Numeri, questi, che fanno ben capire quanto grande sia il bisogno di una realtà di questo tipo, in grado di garantire prestazioni diversificate che vanno dall'intervento riabilitativo-educativo al supporto psicologico, dall'assistenza alla ristorazione quotidiana dei ragazzi, sempre con un occhio di riguardo anche alle famiglie in cui, di fatto, i minori rimangono pienamente inseriti.
A introdurre gli ospiti di questa mattina, all'incontro che ha preceduto il taglio del nastro, la responsabile dell'Area Neuropsichiatria della Cooperativa L'Arcobaleno Cristina Riva che, non senza emozione, ha presentato Casa Vincenza come uno spazio che può garantire "la continuità delle cure con un intervento meno "drammatico" di quello della Comunità Terapeutica ma comunque in grado di rispondere a una preoccupazione evidente". "Stiamo cercando di affrontare il tema della responsabilità, che è alla base della libertà ma che spesso fa tanta paura ai ragazzi: qui lo stiamo facendo tutti, e mi auguro che sia un vero atto di fiducia" ha esordito quest'ultima, passando poi la parola alla presidente de L'Arcobaleno Desirée Bonacina: "Se per crescere un bambino ci vuole un villaggio, per un adolescente serve una comunità intera. Questa vuole essere una casa per tutto il territorio, sarà una storia ricca di personaggi: gli operatori, le Istituzioni, il Sistema sanitario, la rete sociale, le agenzie educative, la cittadinanza, ma i veri protagonisti saranno i ragazzi che frequenteranno il Centro e le loro famiglie. Ora che il servizio è stato avviato sarà importante stabilizzarlo e farlo diventare una risorsa preziosa, per tutti".
"Non posso che esprimere grande soddisfazione per questo primo traguardo, che rappresenta un tassello in più nella presa in carico dei giovani con difficoltà psicopatologiche importanti" ha poi aggiunto il dottor Ottaviano Martinelli, direttore del Dipartimento di Salute mentale e Dipendenze, nonchè della Struttura Complessa di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza dell'ASST di Lecco. "Questi problemi sono in crescita, lo erano anche prima del Covid che poi non ha fatto altro che intensificarli: le conseguenze sono quelle che conosciamo, intenzioni suicidarie, atti di autolesionismo, disturbi alimentari... Noi lavoriamo con L'Arcobaleno da tanti anni, e nel 2016 abbiamo festeggiato l'apertura della Comunità Terapeutica; ora possiamo contare su Casa Vincenza, garanzia della capacità di mantenere continuità, integrazione e unitarietà di cure in contesti diversi, compreso quello semi-residenziale".
Soddisfatto anche Antonio Colaianni, direttore sociosanitario di ATS Brianza, che ha sottolineato come sia importante "creare collegamenti e sinergie per mantenere una "filiera" di cura", facendo poi un richiamo all'impegno del suo ente nel mettere il tema della salute mentale in cima ai propri impegni e nel riportare a Regione Lombardia le reali esigenze del territorio "perché, se i bisogni cambiano, la normativa deve adeguarsi con le sue azioni". "Qui vedo una comunità davvero presente, secondo quel principio che vuole la persona e la famiglia al centro di tutto. In questo modo, poi, si raggiunge un vero potenziamento della domiciliarietà, altra questione di cui si parla tanto".
Ancora, la presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese Maria Grazia Nasazzi ha sottolineato come sia "dovere di tutti far star bene tutti" e come, pertanto, sapere, anche solo passando per caso, che Casa Vincenza è un luogo di Cura sia "una buona notizia, perché così si crea una corresponsabilità". "In più contesti si è evidenziata proprio la carenza di centri diurni", sono state invece le parole del presidente del Consiglio di Rappresentanza dei sindaci Guido Agostoni. "Questa è davvero la risposta di una comunità, perché ciascuno ha messo un tassello. Abbiamo raggiunto un obiettivo, che però ora va consolidato".
"Si è parlato tanto di persone, luoghi e relazioni" ha poi affermato l'assessore al Welfare del Comune di Lecco Emanuele Manzoni. "Quello che accade ai nostri ragazzi riguarda tutti noi, quindi Casa Vincenza deve mantenere una stretta connessione con ciò che avviene attorno: l'obiettivo, infatti, deve essere quello di costruire un dialogo con ciò che può contribuire ad accogliere una richiesta di aiuto, che non deve essere una stampella permanente, ma un modo per creare le condizioni affinchè ciascuno trovi il proprio posto nel mondo. Il nostro compito, come Istituzioni, sarà anche quello di far sì che dopo questa inaugurazione le persone che frequenteranno questo Centro, o ci lavoreranno con tanta passione e professionalità, non si sentano mai sole".
Spazio, poi, a Suor Stefania Manenti della Congregazione: "In questo luogo si è materializzata tanta carità. Ci piace pensare ai volti di chi ha aiutato ed è stato aiutato, al tanto bene fatto nel silenzio, in varie forme, gettando un piccolo seme che è cresciuto pian piano e che ora è sbocciato in Casa Vincenza, un'opera tanto preziosa in questo tempo così faticoso". Un concetto, questo, ribadito in conclusione anche dal presidente del Consorzio Fare Prossimo di Milano Giovanni Lucchini, che ha ribadito proprio come lo spazio sia evoluto grazie alla capacità di leggere le esigenze del territorio e di anticipare anche le Istituzioni; a portare un saluto e un ringraziamento "da remoto", tramite un video, anche il Sottosegretario regionale Mauro Piazza, con l'auspicio che Casa Vincenza possa diventare "un luogo di cura ma anche di socialità e attenzione alle fragilità, con un volto sempre gentile e umano".
Doveroso poi, da parte di Cristina Riva, un ulteriore ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato - e lo fanno tuttora - con il nuovo Centro, a partire da tutti gli educatori e i vari professionisti coinvolti nelle attività. Breve intervento, infine, anche per il Vicario Episcopale Monsignor Gianni Cesena, che ha recitato una preghiera e ha poi impartito la sua benedizione sulla struttura e tutti i presenti. "Sono sinceramente ammirato da quanto ho visto finora su questo territorio - le sue parole - perché c'è una carità allo stesso tempo affettiva e competente. Vi do la mia benedizione, quindi, perché fede, speranza e carità, che sono le tre virtù teologali, vengono da Dio ma le possiamo esercitare anche senza saperlo, come sicuramente accadrà in questo luogo".
A seguire il momento più atteso del taglio del nastro, che ha preceduto la visita ai locali - tutti al pianoterra dello stabile, "caldi" e colorati - e un rinfresco in compagnia.
Gestito dalla Cooperativa Sociale L'Arcobaleno - che nel 2016 ha aperto a Nibionno anche Comunità Kairos, la prima struttura residenziale terapeutica di NPIA del territorio - è collocato all'interno dello stabile all'angolo tra via Caldone e via Marsala di proprietà della Congregazione delle Suore di Carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa (da cui infatti prende il nome), che in passato avevano ospitato un asilo e, in seguito, altri servizi di accoglienza.
Casa Vincenza è aperta sei giorni alla settimana per un totale di 40 ore: dalla data di inizio dell'attività, avviata appunto ad agosto grazie al progetto "Dammi il 5" che ha permesso alla Fondazione Scola e alla Fondazione Comunitaria del Lecchese di raccogliere i fondi necessari, ha già ricevuto 27 richieste di inserimento; attualmente sono dodici i ragazzi provenienti dal nostro territorio che frequentano regolarmente il Centro, mentre due sono stati dimessi per un trasferimento, tre sono in attesa di valutazione e sette in fase di conoscenza.
Numeri, questi, che fanno ben capire quanto grande sia il bisogno di una realtà di questo tipo, in grado di garantire prestazioni diversificate che vanno dall'intervento riabilitativo-educativo al supporto psicologico, dall'assistenza alla ristorazione quotidiana dei ragazzi, sempre con un occhio di riguardo anche alle famiglie in cui, di fatto, i minori rimangono pienamente inseriti.
A introdurre gli ospiti di questa mattina, all'incontro che ha preceduto il taglio del nastro, la responsabile dell'Area Neuropsichiatria della Cooperativa L'Arcobaleno Cristina Riva che, non senza emozione, ha presentato Casa Vincenza come uno spazio che può garantire "la continuità delle cure con un intervento meno "drammatico" di quello della Comunità Terapeutica ma comunque in grado di rispondere a una preoccupazione evidente". "Stiamo cercando di affrontare il tema della responsabilità, che è alla base della libertà ma che spesso fa tanta paura ai ragazzi: qui lo stiamo facendo tutti, e mi auguro che sia un vero atto di fiducia" ha esordito quest'ultima, passando poi la parola alla presidente de L'Arcobaleno Desirée Bonacina: "Se per crescere un bambino ci vuole un villaggio, per un adolescente serve una comunità intera. Questa vuole essere una casa per tutto il territorio, sarà una storia ricca di personaggi: gli operatori, le Istituzioni, il Sistema sanitario, la rete sociale, le agenzie educative, la cittadinanza, ma i veri protagonisti saranno i ragazzi che frequenteranno il Centro e le loro famiglie. Ora che il servizio è stato avviato sarà importante stabilizzarlo e farlo diventare una risorsa preziosa, per tutti".
"Non posso che esprimere grande soddisfazione per questo primo traguardo, che rappresenta un tassello in più nella presa in carico dei giovani con difficoltà psicopatologiche importanti" ha poi aggiunto il dottor Ottaviano Martinelli, direttore del Dipartimento di Salute mentale e Dipendenze, nonchè della Struttura Complessa di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza dell'ASST di Lecco. "Questi problemi sono in crescita, lo erano anche prima del Covid che poi non ha fatto altro che intensificarli: le conseguenze sono quelle che conosciamo, intenzioni suicidarie, atti di autolesionismo, disturbi alimentari... Noi lavoriamo con L'Arcobaleno da tanti anni, e nel 2016 abbiamo festeggiato l'apertura della Comunità Terapeutica; ora possiamo contare su Casa Vincenza, garanzia della capacità di mantenere continuità, integrazione e unitarietà di cure in contesti diversi, compreso quello semi-residenziale".
Soddisfatto anche Antonio Colaianni, direttore sociosanitario di ATS Brianza, che ha sottolineato come sia importante "creare collegamenti e sinergie per mantenere una "filiera" di cura", facendo poi un richiamo all'impegno del suo ente nel mettere il tema della salute mentale in cima ai propri impegni e nel riportare a Regione Lombardia le reali esigenze del territorio "perché, se i bisogni cambiano, la normativa deve adeguarsi con le sue azioni". "Qui vedo una comunità davvero presente, secondo quel principio che vuole la persona e la famiglia al centro di tutto. In questo modo, poi, si raggiunge un vero potenziamento della domiciliarietà, altra questione di cui si parla tanto".
Ancora, la presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese Maria Grazia Nasazzi ha sottolineato come sia "dovere di tutti far star bene tutti" e come, pertanto, sapere, anche solo passando per caso, che Casa Vincenza è un luogo di Cura sia "una buona notizia, perché così si crea una corresponsabilità". "In più contesti si è evidenziata proprio la carenza di centri diurni", sono state invece le parole del presidente del Consiglio di Rappresentanza dei sindaci Guido Agostoni. "Questa è davvero la risposta di una comunità, perché ciascuno ha messo un tassello. Abbiamo raggiunto un obiettivo, che però ora va consolidato".
"Si è parlato tanto di persone, luoghi e relazioni" ha poi affermato l'assessore al Welfare del Comune di Lecco Emanuele Manzoni. "Quello che accade ai nostri ragazzi riguarda tutti noi, quindi Casa Vincenza deve mantenere una stretta connessione con ciò che avviene attorno: l'obiettivo, infatti, deve essere quello di costruire un dialogo con ciò che può contribuire ad accogliere una richiesta di aiuto, che non deve essere una stampella permanente, ma un modo per creare le condizioni affinchè ciascuno trovi il proprio posto nel mondo. Il nostro compito, come Istituzioni, sarà anche quello di far sì che dopo questa inaugurazione le persone che frequenteranno questo Centro, o ci lavoreranno con tanta passione e professionalità, non si sentano mai sole".
Spazio, poi, a Suor Stefania Manenti della Congregazione: "In questo luogo si è materializzata tanta carità. Ci piace pensare ai volti di chi ha aiutato ed è stato aiutato, al tanto bene fatto nel silenzio, in varie forme, gettando un piccolo seme che è cresciuto pian piano e che ora è sbocciato in Casa Vincenza, un'opera tanto preziosa in questo tempo così faticoso". Un concetto, questo, ribadito in conclusione anche dal presidente del Consorzio Fare Prossimo di Milano Giovanni Lucchini, che ha ribadito proprio come lo spazio sia evoluto grazie alla capacità di leggere le esigenze del territorio e di anticipare anche le Istituzioni; a portare un saluto e un ringraziamento "da remoto", tramite un video, anche il Sottosegretario regionale Mauro Piazza, con l'auspicio che Casa Vincenza possa diventare "un luogo di cura ma anche di socialità e attenzione alle fragilità, con un volto sempre gentile e umano".
Doveroso poi, da parte di Cristina Riva, un ulteriore ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato - e lo fanno tuttora - con il nuovo Centro, a partire da tutti gli educatori e i vari professionisti coinvolti nelle attività. Breve intervento, infine, anche per il Vicario Episcopale Monsignor Gianni Cesena, che ha recitato una preghiera e ha poi impartito la sua benedizione sulla struttura e tutti i presenti. "Sono sinceramente ammirato da quanto ho visto finora su questo territorio - le sue parole - perché c'è una carità allo stesso tempo affettiva e competente. Vi do la mia benedizione, quindi, perché fede, speranza e carità, che sono le tre virtù teologali, vengono da Dio ma le possiamo esercitare anche senza saperlo, come sicuramente accadrà in questo luogo".
A seguire il momento più atteso del taglio del nastro, che ha preceduto la visita ai locali - tutti al pianoterra dello stabile, "caldi" e colorati - e un rinfresco in compagnia.
B.P.