Lago, Zamperini tra incoscienti e nudisti: più 'potere' alla Guardia Costiera Ausiliaria
In seguito agli incidenti che hanno causato nelle settimane estive la morte di sette persone sul Lario – di cui cinque sulla sponda lecchese – il Consigliere Regionale di Fratelli D’Italia Giacomo Zamperini ha voluto prendere parte operativamente al lavoro che la Guardia Costiera Ausiliaria del Lario svolge quotidianamente in ottica di prevenzione.
Il consigliere Giacomo Zamperini con i volontari della Guardia Costiera Ausiliaria
«Ho voluto accertarmi in prima persona di quali siano le maggiori criticità che interessano le acque del lago e che hanno portato alla morte di ben cinque persone sul ramo lecchese. Insieme alla Guardia Costiera Ausiliaria abbiamo fatto un sopralluogo per individuare i punti nevralgici sui quali intervenire attraverso soluzioni ed interventi concreti; anzitutto pattugliando le sponde da Lecco a Lierna, per poi costeggiare la parte di Limonta ed Oliveto Lario, scoprendo così che sono molteplici le zone dove la balneabilità è pericolosa ed è fondamentale intervenire con celerità. Più volte, durante il pomeriggio di presidio, sono stati effettuati interventi nei confronti di chi si avventurava al largo, nella maggior parte dei casi senza giubbotto salvagente.Il lavoro di prevenzione funziona bene, perché di fronte al richiamo ed al suono della sirena, tutti i bagnanti sono rientrati verso riva. Ritengo però che alla Guardia Costiera Ausiliaria, che ribadisco essere un’associazione di volontari, debba essere riconosciuta maggiore autorità e forza, magari attraverso il riconoscimento della qualifica di Polizia Amministrativa, ovvero in grado – oltre che di svolgere attività di prevenzione – anche di intervenire sanzionando i comportamenti pericolosi e l'abusivismo, un po’ come già avviene con altre forze ausiliarie.
Penso ad esempio alla zona tra l’Orsa Maggiore ed Abbadia Lariana, dove ho visto svariati bagnanti improvvisare una spiaggia nudista abusiva ed assolutamente inaccettabile, soprattutto vista l’ampia presenza di famiglie e di turisti», commenta il Consigliere Zamperini.
«Come già detto, gli incidenti delle scorse settimane, sono dovuti per la maggior parte a problematiche di carattere culturale, perché mentre chi è nato e vive sul lago ne conosce le insidie, chi arriva da lontano ha una scarsa conoscenza dei rischi legati alla balneabilità del Lario. Non credo sia un caso che nella quasi totalità dei casi, i morti siano di origine straniera. Durante l’estate non si sarebbero verificati incidenti al largo, ma in prossimità della riva. Ed è proprio sulle rive che ho notato quanto l’inconsapevolezza, e talvolta l’incoscienza delle persone possa essere deleteria. Tuffi dai pontili a Olcio, bambini incustoditi, ma anche bivacchi abusivi e fuochi accesi per un barbecue sulle spiagge di Oliveto Lario, ma soprattutto bagnanti in luoghi dove la balneazione è estremamente pericolosa per via della forte corrente dell’acqua, come nei pressi dell’Isola Viscontea, sul fiume Adda, dove pochi giorni fa ha perso la vita un uomo peruviano di 56 anni», prosegue il Consigliere Regionale lecchese.
Bambini in acqua da soli. Sotto nudisti ad Abbadia
«Ribadisco che gli episodi di annegamento non sono dovuti alla carenza di attività di pattugliamento o di strumentazione idonea, ma all’insufficiente educazione e formazione che ritengo, invece, essere fondamentali. Come per la sicurezza in montagna è utile che il Soccorso Alpino ed il CAI vadano nelle scuole ad informare sui rischi che si corrono nei sentieri, così per il lago si dovrebbero organizzare con gli studenti dei momenti di formazione sui pericoli della balneabilità lacustre.
Insieme alla Guardia Costiera Ausiliaria abbiamo ipotizzato alcune soluzioni concrete che ridurrebbero i rischi: ad esempio, delimitare con boe a trenta metri dalla riva il perimetro delle spiagge più frequentate – come già accade a Riva Bianca a Lierna dove sembrerebbe funzionare nel dissuadere i bagnanti dall’allontanarsi dalla costa – e installare opportuna cartellonistica verticale che riporti le buone prassi da adottare quando ci si immerge in acqua ed i rischi correlati alla balneazione.Un’altra problematica riguarda i natanti da diporto, ovvero le imbarcazioni che vengono noleggiate e che non richiedono il possesso di patente nautica da parte di chi le pilota. La barca ha una manovrabilità completamente diversa rispetto, ad esempio, all’automobile che tutti siamo abituati ad utilizzare. In aggiunta, nei fine settimana il traffico lacuale è veramente intenso ed il rischio di collisioni, oltre che quello di investire i bagnanti, è davvero alto, considerando anche il fatto che alcune volte chi si mette alla guida lo fa pure dopo aver consumato alcolici. In Germania è consentito guidare senza patente nautica un natante con potenza fino 5 cavalli, in Francia fino a 6, e in Spagna fino a 15. In Italia, invece, questo limite è di 40 cavalli, senza che sia necessario alcun corso sulle regole della navigazione. Siamo convinti di voler continuare in questa direzione lasciando in mano a persone inesperte delle barche che possono trasformarsi in vere e proprie armi?
Il rischio zero non esiste, ma le soluzioni per evitare che si ripetano episodi come quelli che hanno riempito le pagine dei giornali di questa estate ci sono eccome, e talvolta sono anche facilmente attuabili», conclude il consigliere regionale Zamperini.