È vivo per miracolo il 25enne di Meda che nella serata di ieri, procedendo lungo la SP 72 da Bellano a Dervio, ha perso il controllo della propria auto finendo direttamente nel lago, dopo essersi ribaltato e aver superato, "rotolando", il muretto a margine della carreggiata, per poi scivolare in acqua su una roccia scoscesa.
L'incidente, che avrebbe davvero potuto avere conseguenze drammatiche, si è verificato intorno alle 21.30 nel punto in cui fu ritrovata
Chiara Bariffi, la giovane bellanese scomparsa nel nulla la notte del 30 novembre 2002 e rinvenuta cadavere solo tre anni dopo, proprio in fondo al Lario: era a bordo della sua auto, sul sedile posteriore a 122 metri di profondità, in una zona che ha spinto molti a pensare che in realtà non si fosse trattato di un incidente; tra questi anche lo psicoterapeuta Enrico Magni, che in un libro dato alle stampe nel 2020 ha ricostruito attraverso gli atti giudiziari le indagini sull'accaduto e il successivo processo che si concluse con l'assoluzione dell'unico imputato, ovvero l'uomo che, avendo trascorso la serata con lei, fu l'ultimo a vederla viva.
Tornando però a quanto successo poche ore fa, l'esatta dinamica del sinistro è al vaglio delle forze dell'ordine intervenute sul posto. Pare comunque che il 25enne stesse procedendo a velocità sostenuta. Da ciò che è stato possibile apprendere finora, il giovane conducente, poi, sembrerebbe non avesse la cintura di sicurezza allacciata, cosa che gli ha permesso di "divincolarsi" e lasciare l'abitacolo della sua vettura, distrutta e letteralmente inabissata nel lago, per poi raggiungere la riva.
Si è procurato una serie di ferite da taglio a causa della presenza di vetro e lamiere taglienti, ma la sensazione, come anticipato, è che avrebbe potuto andargli molto peggio. A prenderlo in carico per le cure necessarie, poi, il personale del Soccorso Bellanese e di un'automedica, giunti sul posto a sirene spiegate insieme ai Vigili del Fuoco, che hanno inviato in loco un'autopompa da Bellano, una squadra del Nucleo specializzato SAF di Lecco e anche una nautica direttamente dal lago; a questi ultimi il compito di mettere in sicurezza la zona scenario dell'accaduto.