Piazza consapevolezza
Immaginate una piazza gremita di giovani in festa.
Immaginate sia una festa non "a perdere" ma gioiosa eppur pensosa e consapevole.
Immaginate molti giovani studenti impegnati coi loro insegnanti a rappresentare in vari e coinvolgenti modi al mondo un po' inizialmente disattento degli adulti come si possano, o meglio si debbano, celebrare "sul campo" i 75 anni della nostra preziosissima Costituzione nata dalla Resistenza.
E una "Resistenza", come promosso dagli organizzatori, che non può oggi rimanere inerte, rispetto ad un fenomeno mafioso che permea, purtroppo spesso anche subdolamente, i gangli della nostra Convivenza Civile.
Immaginate ora che quell'impegnativo esercizio di partecipazione attiva, promosso con l'Istituto Scolastico di appartenenza e in collaborazione con la propria Amministrazione Comunale, non abbia il volto di una commemorazione ritualistica ma vi si possa scorgere , guardando e ascoltando il festoso vociare che accompagna le varie rappresentazioni che si alternano, tutto il lavoro di scavo e sensibilizzazione che c'è dietro.
Tanti i modi per fare memoria attiva e consapevole.
A partire da uno dei numerosi striscioni che riporta quella assai significativa frase di Giovanni Falcone “La mafia prima che con la lupara uccide con le parole per delegittimare chi la combatte e lasciarlo solo”. O dalla lettura di uno studente delle proprie considerazioni, assai attuali pure oggi, su come Paolo Borsellino avesse in qualche modo dovuto subire quell'etichetta affibbiatagli come “professionista dell'Antimafia” in cerca di notorietà e carriera … si è poi visto quale carriera!
E parlando con alcuni di questi simpatici ragazzi constati con soddisfazione la consapevolezza di chi, pur "in erba", non si limita ad una acritica presa d'atto di quanto è successo e sta ancora succedendo nel nostro Bel Paese ma s'interroga pure sulle sue cause spesso occulte e ambigue.
Che sa ad esempio della trattativa Stato- mafia e dei processi collegati avendo ben presente l'importanza di un ricordo attivo dei troppi che hanno dato la loro vita per lo Stato ma ponendosi pure dei dubbi fondati sulla coerenza di parti significative di esso.
E allora di fronte a questa esigenza di chiarezza che sappia distinguere il volto credibile delle Istituzioni da quello purtroppo subdolamente degenerato, il promuovere giustamente i valori fondanti della Collettività non può, a parere di sempre più tanti, non porsi il problema di non lasciar soli coloro che, a nome di tutti noi, pervicacemente continuano in prima linea a perseguire una lotta a tutte le forme di mafiosità.
Quale coerenza avrebbe infatti il ricordare, assai giustamente, gli “eroi” morti e prodigarsi contro le mafie se poi non si sostenessero in vari modi i vivi ed in particolare coloro che, nel coraggioso tentativo di dipanare i "misteri" del passato, e quindi anche del presente (oggi sicuramente meno "misteriosi" grazie proprio al loro prezioso lavoro), rischiano di subire quella stessa, più o meno strisciante, delegittimazione che ha spesso accompagnato la vita di quegli “eroi”?
Eppoi ancora in successione “il vecchio e il bambino” dei Nomadi, gli uomini delle scorte, l'art.54 della Costituzione con quel dovere qualificante (o anche squalificante) di adempiere “con disciplina e onore” allo svolgimento delle funzioni pubbliche, il pizzo, i Cento Passi, Calamandrei e il suo discorso ai giovani “la libertà come l'aria”, De Andrè, i Beatles con “Imagine” e pure una sottolineatura sul progetto “Orto, coltiviamo la memoria” portato avanti da un altro Istituto Scolastico e così pure la presenza del Consiglio Comunale dei Ragazzi e quant'altro di assai apprezzabile.
Ecco se avete immaginato tutto questo ora pensate che tutto ciò è avvenuto sabato 27 maggio (anniversario della strage, non solo mafiosa, di via dei Georgofili) nella piazza centrale di Oggiono.
Anche in ragione di questa spinta l'Amministrazione Oggionese, già sensibile di suo e che ha meritoriamente aderito all' Associazione nazionale "Avviso Pubblico"( Rete dei Comuni per la legalità, la trasparenza e la cittadinanza responsabile), saprà portare a completamento di questo percorso di crescente consapevolezza una iniziativa a sostegno di testimoni esemplari quali i magistrati Di Matteo e Gratteri?
E così pure le altre Amministrazioni della nostra Provincia, a partire dalla stessa sezione provinciale di Avviso Pubblico?
Una cosa è certa: sarebbe un modo ulteriore, ad esempio concedendo la Cittadinanza Onoraria a questi “servitori dello Stato” particolarmente esposti a rischio della vita, per riconoscere anche la coraggiosa azione di una miriade di forze della Società civile ma soprattutto Istituzionali (a partire dal gruppo di magistrati ancora impegnati nelle indagini di Firenze) che nel loro quotidiano e spesso anonimo lavoro assolvono “semplicemente” al proprio dovere.
Ad ognuno quindi, pur nei differenti ruoli, far la propria parte.
Immaginate sia una festa non "a perdere" ma gioiosa eppur pensosa e consapevole.
Immaginate molti giovani studenti impegnati coi loro insegnanti a rappresentare in vari e coinvolgenti modi al mondo un po' inizialmente disattento degli adulti come si possano, o meglio si debbano, celebrare "sul campo" i 75 anni della nostra preziosissima Costituzione nata dalla Resistenza.
E una "Resistenza", come promosso dagli organizzatori, che non può oggi rimanere inerte, rispetto ad un fenomeno mafioso che permea, purtroppo spesso anche subdolamente, i gangli della nostra Convivenza Civile.
Immaginate ora che quell'impegnativo esercizio di partecipazione attiva, promosso con l'Istituto Scolastico di appartenenza e in collaborazione con la propria Amministrazione Comunale, non abbia il volto di una commemorazione ritualistica ma vi si possa scorgere , guardando e ascoltando il festoso vociare che accompagna le varie rappresentazioni che si alternano, tutto il lavoro di scavo e sensibilizzazione che c'è dietro.
Tanti i modi per fare memoria attiva e consapevole.
A partire da uno dei numerosi striscioni che riporta quella assai significativa frase di Giovanni Falcone “La mafia prima che con la lupara uccide con le parole per delegittimare chi la combatte e lasciarlo solo”. O dalla lettura di uno studente delle proprie considerazioni, assai attuali pure oggi, su come Paolo Borsellino avesse in qualche modo dovuto subire quell'etichetta affibbiatagli come “professionista dell'Antimafia” in cerca di notorietà e carriera … si è poi visto quale carriera!
E parlando con alcuni di questi simpatici ragazzi constati con soddisfazione la consapevolezza di chi, pur "in erba", non si limita ad una acritica presa d'atto di quanto è successo e sta ancora succedendo nel nostro Bel Paese ma s'interroga pure sulle sue cause spesso occulte e ambigue.
Che sa ad esempio della trattativa Stato- mafia e dei processi collegati avendo ben presente l'importanza di un ricordo attivo dei troppi che hanno dato la loro vita per lo Stato ma ponendosi pure dei dubbi fondati sulla coerenza di parti significative di esso.
E allora di fronte a questa esigenza di chiarezza che sappia distinguere il volto credibile delle Istituzioni da quello purtroppo subdolamente degenerato, il promuovere giustamente i valori fondanti della Collettività non può, a parere di sempre più tanti, non porsi il problema di non lasciar soli coloro che, a nome di tutti noi, pervicacemente continuano in prima linea a perseguire una lotta a tutte le forme di mafiosità.
Quale coerenza avrebbe infatti il ricordare, assai giustamente, gli “eroi” morti e prodigarsi contro le mafie se poi non si sostenessero in vari modi i vivi ed in particolare coloro che, nel coraggioso tentativo di dipanare i "misteri" del passato, e quindi anche del presente (oggi sicuramente meno "misteriosi" grazie proprio al loro prezioso lavoro), rischiano di subire quella stessa, più o meno strisciante, delegittimazione che ha spesso accompagnato la vita di quegli “eroi”?
Eppoi ancora in successione “il vecchio e il bambino” dei Nomadi, gli uomini delle scorte, l'art.54 della Costituzione con quel dovere qualificante (o anche squalificante) di adempiere “con disciplina e onore” allo svolgimento delle funzioni pubbliche, il pizzo, i Cento Passi, Calamandrei e il suo discorso ai giovani “la libertà come l'aria”, De Andrè, i Beatles con “Imagine” e pure una sottolineatura sul progetto “Orto, coltiviamo la memoria” portato avanti da un altro Istituto Scolastico e così pure la presenza del Consiglio Comunale dei Ragazzi e quant'altro di assai apprezzabile.
Ecco se avete immaginato tutto questo ora pensate che tutto ciò è avvenuto sabato 27 maggio (anniversario della strage, non solo mafiosa, di via dei Georgofili) nella piazza centrale di Oggiono.
Anche in ragione di questa spinta l'Amministrazione Oggionese, già sensibile di suo e che ha meritoriamente aderito all' Associazione nazionale "Avviso Pubblico"( Rete dei Comuni per la legalità, la trasparenza e la cittadinanza responsabile), saprà portare a completamento di questo percorso di crescente consapevolezza una iniziativa a sostegno di testimoni esemplari quali i magistrati Di Matteo e Gratteri?
E così pure le altre Amministrazioni della nostra Provincia, a partire dalla stessa sezione provinciale di Avviso Pubblico?
Una cosa è certa: sarebbe un modo ulteriore, ad esempio concedendo la Cittadinanza Onoraria a questi “servitori dello Stato” particolarmente esposti a rischio della vita, per riconoscere anche la coraggiosa azione di una miriade di forze della Società civile ma soprattutto Istituzionali (a partire dal gruppo di magistrati ancora impegnati nelle indagini di Firenze) che nel loro quotidiano e spesso anonimo lavoro assolvono “semplicemente” al proprio dovere.
Ad ognuno quindi, pur nei differenti ruoli, far la propria parte.
Germano Bosisio