ASST Lecco: introdotto il drenaggio ecoendo-guidato per il trattamento delle colecistiti acute
La tecnica il drenaggio ecoendo-guidato per il trattamento delle colecistiti acute è stata da poco introdotta presso l’Ospedale “Alessandro Manzoni” nella Struttura Complessa di Endoscopia Digestiva dell’ASST di Lecco diretta da Arnaldo Amato.
I pazienti affetti da questa patologia devono essere sottoposti all’asportazione chirurgica della colecisti anche per prevenire eventuali recidive, tutt’altro che infrequenti e che talora possono essere molto gravi.
“Ringrazio il Dottor Amato per aver introdotto presso l’ASST di Lecco la metodica che consente di trattare la colecistite acuta e prevenire la sua recidiva senza interventi chirurgici nei pazienti fragili pluripatologici che mal tollererebbero terapie chirurgiche più invasive. Il “Manzoni” di Lecco entra a far parte del ristretto gruppo di Ospedali in Italia in grado di offrire questa procedura ai propri pazienti” commenta il DG Paolo Favini.
“Con l’invecchiamento della popolazione – spiega poi Antonio Ardizzoia, Direttore Dipartimento Area Oncologica - è sempre più frequente che la colecistite acuta colpisca persone non più giovanissime e magari affette da altre patologie cardiologiche, polmonari, renali e non solo. In questi soggetti, così detti fragili, una chirurgia potrebbe essere controindicata per un eccesso di rischi legati appunto all’età ed alla presenza di plurime patologie”.
Diversi studi, pubblicati recentemente in letteratura, hanno dimostrato l’efficacia di questa nuova tecnica nel trattare e prevenire le colecistiti nei pazienti che non possono essere operati, risparmiando loro ulteriori complicanze, riducendo la durata dei ricoveri e prevenendo le recidive a distanza.
“Per evitare i rischi correlati alla chirurgia nei pazienti fragili, è stata recentemente proposta una terapia alternativa all’asportazione della colecisti, che consiste nel posizionamento, per via endoscopica, di un apposito tubicino di metallo tra la colecisti e lo stomaco o il duodeno, allo scopo di evitare il ristagno della bile, le coliche biliari e le possibili infezioni” argomenta Arnaldo Amato, Direttore SC Endoscopia Digestiva. “Questa procedura è possibile grazie ad un particolare strumento endoscopico, detto eco-endoscopio, che permette sia una visione diretta con una telecamera, proprio come un normale gastroscopio, ma anche una visione ecografica, grazie alla presenza di una sonda posizionata sulla punta dello strumento”.
I pazienti affetti da questa patologia devono essere sottoposti all’asportazione chirurgica della colecisti anche per prevenire eventuali recidive, tutt’altro che infrequenti e che talora possono essere molto gravi.
“Ringrazio il Dottor Amato per aver introdotto presso l’ASST di Lecco la metodica che consente di trattare la colecistite acuta e prevenire la sua recidiva senza interventi chirurgici nei pazienti fragili pluripatologici che mal tollererebbero terapie chirurgiche più invasive. Il “Manzoni” di Lecco entra a far parte del ristretto gruppo di Ospedali in Italia in grado di offrire questa procedura ai propri pazienti” commenta il DG Paolo Favini.
“Con l’invecchiamento della popolazione – spiega poi Antonio Ardizzoia, Direttore Dipartimento Area Oncologica - è sempre più frequente che la colecistite acuta colpisca persone non più giovanissime e magari affette da altre patologie cardiologiche, polmonari, renali e non solo. In questi soggetti, così detti fragili, una chirurgia potrebbe essere controindicata per un eccesso di rischi legati appunto all’età ed alla presenza di plurime patologie”.
Diversi studi, pubblicati recentemente in letteratura, hanno dimostrato l’efficacia di questa nuova tecnica nel trattare e prevenire le colecistiti nei pazienti che non possono essere operati, risparmiando loro ulteriori complicanze, riducendo la durata dei ricoveri e prevenendo le recidive a distanza.
“Per evitare i rischi correlati alla chirurgia nei pazienti fragili, è stata recentemente proposta una terapia alternativa all’asportazione della colecisti, che consiste nel posizionamento, per via endoscopica, di un apposito tubicino di metallo tra la colecisti e lo stomaco o il duodeno, allo scopo di evitare il ristagno della bile, le coliche biliari e le possibili infezioni” argomenta Arnaldo Amato, Direttore SC Endoscopia Digestiva. “Questa procedura è possibile grazie ad un particolare strumento endoscopico, detto eco-endoscopio, che permette sia una visione diretta con una telecamera, proprio come un normale gastroscopio, ma anche una visione ecografica, grazie alla presenza di una sonda posizionata sulla punta dello strumento”.