In viaggio a tempo indeterminato/298: ma chi sono davvero i Rom?
Da bambina mia mamma qualche volta mi vestiva da "zingarella". Gonna a fiori sotto al ginocchio, accompagnata da maglietta sgargiante e fascetta in testa. Dato che ci vestivamo quasi sempre coordinate, la stessa sorte toccava a mia sorella di due anni più piccola. Mi piaceva molto quel look da gitana.
In un album impolverato pieno di vecchie foto, ricordo di averne trovata una mentre indossavo quell'abbigliamento sobrio a cui avevo aggiunto anche una chilometrica collana di plastica colorata abbinata a due orecchini con pendente. Sorrido felice in quella foto mentre giocherello con i miei gioielli "plasticosi".
Quelli erano gli anni in cui in TV c'era la Zingara a fare le carte e se usciva la luna nera era una bella sfortuna.
In quei gloriosi anni '90 di politicamente corretto c'era davvero ben poco. E così il termine "zingara/o" era usato comunemente sia per indicare degli stregoni che potevano leggere il futuro nei luna park, sia per definire dei loschi individui che vivevano nelle roulotte e che si occupavano prevalentemente di azioni criminali quali furti e rapimento di bambini. Ci sono cantanti il cui successo è dipeso proprio dall'uso di quella parola, "prendi questa mano zingaraaa" cantava appunto Iva Zanicchi.
Oggi sappiamo che quel termine è dispregiativo ed è stato sostituito con la parola Rom. Ma chi sono davvero i Rom?
Se ti stai chiedendo quale sia il collegamento tra il nostro viaggio e il gruppo etnico dei Rom, ecco che ti svelo il mistero.
Da quando abbiamo iniziato a navigare tra le strade della Romania, sono comparsi commenti ai video in cui ci si diceva di fare attenzione perché "sono tutti rom". Onestamente, all'inizio non capivamo molto bene cosa intendesse dire chi scriveva quelle parole. Sapevamo ci fosse una comunità rom in Romania, sicuramente molto più grande di quella presente in Italia o in altri Paesi europei, ma non avevamo mai avuto modo di incontrare nessuno che vi facesse parte.
Poi abbiamo capito. Spesso, probabilmente per la somiglianza nel nome, si tende a pensare che tutti gli abitanti della Romania siano rom.
In realtà non è affatto così.
Gli abitanti della Romania sono chiamati romeni o rumeni (entrambi i termini sembra siano corretti). I rom, invece, sono un gruppo etnico presente in moltissimi Paesi del mondo, caratterizzato dal fatto che tutti parlano una lingua chiamata romaní.
Il misunderstanding (per dirla con un termine inglese) è facilmente intuibile e per noi è stato uno spunto per approfondire la questione e andare un po' più a fondo su chi siano realmente i rom.
Mistero misto a timore e condito con scetticismo hanno fatto sì che poco si sapesse su questa popolazione.
La loro prima apparizione in Europa risale al Medioevo quando emigrarono dall'India del nord. Non erano nomadi di origine ma le professioni che svolgevano fecero sì che si dovessero spostare frequentemente.
Questo "nomadismo", in quell'epoca, era visto come una maledizione di Dio e i mestieri come forgiare metalli erano, secondo la superstizione popolare, collegati alla stregoneria. Questo portò a una diffidenza nei loro confronti che si tramutò in schiavizzazione e tentativi di sterminio.
Una costante della storia di questa popolazione è, infatti, la persecuzione che hanno sempre subito fino ad arrivare, in epoca più recente, a un vero e proprio genocidio. Durante la seconda guerra mondiale nei campi di sterminio, oltre agli ebrei, i nazisti cercarono di sterminare anche i rom.
Odio, isolamento e discriminazioni portarono a una chiusura da parte di questa comunità. Questo da un lato gli permise di preservare e mantenere in modo forte la cultura e l'identità, dall'altro però condusse a una mancanza quasi totale di integrazione, situazione che in alcuni casi persiste ancora oggi.
Il pregiudizio "in Romania sono tutti rom" è quindi piuttosto semplice da smontare. Numeri alla mano, i rom presenti sul territorio romeno sono circa 1,8 milioni, cioè l'8% della popolazione totale. Si tratta, quindi, di una delle tante minoranze etniche presenti nel Paese.
L'altro pregiudizio, cioè che tutti i rom siano impiegati in azioni criminali, è invece più radicato (arriva addirittura dal Medioevo) e sicuramente più difficile da eliminare.
Attenzione, non sto dicendo che tutti i rom siano onesti e i criminali non esistano. I buoni e i cattivi ci sono in qualunque gruppo etnico. Quello che forse nel 2023 dovremmo provare a fare, è cercare di capire il perché e renderci conto che stigmatizzare a priori una persona sulla base della sua etnia è sempre e comunque sbagliato.
In Italia oggi vivono circa 180.000 rom e di questi solo il 20.000 vivono nei campi, gli altri sono inseriti perfettamente nella società.
Questo è sicuramente un argomento spinoso che meriterebbe di essere trattato in modo più approfondito e sviscerato in più punti.
Oggi volevo solo fare un accenno a un mondo ancora così avvolto dal mistero.
La Romania ci sta aiutando a sbirciare un po' sotto quel velo di mistero e a scoprire aspetti diversi di una realtà veramente complessa. A darci una mano ci sono anche le pacchianissime ville colorate a più piani che sembrano uscite da un film trash anni 80... si abbinerebbero perfettamente con quei vecchi gioielli plasticosi!
In un album impolverato pieno di vecchie foto, ricordo di averne trovata una mentre indossavo quell'abbigliamento sobrio a cui avevo aggiunto anche una chilometrica collana di plastica colorata abbinata a due orecchini con pendente. Sorrido felice in quella foto mentre giocherello con i miei gioielli "plasticosi".
Quelli erano gli anni in cui in TV c'era la Zingara a fare le carte e se usciva la luna nera era una bella sfortuna.
In quei gloriosi anni '90 di politicamente corretto c'era davvero ben poco. E così il termine "zingara/o" era usato comunemente sia per indicare degli stregoni che potevano leggere il futuro nei luna park, sia per definire dei loschi individui che vivevano nelle roulotte e che si occupavano prevalentemente di azioni criminali quali furti e rapimento di bambini. Ci sono cantanti il cui successo è dipeso proprio dall'uso di quella parola, "prendi questa mano zingaraaa" cantava appunto Iva Zanicchi.
Oggi sappiamo che quel termine è dispregiativo ed è stato sostituito con la parola Rom. Ma chi sono davvero i Rom?
Se ti stai chiedendo quale sia il collegamento tra il nostro viaggio e il gruppo etnico dei Rom, ecco che ti svelo il mistero.
Da quando abbiamo iniziato a navigare tra le strade della Romania, sono comparsi commenti ai video in cui ci si diceva di fare attenzione perché "sono tutti rom". Onestamente, all'inizio non capivamo molto bene cosa intendesse dire chi scriveva quelle parole. Sapevamo ci fosse una comunità rom in Romania, sicuramente molto più grande di quella presente in Italia o in altri Paesi europei, ma non avevamo mai avuto modo di incontrare nessuno che vi facesse parte.
Poi abbiamo capito. Spesso, probabilmente per la somiglianza nel nome, si tende a pensare che tutti gli abitanti della Romania siano rom.
In realtà non è affatto così.
Gli abitanti della Romania sono chiamati romeni o rumeni (entrambi i termini sembra siano corretti). I rom, invece, sono un gruppo etnico presente in moltissimi Paesi del mondo, caratterizzato dal fatto che tutti parlano una lingua chiamata romaní.
Il misunderstanding (per dirla con un termine inglese) è facilmente intuibile e per noi è stato uno spunto per approfondire la questione e andare un po' più a fondo su chi siano realmente i rom.
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Mistero misto a timore e condito con scetticismo hanno fatto sì che poco si sapesse su questa popolazione.
La loro prima apparizione in Europa risale al Medioevo quando emigrarono dall'India del nord. Non erano nomadi di origine ma le professioni che svolgevano fecero sì che si dovessero spostare frequentemente.
Questo "nomadismo", in quell'epoca, era visto come una maledizione di Dio e i mestieri come forgiare metalli erano, secondo la superstizione popolare, collegati alla stregoneria. Questo portò a una diffidenza nei loro confronti che si tramutò in schiavizzazione e tentativi di sterminio.
Una costante della storia di questa popolazione è, infatti, la persecuzione che hanno sempre subito fino ad arrivare, in epoca più recente, a un vero e proprio genocidio. Durante la seconda guerra mondiale nei campi di sterminio, oltre agli ebrei, i nazisti cercarono di sterminare anche i rom.
Odio, isolamento e discriminazioni portarono a una chiusura da parte di questa comunità. Questo da un lato gli permise di preservare e mantenere in modo forte la cultura e l'identità, dall'altro però condusse a una mancanza quasi totale di integrazione, situazione che in alcuni casi persiste ancora oggi.
Il pregiudizio "in Romania sono tutti rom" è quindi piuttosto semplice da smontare. Numeri alla mano, i rom presenti sul territorio romeno sono circa 1,8 milioni, cioè l'8% della popolazione totale. Si tratta, quindi, di una delle tante minoranze etniche presenti nel Paese.
L'altro pregiudizio, cioè che tutti i rom siano impiegati in azioni criminali, è invece più radicato (arriva addirittura dal Medioevo) e sicuramente più difficile da eliminare.
Attenzione, non sto dicendo che tutti i rom siano onesti e i criminali non esistano. I buoni e i cattivi ci sono in qualunque gruppo etnico. Quello che forse nel 2023 dovremmo provare a fare, è cercare di capire il perché e renderci conto che stigmatizzare a priori una persona sulla base della sua etnia è sempre e comunque sbagliato.
In Italia oggi vivono circa 180.000 rom e di questi solo il 20.000 vivono nei campi, gli altri sono inseriti perfettamente nella società.
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Questo è sicuramente un argomento spinoso che meriterebbe di essere trattato in modo più approfondito e sviscerato in più punti.
Oggi volevo solo fare un accenno a un mondo ancora così avvolto dal mistero.
La Romania ci sta aiutando a sbirciare un po' sotto quel velo di mistero e a scoprire aspetti diversi di una realtà veramente complessa. A darci una mano ci sono anche le pacchianissime ville colorate a più piani che sembrano uscite da un film trash anni 80... si abbinerebbero perfettamente con quei vecchi gioielli plasticosi!
Angela (e Paolo)