Lecco: in tribunale per la convalida il presunto omicida di Malcom Mazou Darga. Il GIP si riserva sulla modifica della misura

E' giunto in tribunale poco dopo le 11.30, tradotto dal cellulare della polizia penitenziaria, per presentarsi davanti al giudice per le indagini preliminari Nora Lisa Passoni per l'udienza di convalida del provvedimento di fermo a suo carico per omicidio volontario.
T-shirt nera, jeans e scarpe da tennis, il presunto assassino del calolziese Malcom Mazou Darga è salito sino dalle scale esterne del palazzo di giustizia di Lecco, accompagnato dagli agenti, coprendosi il volto e raggiungendo il suo avvocato Marilena Guglielmana che lo attendeva per un breve confronto prima dell'udienza davanti al giudice, iniziata attorno alle 12.30.



Alla presenza del titolare del fascicolo dottoressa Chiara Di Francesco, il giovane classe 1998, residente in città, italiano ma originario del Burkina Faso come Malcom, la vittima, raggiunta da due coltellate mortali sulla banchina dei treni della stazione di Calolziocorte nel pomeriggio di martedì, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Non ha fornito dunque elementi sulle ragioni del gesto di cui è accusato, della sua eventuale conoscenza e dei rapporti con Darga, su possibili ragioni economiche o di droga alla base dell'omicidio. Il giudice Passoni, preso atto della scelta dell'imputato, si è presa del tempo e si è riservata di decidere sulla permanenza in carcere o se optare per una misura alternativa come richiesto dall'avvocato difensore.
Terminata l'udienza poco dopo le 13.00, è risalito sul cellulare della polizia penitenziaria.



L'evento sanguinoso sta tenendo banco in paese, alimentando le diverse correnti politiche preoccupate per la violenza che si è consumata in pieno giorno e per il tema della sicurezza della stazione ferroviaria. La vittima, che solo da un paio di mesi viveva a Calolziocorte e che precedentemente aveva abitato con i genitori e le sorelle ad Airuno, dove aveva anche frequentato le scuole, è morta poco dopo essere giunta in ospedale. Nonostante i tentativi di tenerlo in vita da parte dei sanitari accorsi in forze in stazione, il cuore del 23enne ha cessato di battere sotto la violenza dei colpi inferti.
S.V.
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