Lecco: al Centro Islamico la commemorazione di Bubacarr. 'A noi custodire la sua vita nella memoria'

Martedì sera – hanno raccontato dalla Casa della Carità – dopo essersi sistemato in struttura, aveva pregato, da musulmano praticante, per oltre un'ora per “recuperare” le mancanze degli ultimi giorni, quando aveva solcato il mare per raggiungere Lampedusa, venendo poi nuovamente messo in viaggio per attraversare lo Stivale e giungere a Lecco. Quest'oggi, per lui, lo hanno fatto i fratelli islamici.

Al microfono padre Angelo Cupini

Il centro culturale Assalam a Chiuso ha ospitato, dopo la tradizionale preghiera delle 13 del venerdì, la commemorazione di Bubacarr Darboe, il giovanissimo migrante originario del Gambia, annegato nelle acque del Lago, dopo essersi immerso alla Malpensata.

Presente anche una piccola schiera di lecchesi, con l'assessore al welfare Emanuele Manzoni e il consigliere Alberto Anghileri in rappresentanza dell'amministrazione comunale nonché don Marco Bassani, don Marco Tenderini e padre Angelo Cupini quali testimoni della vicinanza della comunità cristiana, partecipe ad un lutto tanto – troppo – precoce. Proprio il responsabile della Casa sul Pozzo, nel prendere la parola, ha raccontato di sapere cosa significa perdere un amico nelle acque del Lago, esperienza che ha avuto, purtroppo, modo di sperimentare sulla propria pelle. Ha voluto però condividere anche un altro ricordo: partecipando ad un funerale in Africa, gli venne detto, in riferimento al defunto “non lo stiamo seppellendo, lo stiamo piantando”. “E quando uno pianta un albero – ha aggiunto di suo – lo pianta per il futuro”. Ecco dunque l'invito, espresso tenendo tra le mani una foto di Bubacarr, a custodire la sua vita nella memoria, invocando il Signore affinché ci faccia crescere come cittadini che hanno una responsabilità. “Mettiamo questa morte nelle mani di Dio, come un albero che va amato. Le nostre vite si reggono sull'amore”.


Una foto scattata il pomeriggio della tragedia

Non poteva mancare poi, un riferimento ai genitori del diciottenne, ultimo di sei figli. “Sentano che la nostra comunità è con loro” ha aggiunto il clarettiano, a nome anche della Casa sul Pozzo, da anni e anni ormai “in famiglia” con i dirimpettai, divenuti amici, del Centro Culturale Islamico Assalam.

Impossibile, poi, conoscendo la storia personale di Bubacarr e dunque il suo peregrinare tra Mali, Sahara e Tunisia per poi salire su un barcone sfidando la sorte e l'imprevedibilità del Mediterraneo, chiedersi perché. “Perché questi giovani attraversano il mare e qual è il sogno che portano dentro? Cosa possiamo fare perché la loro non si una fuga ma un mettere le radici?”.


Il responsabile del Centro Islamico con l'assessore Emanuele Manzoni


Alla presenza anche di tre dei ragazzi che mercoledì erano sulla spiaggetta ai piedi di San Nicolò con l'amico poi inghiottito dal Lago, l'assessore Emanuele Manzoni ha voluto ribadire l'abbraccio di tutta la comunità lecchese, dapprima a Bubacarr - “nostro cittadino per poche ore” - ma anche alla famiglia, ai compagni di viaggio, alla Caritas e alla Casa della Carità con i suoi operatori e i suoi volontari. Questo – ha ribadito – è un territorio che vuole accogliere. E essere occasione di nuova vita per chi vi approda.

A.M.
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