Lecco: rende impossibile la vita dei vicini, stalker condominiale finisce in cella
Vivere lì era diventato impossibile. Tanto che una famiglia, pur di non rientrare a casa, è arrivata a scegliere di trascorrere una notte in macchina. Prima misura cautelare in carcere, in città, applicata nei confronti di un soggetto accusato di stalking condominiale.
Nello specifico a finire a Pescarenico è stato un 53enne lecchese, prelevato dal suo appartamento nella giornata di lunedì, permettendo ai dirimpettai di tirare un sospiro di sollievo, ripristinando sicurezza all’interno della palazzina scenario dei fatti ascritti all’uomo. Italiano, proprietario dell’alloggio, già noto “sulla piazza” per pregressi problemi di droga e non nuovo a inciampi con la Giustizia, l’uomo da gennaio avrebbe creato ripetutamente problemi ai vicini, in un'escalation apparentemente senza motivo, arrivando anche a esplodere colpi d’arma da fuoco, a salve per fortuna, contro una famiglia con bambini.
E ancora si sarebbe reso responsabile di una serie di danneggiamenti negli spazi comuni, imbattando e deturpando gli ambienti e mandando fuori uso i citofoni. Avrebbe provato, poi, in più occasioni, a dare fuoco alla porta di un appartamento, senza riuscire nel reiterato intento.
Un’azione dopo l’altra, come sottolineato in conferenza stampa tanto dal Procuratore Capo Ezio Domenico Basso, tanto dagli inquirenti con il Questore Ottavio Aragona e il Commissario Gianluca Gentiluomo, avrebbe non solo ingenerato angoscia tra i residenti ma avrebbe portato anche alcuni di loro a cambiare le loro abitudini pur di non incrociarlo. Da qui la richiesta di applicazione della custodia cautelare in carcere, firmata poi dal giudice dinnanzi al quale il 53enne è comparso ieri, senza fornire spiegazioni sulle condotte in contestazione. Atti persecutori, deturpamento e imbrattamento di cose altrui, danneggiamento seguito da incendio e getto pericolo di cose i reati a lui ascritti.
“Era l’unica misura possibile” il commento del Procuratore, essendo chiaramente controproducente chiedere per l’uomo i domiciliari o l’obbligo di dimora, visto che proprio “a casa” creava problemi.
“Si tratta dell’ottava misura cautelare in carcere emessa dall'inizio dell'anno per reati rientranti nell'alveo del codice rosso” ha aggiunto poi, allargando lo sguardo, il dottor Gentiluomo, facendo riferimento chiaramente all’attività della “sua” Squadra Mobile. Cinque i provvedimenti motivati da maltrattamenti in famiglia, tre proprio dalla fattispecie dello stalking, due dei quali in ambito di una relazione finita e il terzo – come anticipato – per la prima volta per atti persecutori in condominio, con i residenti in balia dell'apparente follia di uno di loro.
Nello specifico a finire a Pescarenico è stato un 53enne lecchese, prelevato dal suo appartamento nella giornata di lunedì, permettendo ai dirimpettai di tirare un sospiro di sollievo, ripristinando sicurezza all’interno della palazzina scenario dei fatti ascritti all’uomo. Italiano, proprietario dell’alloggio, già noto “sulla piazza” per pregressi problemi di droga e non nuovo a inciampi con la Giustizia, l’uomo da gennaio avrebbe creato ripetutamente problemi ai vicini, in un'escalation apparentemente senza motivo, arrivando anche a esplodere colpi d’arma da fuoco, a salve per fortuna, contro una famiglia con bambini.
E ancora si sarebbe reso responsabile di una serie di danneggiamenti negli spazi comuni, imbattando e deturpando gli ambienti e mandando fuori uso i citofoni. Avrebbe provato, poi, in più occasioni, a dare fuoco alla porta di un appartamento, senza riuscire nel reiterato intento.
Un’azione dopo l’altra, come sottolineato in conferenza stampa tanto dal Procuratore Capo Ezio Domenico Basso, tanto dagli inquirenti con il Questore Ottavio Aragona e il Commissario Gianluca Gentiluomo, avrebbe non solo ingenerato angoscia tra i residenti ma avrebbe portato anche alcuni di loro a cambiare le loro abitudini pur di non incrociarlo. Da qui la richiesta di applicazione della custodia cautelare in carcere, firmata poi dal giudice dinnanzi al quale il 53enne è comparso ieri, senza fornire spiegazioni sulle condotte in contestazione. Atti persecutori, deturpamento e imbrattamento di cose altrui, danneggiamento seguito da incendio e getto pericolo di cose i reati a lui ascritti.
“Era l’unica misura possibile” il commento del Procuratore, essendo chiaramente controproducente chiedere per l’uomo i domiciliari o l’obbligo di dimora, visto che proprio “a casa” creava problemi.
“Si tratta dell’ottava misura cautelare in carcere emessa dall'inizio dell'anno per reati rientranti nell'alveo del codice rosso” ha aggiunto poi, allargando lo sguardo, il dottor Gentiluomo, facendo riferimento chiaramente all’attività della “sua” Squadra Mobile. Cinque i provvedimenti motivati da maltrattamenti in famiglia, tre proprio dalla fattispecie dello stalking, due dei quali in ambito di una relazione finita e il terzo – come anticipato – per la prima volta per atti persecutori in condominio, con i residenti in balia dell'apparente follia di uno di loro.
A.M.